Sci di fondo | 29 aprile 2020, 16:42

Nepryaeva: "Mi sono arrabbiata quando ho letto le dichiarazioni degli altri biatleti nei confronti di Loginov; noi fondisti siamo diversi"

La russa ha rilasciato un'interessante intervista nella quale ha anche parlato tanto di sé: "Grazie a Borodavko sono l'atleta che vedete oggi"

Nepryaeva: "Mi sono arrabbiata quando ho letto le dichiarazioni degli altri biatleti nei confronti di Loginov; noi fondisti siamo diversi"

Sul sito russo sportbox.ru è stata pubblicata un’interessante intervista a Natalia Nepryaeva, indiscussa leader dello sci di fondo russo femminile. L’atleta ha parlato apertamente, senza alcun filtro, di diversi argomenti.

Interessante, in particolare, un passaggio dell’intervista nel quale il giornalista ha chiesto alla fondista russa come mai nello sci di fondo le rivali di Johaug non rinfaccino mai alla norvegese la vicenda doping, a differenza di quanto avviene nel biathlon con Loginov. Nepryaeva è convinta che l’atteggiamento tenuto dai fondisti sia quello giusto: «In primo luogo non capisco perché tutti continuino ad attaccare Loginov – ha affermato Nepryaevatutta questa storia è fuori da ogni logica. Quando ho letto le interviste rilasciate dagli altri biatleti, mi sono arrabbiata per quello che stava succedendo. Sono contenta che non accada nulla di simile nel fondo. Se un’atleta ha preso qualcosa, non ha importanza se l'ha fatto volontariamente o involontariamente, ha scontato la sua pena, quindi si è ripulita. Ora sta superando i test antidoping. Perché dovremmo attaccarla? È chiaro che nello sci tutti sono rivali, ma è comunque necessario mantenere delle relazioni amichevoli. Personalmente cerco di comportarmi bene con tutti e sento che gli altri fanno altrettanto con me».

La russa ha quindi parlato di se stessa e del percorso fatto per diventare un’atleta completa: «Senza falsa modestia – ha ammesso Nepryaevaposso dire di essere una delle sciatrici più versatili al mondo. Non mi dà fastidio disputare una sprint il sabato e una 30km il giorno successivo. Da bambina ho sempre gareggiato nelle distance, facendo abbastanza bene. Ma poi un allenatore, che preferisco non nominare, decise che ero una velocista. Non mi è stato più permesso di disputare gare lunghe. Potevo solo fare gare da un chilometro, non è stato molto divertente. La svolta è avvenuta quando sono entrata nel gruppo di Borodavko prima delle Olimpiadi in Corea. Grazie a lui sono diventata quella che conoscete ora. Onestamente, mi piace ancora di più la distanza, ma sono pronta per correre bene in ogni format».

Nepryaeva ha grande stima per il proprio allenatore: «Sono d’accordo, se dite che tutti i miei successi sono associati a Borodavko. L’ingresso nel suo gruppo ha cambiato tutto, ho avviato un dialogo con lui ed oggi è sia allenatore che psicologo personale. Soltanto con il dialogo allenatore e atleta possono lavorare al massimo. In passato mi sentivo come un soldato nell’esercito, dovevo solo fare quanto ordinava l’allenatore, non c’erano feedback. Questo era il mio problema. Oggi invece c’è un processo di dialogo».

Nonostante le sue belle prestazioni, la stella di Nepryaeva in Russia è leggermente oscurata dalle grandi prestazioni di Bolshunov. Lei però non ne fa un problema, anzi ritiene sia giusto così: «Sarebbe un errore lamentarsi dell’attenzione della stampa e dei tifosi. I miei risultati non sono nemmeno vicini a quelli di Bolshunov, quindi sono meritatamente nella sua ombra. Poi è normale che gli uomini ricevano una maggiore attenzione dai media. Se vorrei la stessa popolarità delle biatlete. Non ho assolutamente bisogno di quel tipo di popolarità».

Giorgio Capodaglio

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