Sci di fondo | 09 aprile 2020, 11:25

Fondo - L'emergenza coronavirus potrebbe causare drastici cambiamenti alla prossima Coppa del Mondo

Pierre Mignerey, direttore di gara della FIS per lo sci di fondo, ha spiegato come la Federazione cercherà di salvare la Coppa del Mondo, anche se la situazione internazionale non dovesse tornare alla normalità

Foto di Flavio Becchis

Foto di Flavio Becchis

Mancano sette mesi e mezzo al via della Coppa del Mondo di sci di fondo ma l'emergenza coronavirus sta preoccupando moltissimo gli organizzatori degli eventi e in particolare la FIS, quindi meglio non farsi trovare impreparati.

La FIS, attraverso il suo direttore di gara per lo sci di fondo, ha già chiarito alcune misure drastiche che verranno proposte per salvare la stagione se le cose non dovessero evolvere in maniera positiva a breve. In un'intervista molto interessante rilasciata a VG, Pierre Mignerey ha già sottolineato che la prossima non sarà una stagione normale per lo sci di fondo.

«Nel mese di maggio il comitato internazionale ne discuterà - ha affermato Mignerey- la soluzione più ottimista è un calendario ridotto, ma fino all'estate non possiamo sapere realmente cosa fare».

Queste alcune delle proposte che il direttore di gara porterà sul tavolo per affrontare le difficoltà che potrebbero crearsi nei prossimi mesi, se la situazione internazionale non dovesse migliorare.

- Se non si potrà tornare a viaggiare regolarmente, permettendo alle persone di spostarsi dal proprio paese, sarà impossibile organizzare la Coppa del Mondo.

- Se alcuni paesi proporanno una quarantena legata ai viaggi all'estero, possiamo spostarci da un paese all'altro con alcune gare di Coppa del mondo (calendario ridotto).

- Potrebbe essere appropriato separare uomini e donne. Un weekend con le gare maschili e uno con quelle femminili. Oppure, per esempio, possiamo far gareggiare gli uomini per due settimane in Norvegia, quindi le donne due settimane in Finlandia per non avere troppe persone nello stesso posto contemporaneamente. Tutto è sul tavolo.

- Il Tour de Ski è in programma nel periodo natalizio ma non è certo. Potrebbe essere appropriato far disputare l'intero Tour de Ski all'interno dello stesso paese in modo da non diffondere il virus.

- Se alcuni paesi introdurranno dei limiti, non consentendo la presenza di più di 100 persone nello stesso luogo, allora non ci sarà la Coppa del Mondo. Se invece il limite sarà di 500 o 1000 persone, si potrà gareggiare, aprendo ad atleti, personale di supporto, organizzatori e media.

- Gare senza pubblico. Alcuni paesi si finanziano in parte attraverso la presenza di tifosi, come la Norvegia. In altri paesi è già diverso, in quanto l'ingresso è gratuito, come La Clusaz (Francia), Davos (Svizzera) e Dobbiaco (Italia) per citarne alcune.

- Riduzione del personale di supporto.

«È necessaria una grande flessibilità - ha quindi aggiunto Mignerey a VG - il problema più grande sarà essere sempre a conoscenza di quali regole dovremo seguire. Le cancellazioni all'ultimo minuto costano molti soldi, come abbiamo visto a Oslo questo inverno. Per noi sarà però importante avere delle gare nella prossima stagione, così come per gli atleti e per il nostro pubblico televisivo».

Mignerey è consapevole delle ripercussioni finanziarie che questa emergenza avrà anche sullo sci di fondo: «Non sappiamo se i nostri sponsor potranno continuare a starci vicino. Credo che ci saranno problemi per tutti, anche per organizzatori e team, visto che alcuni raduni delle squadre saranno cancellati. Dobbiamo proteggere gli atleti. Le nazioni dovranno intervenire sul personale di supporto anziché ridurre i contingenti, si possono ridurre i costi della preparazione degli sci. Le cose possono essere semplificate».

Il Mondiale di Oberstdorf si svolgerà tra oltre dieci mesi, ma al momento è impossibile avere certezze su alcuna cosa: «Non voglio fare previsioni, manca ancora tanto tempo. È impossibile dire ora se ci sarà un quasiasi impatto».

Insomma nello sport come in ogni ambito si brancola nel buio, sperando che arrivi presto una soluzione, magari un vaccino, che permetta di tornare alla normalità.

G.C.

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