Sci di fondo - 30 luglio 2020, 13:51

Un ex biatleta spara un colpo al doping: arriva un test per individuare chi utilizza le trasfusioni di sangue

Anders Mannelqvist è CEO di un'azienda svedese, che ha sviluppato un test, oggi in fase di valutazione da parte dei laboratori WADA: "Fino a oggi chi utilizzava questa metodologia di doping sapeva di non essere pescato"

A sinistra Malm e a destra Mannelqvist (dal sito dell'azienda)

A sinistra Malm e a destra Mannelqvist (dal sito dell'azienda)

Potrebbe presto arrivare una vera e propria svolta nella lotta al doping. A breve, infatti, saranno effettuati dei test antidoping in grado di individuare gli atleti che hanno fatto uso di “doping ematico”, le trasfusioni di sangue.

In occasione del Mondiale di Seefeld del 2019, fu solo grazie all’intervento della Polizia, dopo un lungo lavoro di investigazione che venne colta in fragrante tutta l’organizzazione criminale. Le immagini di Max Hauke, sorpreso durante la trasfusione a poche ore dalla 15km in classico del Mondiale, fecero il giro del mondo. Proprio l’atleta austriaco ha successivamente affermato in un’intervista all’Expressen che «se non fosse stato per la Polizia, non mi avrebbero mai colto. Sarei ancora andato in giro a gareggiare dopo essermi dopato». Il doping ematico è stato spesso definito come una scappatoia per coloro che vogliono imbrogliare, tanto che l’importante è non destare sospetti, al punto che Hauke stesso ha ammesso di aver a volte rallentato in gara, perché aveva l’obiettivo di tirar fuori la grande gara in occasione del Mondiale.

Ora le cose dovrebbero cambiare. Anders Mannelqvist, ex biatleta svedese che partecipò alle Olimpiadi di Albertville, è il CEO della Pro Test Diagnostics, la società che sta rivoluzionando il lavoro dell’antidoping. Il ricercatore dell’azienda, Christer Malm, ha lavorato 14 anni per sviluppare un test in grado di rivelare questo tipo di doping. Ora il lavoro è terminato e la Pro Test Diagnostics ha sviluppato un kit del test, che è in fase di valutazione da parte dei laboratori WADA accreditati, a Stoccolma, Oslo e Parigi. «Fino ad ora abbiamo mantenuto la riservatezza sul nostro lavoro – ha affermato Malm all’Expressen – il laboratorio di WADA scriverà un rapporto di valutazione al termine del test. Probabilmente arriverà prima di fine anno. Successivamente, il quartier generale della WADA, a Montreal, approverà questa metodologia, in modo che possa essere utilizzata. Siamo vicini».

La WADA ha investito circa un milione di euro su questo progetto svedese sviluppato ad Umeå. Se tutto dovesse andare bene, addirittura questo test antidoping potrebbe essere utilizzato già in occasione delle Olimpiadi di Pechino 2022. «È davvero emozionante – ha affermato Mannelqvistfinalmente abbiamo un test utile. Abbiamo già parlato con le federazioni internazionali di sport invernali, biathlon, ciclismo e atletica. Tutti sono molto interessati, perché le trasfusioni di sangue sono state quasi impossibili da rilevare in passato. Questo farà la differenza».

Secondo Malm, presto gli atleti saranno costretti quindi a smetterla di far uso di queste pratiche: «Sappiamo che questo metodo è utilizzato, perché non è mai stato fatto alcun test. Se da atleta avessi deciso di barare, avrei utilizzato proprio le trasfusioni di sangue. Semplicemente raccogli il tuo sangue in estate e prima di una competizione importante lo inietti nel corpo e ne ottieni un effetto dopante. Ma questa possibilità non ci sarà più grazie a questo test»

G.C.

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