Biathlon | 12 maggio 2020, 19:19

Biathlon - Laura Dahlmeier: "Se le Olimpiadi di Cortina si fossero svolte nel 2022, sarebbe stato più difficile decidere di ritirarsi"

A quasi un anno esatto dal suo ritiro, la campionessa tedesca è tornata a parlare della sua decisione: "Dopo Pyeongchang ero certa del fatto che non avrei più partecipato a un'Olimpiade; lì feci gare perfette"

Biathlon - Laura Dahlmeier: "Se le Olimpiadi di Cortina si fossero svolte nel 2022, sarebbe stato più difficile decidere di ritirarsi"

A quasi un anno di distanza dall’annuncio del suo ritiro, arrivato il 17 maggio 2019, Laura Dahlmeier è tornata a parlare dei retroscena di una decisione che ha fatto ovviamente scalpore e ha privato il biathlon di una campionessa straordinaria, da ammirare in pista ad ogni gara.

La vincitrice di due ori individuali alle Olimpiadi di Pyeongchang, che compirà 27 anni il prossimo agosto, ha rilasciato delle interessanti dichiarazioni al sito tedesco Süddeutsche Zeitung. «Pensai tantissimo durante quel periodo – ha ricordato Dahlmeier tornando indietro di un anno – mi sono posi mille domande circa il fatto se fosse il momento giusto per ritirarsi. Fu un sollievo quando presi la decisione e la annunciai. Avevo pensato al ritiro nel corso di tutta la mia ultima stagione, mi era sempre stato chiaro che non avrei gareggiato per sempre. Dopo PyeongChang ero certa che non avrei più partecipato alle Olimpiade. Per me furono delle gare perfette, non avrei potuto fare meglio. Quando poi vinsi le due medaglie ai Mondiali dell’anno successivo, che era stato per me un po’ turbolento, maturai i pensieri sulla possibilità che fosse la mia ultima stagione. Non ne parlai con nessuno. Per me era importante che fosse una mia decisione e nessuno mi influenzasse dall’esterno. Quando decisi, ci pensai per altre tre o quattro settimane, chiedendomi come sarei stata dopo un anno. Quando vidi che la risposta era positiva, allora annunciai l’addio».

Dahlmeier ha poi ammesso che, in parte, la sua decisione è stata anche influenzata dalla prospettiva di un’altra Olimpiade, quella di Pechino 2022, in una località non di tradizione per le discipline invernali. «Sicuramente la causa non è solo questa – ha spiegato la campionessa tedesca – ma non nascondo che ha influenzato la mia decisione, almeno inconsciamente. Ho pensato che sarebbe stato un peccato disputare un’altra Olimpiade in una località senza tanto pubblico e priva di eccitazione. Se le Olimpiadi del 2022 fossero state quelle a Cortina o da qualche altra parte nella regione alpina, sicuramente il pensiero sarebbe stato diverso, la decisione sarebbe stata molto più difficile».

La tedesca, pur ovviamente avendo realizzato il sogno di vincere ben due ori olimpici, è sembrata quasi delusa dalle Olimpiadi di Pyeongchang: «Da fuori le Olimpiadi sono il massimo. Ho sempre avuto il sogno olimpico e sono estremamente grata di averlo realizzato. Ma le Olimpiadi sono diverse da come le immagini, in qualche modo è qualcosa di finto. A Pyeongchang, per esempio, le gare di biathlon si svolsero su un campo da golf, è sempre sembrato così dal primo all’ultimo momento. Da un punto di vista sportivo era semplicemente molto diverso dagli standard a cui siamo abituati ai Mondiali e in Coppa del Mondo. L'intera area era molto più pomposa, c’erano molte persone che non avevano nulla a che fare con lo sport o il biathlon. Questa è la percezione da atleta. Non vedo l’ora però di osservare i Giochi Olimpici invernali da un’altra visuale. Magari allora dirò che è un grande festival sportivo e riprenderà nuovamente vigore la mia considerazione delle Olimpiadi. Ma come atleta ho visto che lo sport non era in primo piano».

Dahlmeier è ancora emozionata quando ripensa allo scorso dicembre, quando diede l’addio durante il Biathlon Auf Schalke: «Ho tanti ricordi delle mie gare di biathlon, anche se l’ultima di Coppa del Mondo (Oslo 2019, ndr) non fu certo la migliore. Al contrario la kermesse di Schalke è stata la conclusione più bella che potessi immaginare. Ci ripenso spesso».

Ma com’è stato il primo anno di Laura Dahlmeier dopo il ritiro? «Nei primi due o tre mesi ho cercato di prendere le distanze dal biathlon – ha raccontato – poi ho viaggiato molto, prendendomi il tempo per fare cose impensabili durante la carriera agonistica. Poi, inevitabilmente, ho iniziato a chiedermi cosa avrei fatto. Tutti mi avevano sempre detto che ogni porta per me sarebbe stata aperta e avrei potuto scegliere cosa fare. L’ho trovato super difficile, perché ho sempre saputo di voler diventare una biatleta di successo, ma per il futuro avevo lasciato tutto aperto. È stata però anche una fase entusiasmante. Alla fine ho capito che voglio restare nell’ambiente dello sport e vedremo cosa sarà, sono convinta che la cosa giusta arriverà al momento giusto. Prenderò anche la licenza di allenatore di biathlon. Se sarò allenatore della nazionale? Escludo di iniziare subito da allenatrice di biathlon, ma mai dire mai». 

G.C.

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