Sci di fondo - 01 giugno 2020, 17:07

Emanuele Becchis tra skiroll e le supersprint di fondo: "Ho vinto il World Sprint Series ma aspetto l'ufficialità"

Il cuneese, passato allo Sci Club Entracque Alpi Marittime, è tornato al lavoro: "Sono convinto che la stagione di skiroll si farà; le supersprint? Tante località mi hanno contattato per ospitare gare"

Foto Jonas Sjoegren

Foto Jonas Sjoegren

La sua stagione agonistica è solitamente molto lunga, dal momento che in estate è tra i grandissimi protagonisti della Coppa del Mondo di skiroll e in inverno battaglia nelle super sprint dello sci di fondo. Emanuele Becchis è reduce da un 2019/20 molto positivo, soprattutto sugli sci da fondo, ed è già tornato al lavoro per farsi trovare pronto nell’eventualità che parta la stagione internazionale dello skiroll.

«Ho ripreso ad allenarmi con calma – ha ammesso Becchis a Fondo Italianon ho troppa fretta, visto che gli obiettivi sono ancora lontani e preferisco quindi non stressarmi troppo. A breve aumenterò però la mole di allenamento per farmi trovare pronto al via della stagione dello skiroll».

L’atleta piemontese è convinto infatti che alla fine la Coppa del Mondo prenderà il via, nonostante le incertezze dovute al covid-19, che hanno già portato alla cancellazione proprio della tappa italiana, inizialmente programmata a metà settembre in Val di Fiemme. «Penso che la stagione ci sarà – ha affermato l’azzurro dello skiroll – anche se ovviamente è tutto legato all’evolversi di questa pandemia, che non possiamo certo cambiare noi. Penso però le soluzioni siano due: se questo virus dovesse iniziare a essere sempre meno pericoloso, magari potrebbero esserci già le gare a fine luglio; altrimenti credo che saranno inserite tante competizioni a fine stagione, quindi tarda estate inizio autunno. Non sto prendendo in considerazione la possibilità che non si gareggi e non ho cambiato nulla del mio approccio alla preparazione. Come sempre sono partito lento in quanto ho bisogno di staccare, visto che non ho modo di farlo in autunno quando termina la stagione dello skiroll. Cerco di trovare la forma lentamente a luglio o ad agosto, sfruttando anche le gare italiane per entrare in condizione. Adesso aspettiamo i calendari, sapremo qualcosa in più tra un paio di settimane, solo allora potremo fare una programmazione e fissare gli obiettivi».

In primavera Emanuele Becchis ha anche cambiato sci club passando, insieme a suo fratello Francesco, all’Entracque Alpi Marittime: «Siamo entrambi passati a questo sci club, sempre del cuneese. Molto è legato anche a un discorso lavorativo, in quanto collaboreremo con la cosiddetta “Valanga Arancio” come allenatori. Già lo scorso anno avevo dato una mano, ma ora sarò ufficialmente al fianco di Amos (Pepino, ndr) e Tommaso (Custodero, ndr). Per quanto mi riguarda lavorerò principalmente sulla parte tecnica, senza avere un gruppo fisso».

Lo scorso inverno Emanuele Becchis è stato anche protagonista del neonato “World Sprint Series”, il circuito delle sprint da cento metri. Sulla carta il cuneese l’ha anche vinto, pure se il suo successo non è ancora stato ufficializzato: «Ho vinto le tappe di Trysil e Oberammergau, giungendo anche secondo a Dresda. Al termine del World Sprint Series mancavano ancora due tappe, una in Russia e l’altra in Norvegia, la Ludde Open, entrambe cancellate per il Covid-19. Ero in testa alla classifica dopo l’ultima tappa disputata, quindi mi aspetto diano presto l’ufficialità della vittoria, dal momento che nel regolamento era scritto per ogni gara veniva assegnato il punteggio FIS».

Sicuramente il piemontese non può lamentarsi dei risultati ottenuti nell’ultima stagione, anche perché si è tolto la soddisfazione di battere Ludvig Jensen, cosa che non gli era mai riuscita in precedenza: «È stata una stagione invernale positiva per me. Mi sono confermato tra i più veloci del circuito e ho anche vinto due volte, riuscendo finalmente a battere Ludivg Jensen. Quando un anno fa feci il record mondiale sui cento metri, togliendolo proprio al norvegese, lui era assente. Insomma tutte le vittorie della passata stagione le avevo ottenute senza batterlo, perché lui era fermo a causa di un infortunio. Quest’anno, invece, era lì presente, ha vinto la prima gara ad Östersund, poi l’ho sconfitto nelle restanti tre sprint, giungendo secondo a Dresda e vincendo nelle altre due occasioni. In ogni caso, quest’anno abbiamo scoperto dei nuovi specialisti delle super sprint, come il forte svedese Johannes Hortlund».

Andando sul sito del World Sprint Series, però, non si trovano le classifiche delle gare della stagione appena conclusa, addirittura risulta il Ludvig Open del 4 aprile 2020 come “prossimo appuntamento”. Insomma, la sensazione è che il sito sia stato un po’ abbandonato. Segno che il circuito si fermerà dopo un solo anno? Becchis immagina che si andrà avanti: «Loro dicono che si proseguirà, quindi penso e spero di si. Dall’Italia alcune località mi hanno anche contattato chiedendomi di essere inserite in questo circuito. Gli organizzatori affermano di aver ricevuto tante richieste da località che vorrebbero far parte di questa competizione. Da quanto ho capito, però, al momento hanno qualche difficoltà con degli sponsor e non è chiaro nemmeno se ci sarà un premio finale per il vincitore della classifica generale. Mi auguro si possa andare avanti con questo circuito, ma sono anche convinto che se non sarà così, le super sprint riusciranno comunque a trovare il loro spazio».

Per Becchis, infatti, questo format di gara ha riscosso molto successo nell’ultima stagione e pensa quindi che saranno sempre di più le gare, anche fuori dal circuito ufficiale, che verranno disputate: «Nell’ultimo anno si è parlato molto delle super sprint. Molti comitati organizzatori delle gran fondo vogliono inserire nel programma anche una super sprint serale, da far disputare il giorno precedente l’evento. È un movimento in crescita, che deve solo trovare la giusta organizzazione, un circuito molto professionale per emergere. Quest’anno qualche problema c’è stato, ma non era certo facile organizzare tutto alla perfezione già al primo anno. Gli eventi sono stati ben organizzati, ma potevano essere gestite meglio alcune cose che ritengo fondamentali, come la promozione dell’evento, i premi ai partecipanti e anche le classifiche, tutt’altro che consultabili per chi ne è alla ricerca. Al di là del circuito, però, mi auguro che il prossimo anno ci siano tante super sprint. Ritengo questo format molto interessante, capace di portare il nostro sport nelle città. Se un giorno entrerà in Coppa del Mondo? No, penso che non accadrà, almeno a breve, né diventerà specialità olimpica, ma sicuramente si può creare un circuito parallelo molto interessante e spettacolare»

Giorgio Capodaglio

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