Sci di fondo - 30 marzo 2020, 19:52

Fondo - Sjur Røthe: "Credo che difficilmente si potrà gareggiare in Italia nella prossima stagione"

Il fondista norvegese, in un'intervista rilasciata a TV2, ha messo in dubbio che l'Italia possa ospitare gare il prossimo anno, ma da oggi al Tour de Ski mancano ben nove mesi!

Fondo - Sjur Røthe: "Credo che difficilmente si potrà gareggiare in Italia nella prossima stagione"

Nel corso di un’intervista rilasciata a TV2, in Norvegia, Sjur Røthe, terzo nella classifica generale della Coppa del Mondo appena conclusa, ha parlato tanto dell’emergenza coronavirus e di quanto questa possa incidere sulla prossima stagione del fondo. Un po’ a sorpresa, però, l’atleta norvegese si è detto dubbioso circa il fatto che l’Italia possa organizzare gare di Coppa del Mondo, nonostante esse siano in programma soltanto a gennaio.

«Siamo al centro di una crisi globale scoppiata a causa del coronavirus – ha affermato Røthequindi è difficile oggi pensare alla prossima Coppa del Mondo. Al momento ci sono cose molto più importanti rispetto allo sport. Certo, mi auguro ovviamente che potremo gareggiare e che ci saranno tante gare anche il prossimo inverno, ma mi sembra difficile che si possa gareggiare in Italia. La maggior parte del Tour de Ski si svolge proprio in Italia, quindi non sarei sorpreso se il calendario dovesse cambiare».

Colpisce che Røthe, dopo aver parlato di crisi globale si sia concentrato solo sull’Italia, quando è ormai chiaro che in altre nazioni la situazione non è affatto migliore rispetto a quella del nostro paese. L’Italia, secondo la bozza del calendario, dovrebbe ospitare cinque gare del Tour de Ski: 5-6 gennaio 2021 a Dobbiaco; 8,9 e 11 gennaio 2021 in Val di Fiemme. Insomma mancano ben nove mesi, forse è un po’ prematuro metterle già oggi in dubbio. Inoltre ci colpisce che, pur definendo il problema globale, Røthe si sia riferito solo alle gare in programma nel nostro paese.

Peccato perché se si legge poi il resto dell’intervista, Røthe si è dimostrato molto sensibile al problema attuale, preoccupandosi soprattutto per gli altri: «Oggi lo sport è secondario, non penso a me stesso ma alle persone che lavorano attorno agli sport d’elite. Cosa accadrà alle persone che lavorano con noi? Torneranno a fare il proprio lavoro quando tutto sarà finito? La situazione in cui ci troviamo ora è abbastanza surreale e ho paura. Mentirei se dicessi qualcos’altro, perché non sappiamo quando e come andrà a finire». 

Siamo certi si sia trattato solo di un errore di superificailità e avrà modo di scusarsi quando il prossimo anno gareggerà in Val di Fiemme.

G.C.

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