Sci di fondo - 27 giugno 2020, 15:18

Sci di Fondo – L’head coach USA Chris Grover: “Sarà l'America più forte di sempre”

Con la presentazione del team USA, il capo allenatore dello sci di fondo si mostra molto ottimista per il futuro del movimento e per i risultati di valore che i suoi giovani ragazzi potranno conseguire nelle prossime stagioni.

Sci di Fondo – L’head coach USA Chris Grover: “Sarà l'America più forte di sempre”

Il presidente degli Stati Uniti d’America Donald Trump nel 2016 impostò la propria campagna elettorale con il fortunato slogan “Make America great again“ che gli fu di grande aiuto per vincere le elezioni per la casa bianca quattro anni or sono. Ma quando nel 2013 pensò alla propria candidatura presidenziale, il primo slogan che gli venne in mente fu “We will make America great (Vogliamo rendere grande l’America)” leit-motiv elettorale che però non lo convinceva completamente. Pensò così alla frase “Make America great (Rendere grande l’America)”. Ma questa seconda idea alla fine gli sembrò irrispettosa verso il glorioso passato del proprio paese.

Perciò escogitò lo slogan perfetto di rendere l’America di nuovo un grande paese. Slogan e marchio che il tycoon newyorkese volle subito depositare come marchio registrato e stamparlo sui suoi oramai rinomati cappellini rossi e blu e t-shirt a stelle e strisce.

Ora, il capo allenatore del fondo statunitense Chris Grover, presentando il team nazionale dello sci di fondo per la prossima stagione, potrebbe ben attingere al primo slogan pensato dal quarantacinquesimo presidente a stelle e strisce per lanciare i suoi ragazzi nel gotha del fondo mondiale. Col talento, sia in campo maschile e sia femminile, che i giovani fondisti americani hanno dimostrato di avere a livello junior negli ultimi quattro anni, che unito ai nomi ormai affermati dei vari Diggins, Bjornsen e Caldwell, lui può a buon ragione affermare che, almeno nel fondo, presto il team USA nel suo complesso sarà grande come mai prima d’ora.

Infatti, se guardiamo al passato fondistico degli Stati Uniti notiamo che dagli anni ‘70 in avanti il movimento a stelle e strisce si sia avvalso solamente di solisti che sono venuti alla ribalta internazionale, piuttosto che un vero Team capace di insidiare il dominio dei tradizionali paesi del nordico.

Tutti ricordiamo in primis Bill Koch che, oltre ad essere stato il primo ad introdurre la tecnica in pattinaggio, vinse la prima edizione della Coppa del Mondo nel 1982, oltre ad aggiudicarsi la medaglia d’argento nella 30km dei Giochi Olimpici di Innsbruck 1976 ed il bronzo, sempre nella medesima distanza nei Mondiali di Oslo 1982.

Col ritiro di Koch avvenuto nel 1994, bisogna attendere un decennio prima che gli Stati Uniti riuscissero a produrre un nuovo fondista di livello. Nei Mondiali 2003 della Val di Fiemme l’americano Kris Freeman sfiorò la medaglia nella 15km finendo al quarto posto. Medaglia di legno che il fondista del New Hampshire bissò sei anni dopo nei Mondiali di Liberec sempre nello stesso format.

Negli ultimi dieci anni invece, se pensiamo al fondo stars and stripes non possono non essere menzionate Kikkan Randall e Jessica Diggins, che con lo storico oro olimpico nella Team sprint a Pyeongchang 2018 hanno coronato un decennio nel quale le due ragazze americane sono state in grado di lottare in Coppa del Mondo sempre per le posizioni di vertice.

Ma per rendere gli Stati Uniti una grande nazione, fondisticamente parlando, è mancata una vera squadra ed un movimento omogeneo di alto livello, da aggiungere alle stelle capaci di imprese individuali.

Il capo allenatore e direttore del programma americano dello sci di fondo Chris Grover nel podcast realizzato dalla rivista Cross-Country Skier per la presentazione del team USA 2020-21 (clicca qui per visualizzare la lista completa) ora si dice convinto di avere fra le mani la miglior squadra, sia al maschile e sia al femminile, che gli Stati Uniti abbiano mai avuto nella loro storia.

Nel descrivere nella loro totalità i suoi ragazzi è molto ricorrente in lui l’espressione gergale “we have tons of talent” ovvero abbiamo molto talento nel nostro roster. Squadra americana molto giovane e dal potenziale ancora inesplorato che si potrà cominciare a valutare nei prossimi Mondiali di Oberstdorf ma che lavorerà con l’obiettivo di mostrarsi appieno dalle Olimpiadi di Pechino 2022 in avanti.

L’head coach nativo di Anchorage ma da qualche anno residente a Hailey, Idaho, nel confermare l’affermazione di miglior team Usa di sempre vuole partire dalla squadra denominata D o di sviluppo che ha come target le Olimpiadi cinesi ma soprattutto il successivo quadriennio: “Analizzando bene la lista degli atleti selezionati, per esempio la nostra squadra D non è mai stata cosi numerosa e con tanto potenziale in prospettiva. Ciò riflette il fatto di aver avuto tanti risultati di valore a livello junior nelle ultime stagioni. Abbiamo una grande profondità nelle scelte a livello nazionale sia fra gli uomini che fra le ragazze come non l’abbiamo mai avuta in precedenza. Per esempio quindici anni fa non vi era nessuna ragazza nel team nazionale. Questo ampio numero di ottimi atleti sicuramente favorisce lo sviluppo di tutti nel team in quanto ognuno da il massimo per primeggiare ed ognuno spinge il compagno a raggiungere il massimo livello possibile. Fra gli uomini, che nell’ultimo decennio è stato di livello inferiore alle ragazze, la squadra B e il Development Team presentano un numero di ragazzi di talento che stanno per venire alla ribalta come non ne abbiamo mai avuti negli ultimi quarant’anni. Lo scorso anno I nostri junior hanno conquistato medaglie importanti sia nella staffetta maschile che in quella femminile ai Mondiali di categoria e questo dimostra la profondità del fondo americano del momento. Sfortunatamente la scorsa stagione si è chiusa anticipatamente senza la possibilità che molti di loro potessero fare il loro debutto in Coppa del Mondo già a Minneapolis, Quebec City o Canmore. Sarebbe stata un ottima esperienza per i nostri giovani. Ma il tempo è sicuramente dalla nostra parte.”

Secondo i principali media americani ed esperti di sci di fondo sarà con buona probabilità il ventenne Gus Schumacher il faro del movimento Usa dopo le storiche medaglie che l’Alaskan native ha raccolto a livello junior nelle ultime tre stagioni. Schumacher, che inserito da Grover nel Team B, nonostante stia proseguendo gli studi universitari nella sua amata Anchorage, farà il debutto in Coppa del Mondo nell’opening di Ruka e dovrebbe rimanere in Europa per buona parte della prossima stagione invernale.

Ma attorno a Gus, molto di buono ribolle nel pentolone USA.

Il direttore del programma dello sci di fondo yankee vuole spendere più di una parola per la propria squadra D, mai così numerosa e talentuosa come quella presentata in prospettiva delle prossime stagioni: «In questo gruppo di ragazzi, nella sua globalità troviamo una gran quantità di talento, è difficile per me scegliere un solo nome. Per esempio Hannah Halvorsen stava progredendo molto bene due stagioni fa, poi ha avuto il terribile incidente che l’ha privata di una stagione intera ed ora aspettiamo il suo rientro. Abbiamo anche i nuovi del gruppo come JC Schoonmaker, Sophia Laukli e Sydney Palmer-Leger coi quali non vedo l’ora di poter iniziare a lavorare. JC è un ragazzo divertente ma con talento che lo scorso anno ha fatto bene a Dresda. Ha conquistato i primi punti di Coppa del Mondo al debutto. Sophia ha fatto top 5 nella 15km mass start dei Mondiali junior e ha dato una grossa mano in staffetta per arrivare ad ottenere l’argento. Sydney ha mancato due volte il podio per pochissimi centesimi finendo sempre quarta alle Olimpiadi giovanili di Losanna e a dispetto di essere solo classe 2002 e’ stata selezionata per la staffetta medagliata ad Oberwiesenthal dando un notevole contributo in prima frazione. Poi vorrei anche citare Hunter Wonders che ha fatto top 10 nei Mondiali under 23 ed i tre ragazzi (Ogden, Jaeger, Hagenbuch) che con Gus hanno vinto l’oro ad Oberwiesenthal. Nel complesso il talento non manca di certo qui. »

Ma vi è un motivo particolare per questa continua infornata di giovani prospetti del fondo come mai prima nella storia degli Stati Uniti? Coach Grover spiega che le ragioni principali sono due. Prima di tutto gli sci club lungo tutto il territorio americano stanno facendo un lavoro egregio nello sviluppare i ragazzi. I maggiori club hanno notevolmente migliorato le capacità di coaching dei loro allenatori fin dall’età teen. I coach sono ora più professionali, allenano i ragazzi a tempo pieno e con migliorati insegnamenti cosa che non accadeva due decadi fa. Il secondo punto, continua l'allenatore, è dato da una linea comune nello sviluppare le qualità individuali dei ragazzi durante i vari training camps che si sviluppano lungo tutto il loro immenso territorio. Questa linea comune parte dai teenagers, continua negli junior prima e nelle Università poi, per poi proseguire anche nel team Nazionale.

Grover cità l’esempio dei tecnici della NCAA che non hanno più un’urgenza di ottenere risultati immediati ma hanno una visuale di sviluppare il loro talento negli anni a venire. Vi è una grande collaborazione fra tutti i tecnici americani che si occupano di sci di fondo. In America seguono un percorso comune, iniziato più di dieci anni fa, in tutti gli ski club, lavoro che poi viene finalizzato nel Team Nazionale con ragazzi e ragazze che hanno un’etica del lavoro straordinaria, che amano lavorare fianco a fianco senza invidie, sono amici uno dell’altro e che si spingono fra loro giorno dopo giorno, ma che allo stesso tempo al termine dell’allenamento si prendono cura uno dell’altro.

Il coach che da più di vent'anni è ben inserito nei quadri tecnici statunitensi Grover rimarca anche, in questo gruppo di ragazzi che sta nascendo, che oltre ad avere talento nello sci di fondo, possiede anche una grande cultura sportiva nel senso di essere pienamente inclusivi nel gruppo nel quale loro sono parte e di non gareggiare uno contro l’altro. Tutti usano la forza del compagno in allenamento per poi competere al massimo contro il resto del mondo.

Oltre al talento dei giovani ed all’organizzazione degli sci club dalla scorsa stagione il Team Usa può anche contare su un budget garantito almeno fino alle Olimpiadi di Pechino 2022. Il quarantanovenne head coach spiega che con l’accordo firmato lo scorso anno con la Davis Family Foundation lo sci di fondo americano sia in una situazione economica molto fortunata anche per le prossime due stagioni. Con questo accordo gli staunitensi si trovano in una posizione speciale con un budget garantito per il Team nazionale e la squadra B fino al 2022 indipendentemente dal rallentamento economico che si è creato col Covid-19.

Quello per loro è un regalo speciale, si sentono protetti, è ciò che afferma con molto orgoglio il coach diplomatosi al rinomato Dartmouth College, nel Vermont.

Ora la loro sfida sarà quella di trovare il modo, magari tramite donazioni private o piccoli sponsor, di supportare economicamente anche il Development Team, consentendo loro di effettuare il maggior numero di training camps con Diggins, Bjornsen & Co. e magari di portarli anche nel vecchio continente per gareggiare nel circuito secondario europeo o scandinavo in inverno.

Chris Grover chiude il podcast raccontando di come la pandemia da Covid-19, che sta ancora pesantemente toccando gli Stati Uniti, abbia modificato i loro piani di allenamento estivi: «Solitamente avevamo ad inizio Giugno il primo training camp nazionale in Oregon che però è saltato. Al momento I ragazzi si stanno allenando con le loro università, club o individualmente, ma il problema maggiore sarà allenarsi sulla neve in estate. Credo non sia possibile andare ad agosto in Nuova Zelanda per allenarsi sul ghiacciaio. Per chi risiede in Alaska sarà più semplice in quanto ci si può facilmente recare nel vicino Eagle Glacier. Nello sci di fondo comunque noi ci consideriamo piuttosto fortunati in quanto coi rollerski durante l’estate tu puoi ricalcare per un buon 90% la perfetta tecnica che si adopera sulla neve. Così se anche non toccheremo la neve quest’estate, io credo che noi ci potremmo presentare comunque al massimo per l’inizio della stagione agonistica a Novembre. ».

Proprio il 3 Novembre si terranno le elezioni presidenziali per verificare se Donald Trump verrà rieletto e chissà se per l’occasione inventerà un nuovo slogan per ottenere un secondo mandato. Ventiquattro giorni dopo a Ruka, Gus Schumacher farà il suo debutto in Coppa del Mondo come pure qualche altro fondista della new age statunitense.

La prossima stagione coi Mondiali come vero highlight, ci darà già una prima indicazione di quanto l’America del fondo sarà grande in futuro. Oltre a confermare ai vertici Mondiali il trio Diggins-Bjornsen-Caldwell e verificare il valore di Gus ed i suoi giovani compagni di staffetta nel cross-country dei grandi , la stagione preolimpica ci mostrerà se i progressi di Julia Kern e Hailey Swirbul proseguiranno, se gli Ogden bros avvicineranno le posizioni di vertice, e se i ragazzi ancora in età junior continueranno a rimpinguare il medagliere a stelle e strisce facendo della stagione 2020-21 il prodromo per rendere davvero l’America del fondo la più forte della sua storia nel quadriennio che partirà da Pechino 2022.

Paolo Romanò

Ti potrebbero interessare anche:

SU