Biathlon - 03 maggio 2017, 07:24

Marianna Sartor: "Ho i miei sogni, ma oggi penso solo all'allenamento di domani per raggiungerli"

Oltre a Lisa Vittozzi, Sappada sta lanciando un'altra giovane biatleta: "Lisa è un punto di riferimento, è una ragazza forte e sa cosa vuole; La mia dote migliore? La capacità di migliorare"

Al suo primo anno tra le Under 19 Marianna Sartor si è tolta diverse soddisfazioni, chiudendo la Coppa Italia in seconda posizione, dietro a una fuoriclasse come Irene Lardschneider, e vincendo anche diverse medaglie ai Campionati Italiani di categoria. Tra pochi giorni compirà diciotto anni (il prossimo 10 maggio) e già guarda alla prossima stagione con grandi motivazioni, decisa, con un anno in più, a ottenere risultati ancora migliori rispetto a quelli, già buoni, conquistati quest’anno. Sappadina, come Lisa Vittozzi, vede proprio nella sua concittadina quel punto di riferimento da seguire per realizzare quelli che sono i suoi sogni. La giovane friulana, nell’ultima stagione aggregata alle Fiamme Gialle, si è raccontata a Fondoitalia.

Ciao Marianna, sei soddisfatta per com’è andata la tua prima stagione da junior?
«Sono abbastanza soddisfatta per quanto ho raccolto nel corso della stagione, soprattutto per i risultati ottenuti in Coppa Italia, perché non mi aspettavo di andare subito bene in questa categoria. Anche la qualificazione al Mondiale è stata una cosa molto positiva, anche se mi è dispiaciuto non aver espresso a pieno le mie capacità nel corso di quella competizione, che è stata comunque una bella esperienza».

Puoi descriverci la tua avventura al Mondiale di Brezno?
«L’impatto è stato positivo, mi sono trovata molto bene in squadra sia con le compagne sia con gli allenatori. Sono riuscita a gestire abbastanza bene l’ansia e, da questo punto di vista, è andata molto bene, anche se al poligono si sentiva un po’ l’aria internazionale e quindi più tensione. Guardando le mie avversarie, ho capito che devo crescere molto sugli sci, ma voglio fare un salto di qualità anche al tiro. Insomma questo evento mi sprona a lavorare per migliorarmi sotto ogni aspetto».

Ti è dispiaciuto non far parte della staffetta che ha poi vinto il bronzo?
«Devo ammettere di si, c’è stata un po’ di delusione. Sono stata però contenta per le mie compagne di squadra che hanno ottenuto un ottimo risultato. Quel giorno Martina (Vigna ndr) ha fatto una prestazione sugli sci e al poligono di altissimo livello, non so se sarei riuscita ad andare anch’io così bene. Si è superata».

Nella prossima stagione, con un anno in più, ambisci a essere protagonista nei Mondiali Giovanili di Otepae?

«Sono ancora distanti. Innanzitutto dovrò lavorare bene e fare il massimo per riuscire ad andarci. Sicuramente la mia speranza è di essere presente e fare meglio rispetto a quelli di Brezno. Arrivare tra le migliori, comunque, non sarà facile, perché ci sono atlete di altissimo livello come Anna Gandler, che ha vinto un argento pur essendo  nata nel 2001».

I risultati ottenuti ai Mondiali da Irene Lardschneider e Samuela Comola, che sfidi sempre nelle gare italiane, ti hanno dato maggiore convinzione nei tuoi mezzi?
«Sono stata molto contenta dei risultati che hanno ottenuto, soprattutto perché è importante per me avere due ragazze così forti in squadra con cui allenarmi e che possano spronarmi a far meglio nei prossimi anni. Irene è una fuoriclasse, ha un livello altissimo sia al tiro sia sugli sci. Sono riuscita a battere qualche volta Samuela, che spara benissimo. Non è facile stare al loro livello, ma ci proverò».

Ai Campionati Italiani sei salita diverse volte sul podio in questa stagione.
«Sono molto contenta di aver preso medaglie, è importante riuscirci. Soltanto nell’individuale non ho fatto una bella prestazione, avendo sparato piuttosto male».

Qual è il tuo punto forte e dove devi migliorare?
«Il livello in questo sport è molto alto e devo migliorarmi sia sul tiro sia sugli sci se voglio essere all’altezza. Ecco, la mia dote migliore, forse, è proprio la capacità di migliorare».

Come hai iniziato a fare biathlon?
«Ho cominciato praticando sci di fondo nello Sci Club Camosci Sappada e dopo alcuni anni mi è stato proposto di provare il biathlon, visto che Forni Avoltri non è lontano da casa mia. L’ho fatto con la carabina ad aria compressa e mi è subito piaciuto, così per un po’ di tempo ho praticato sia biathlon sia fondo, poi ho scelto il primo perché ho visto che raccoglievo risultati migliori».

Sei di Sappada come Lisa Vittozzi, che ha disputato una grande stagione: sei stata felice per lei?
«Quando si conosce una persona, è ancora più emozionante vederla arrivare in alto, raggiungere i suoi sogni. Per me è una cosa bellissima averla nello stesso paese, perché è un grande punto di riferimento. Ogni tanto capita di incontrarci ed è una ragazza davvero carina, sempre disponibile con tutti. Ha anche un grande gruppo di tifosi. Chissà che un giorno non possano sostenere anche me (ride ndr). Posso dire che Lisa è la mia atleta preferita, l’esempio, perché conoscendola da sempre l’ho vista crescere allenamento dopo allenamento e arrivare così in alto. È una ragazza forte, sa cosa vuole e riesce a ottenerlo sempre».

Riesci a conciliare studio e biathlon?
«Si, perché frequentando la scuola di Malles, tutto è più semplice, abbiamo il tempo per recuperare le verifiche, ma soprattutto non devo fare lunghi viaggi per andare da casa a scuola e poi ad allenarmi. Quella di iscrivermi a questo istituto è stata una buona scelta».

Qual è il tuo sogno nel cassetto?
«Quello non si può mai dire (ride ndr). L’obiettivo è migliorare anno per anno, perché come ogni atleta punto a partecipare un giorno alla Coppa del Mondo e ottenere qualche buon risultato. Ma è troppo presto per pensarci, quello che devo fare oggi è concentrarmi sull’allenamento di domani e migliorare giorno per giorno».

Cosa ti piace del biathlon?
«L’imprevedibilità, fino all’ultimo poligono non sai mai chi vince e puoi anche recuperare molte posizioni, soprattutto nell’inseguimento. In ogni momento puoi vincere o perdere, questo è il bello del biathlon».

Quest’anno eri aggregata alle Fiamme Gialle e tra pochi giorni compirai diciotto anni: quanto sarebbe importante, per te, essere arruolata?
«Importantissimo, come lo è per ogni atleta, perché mi permetterebbe di praticare non più il biathlon come una passione, ma di trasformarlo in un lavoro. Non è facile, ma il mio obiettivo è di ottenere degli ottimi risultati per farcela»

Giorgio Capodaglio