Biathlon | 28 marzo 2020, 14:02

L'ex biatleta Marion Blondeau, oggi infermiera: "Ho contratto il coronavirus, sono guarita e domenica tornerò al lavoro"

Da giovane la francese aveva vinto tanto prima di abbandonare il biathlon piuttosto presto; oggi è in prima linea a combattere l'emergenza coronavirus

Anais Bescond e Marion Blondeau; foto dal profilo facebook dell'ex biatleta

Anais Bescond e Marion Blondeau; foto dal profilo facebook dell'ex biatleta

Marion Blondeau fa parlare ancora di sé dopo anni dal suo addio al biathlon, ma per motivi molto più importanti per lo sport. La francese, che sembrava un autentico astro nascente di questo sport dopo la vittoria di tre ori, due argenti e un bronzo ai Mondiali Giovanili e un oro, tre argenti e un bronzo a quelli juniores, l’ingresso a punti in Coppa del Mondo nella sua tappa d’esordio ad Oslo con un 30° posto nella pursuit, non riuscì a confermare questi risultati in Coppa del Mondo. Le troppe aspettative, per un’atleta considerata nel 2007 una delle grandi speranze del biathlon francese, qualche infortunio di troppo, l’eccessiva pressione a cui lei stessa si era sottoposta, tanta sofferenza mentale, le fecero maturare la decisione di abbandonare molto giovane, senza essere mai riuscita a esprimersi al proprio livello.

Oggi, però, Marion Blondeau è tra coloro che sono in prima linea nel fronteggiare l’emergenza da coronavirus, infermiera d’emergenza presso l’ospedale di Pontarlier. L’ex biatleta, oggi trentatreenne, è stata infettata dal virus Covid-19, ma dopo essersi curata in quarantena, appena guarita dalla malattia, è adesso pronta a tornare al lavoro e già domenica indosserà nuovamente il camice.

L’ex campionessa Youth e Juniores ha descritto la situazione in un’interessantissima intervista rilasciata al portale Ski Chrono. «Dieci giorni fa mi sono sentita molto stanca, ho iniziato ad avere brividi ed emicrania per due giorni, naso che colava e qualcosa ai polmoni. Erano le stesse sensazioni che provato quando correvo a meno venti gradi, peccato però che fossi a riposo. Quando mi sono svegliata, sono stata rapidamente controllata e messa in quarantena. Per tre giorni sono stata costretta a letto e fortunatamente non ho avuto problemi respiratori, così sono rimasta a casa senza ricovero. Sicuramente ho contratto il virus in ospedale perché quando sono tornata dalla Vasaloppet lo scorso primo marzo, ho fatto il turno di notte. C’erano molti casi sospetti, ma non eravamo ancora organizzati bene. Quando ho saputo di essere infetta mi sono arrabbiata perché mi sono sentita inutile in questo momento importante, dovendo restare a casa. Da allora anche altri colleghi sono stati infettati».

Marion ha descritto la situazione nel suo ospedale: «Il reparto di rianimazione era pieno. Siamo stati tra i primi a renderci conto che stavamo andando incontro a un disastro. La prima settimana di marzo la linea per le emergenze era piena di chiamate, a volte ci è voluto anche un’ora di attesa. In ospedale abbiamo visto arrivare sempre più persone con sintomi. Non c’erano ancora misure o istruzioni rigorose, ci siamo fatti prendere dal panico vedendo arrivare l’onda. C’era molto stresss, tanta fatica e fasi in cui si perdeva l’ottimismo. È difficile essere ottimi a volte alle 4 del mattino, ma ci siamo sostenuti a vicenda».

Ora però Marion Blondeau sente la forza di rimettersi subito al lavoro: «È paradossale, ma la paura ha prevalso in me durante le prime due settimane. Non tanto per me, sono giovane e sana, ma per i miei cari, in quanto so che in alcuni ospedali hanno dovuto fare delle scelte ed è qualcosa di orribile. Oggi però non vedo l’ora di tornare al lavoro ed aiutare. Inoltre ho continuato a restare a contatto con i miei colleghi anche a distanza, non riesco a rinunciare, pur avendo provato a riposare qualche giorno, perché so che il prossimo mese sarà difficile. Penso però che stiamo andando nella giusta direzione. Spetta a ciascuno di noi essere responsabili e seguire le direttive del governo. Anche se credo che la quarantena durerà un po’ di più». 

FONTE: SKI CHRONO

Giorgio Capodaglio

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