Sci di fondo | 08 settembre 2020, 07:26

Fondo - Paolo Rivero parla della nuova nazionale juniores femminile: "Avversarie forti come Siri Wigger devono essere uno stimolo"

L'allenatore delle azzurre a Fondo Italia: "Le ragazze hanno già fatto gruppo; in OPA Cup Junior troveranno avversarie di alto livello, che devono rappresentare però uno stimolo anziché uno scoglio"

Fondo - Paolo Rivero parla della nuova nazionale juniores femminile: "Avversarie forti come Siri Wigger devono essere uno stimolo"

È in corso a Isolaccia il terzo raduno della nazionale italiana juniores di sci di fondo, questa volta in compagnia del folto gruppo degli Atleti di Interesse Nazionale. Il giovane allenatore cuneese Paolo Rivero vivrà con grande interesse il raduno lombardo, dal momento che, oltre a guidare la nazionale juniores femminile, dopo tanti anni con quella maschile, è anche il coordinatore proprio del gruppo degli AIN. L’abbiamo incontrato la scorsa settimana, mentre nella sua Valle Maira, in provincia di Cuneo, si preparava ad allenare i bambini dello sci club locale. Dalla nostra chiacchierata ne è nata l’intervista che segue.

Buon pomeriggio Rivero. Com’è iniziata questa sua nuova avventura alla guida della nazionale juniores femminile?
«Innanzitutto è partita un po’ tardi come attività, in quanto abbiamo potuto fare il nostro primo raduno soltanto nella seconda metà di luglio. Fin da subito ad Obertilliach abbiamo creato un bel gruppo, con un raduno autogestito per rispettare al meglio le misure anti-covid. In Austria abbiamo avuto una settimana lunga, ben otto giorni di raduno, durante i quali ragazzi e ragazze facevano da mangiare, dormendo poi in camere singole. In questa prima occasione abbiamo cercato di dare tante indicazioni alle atlete, improntando il raduno in particolare sulla tecnica. Oltre a ciò, ci siamo preoccupati proprio di fare gruppo sia con le ragazze che con i ragazzi. Poi abbiamo avuto un lungo periodo di distacco prima di andare a Forni Avoltri per il secondo raduno. Se il primo l’avevamo improntato sulla tecnica, in Friuli abbiamo avuto un periodo con maggiore intensità per chiudere l’estate e approfittato della pista di skiroll per fare dei lavori specifici. Abbiamo fatto anche dei test, dei lavori di balzi ed allenamenti più tecnici, perché volevamo che le ragazze imparassero ad affrontare certi tipi di allenamento».

Al di là di Anna Rossi, il gruppo è completamente nuovo rispetto alla passata stagione. Siete già riusciti a creare uno spirito di squadra?
«Abbiamo un blocco con ben quattro atlete delle Alpi Centrali, che si conoscevano già dal periodo del comitato. È stato abbastanza facile l’inserimento anche di Sara Hutter e Nadine Laurent, provenienti da Val Venosta e Valle d’Aosta. C’è voluto poco a creare un bel gruppo, c’è un gran feeling tra le ragazze».

Al suo fianco alla guida della squadra è presente anche Michela Andreola. Come va la vostra collaborazione?
«Già la conoscevo dallo scorso anno, quando lavorava con la squadra Under 23. Lei mi dà una grandissima mano con le ragazze anche dal punto di vista comunicativo. Su alcune cose è per me facile confrontarmi con le atlete, quando parliamo per esempio di tecnica e allenamento, ma su altre tematiche è preziosa la presenza di una donna nello staff tecnico. Lei mi aiuta molto nella comunicazione, ma porta anche la sua fresca esperienza da atleta di alto livello, che ha un importante impatto sulle ragazze».

Può parlarci delle sei atlete che formano la squadra?
«Inizio dalle tre 2001. Abbiamo Anna Rossi, che quest’anno si presenta con un anno di esperienza in più in nazionale e nelle competizioni internazionali. È l’unica ad aver partecipato ai Mondiali Juniores di Oberwiesenthal. Sicuramente si sente questa esperienza in più. Ha iniziato la stagione facendo due raduni con il Centro Sportivo Carabinieri, presentandosi così all’attività di preparazione con noi già in una buona condizione. Tendenzialmente è un’atleta più orientata sulle sprint, ma l’obiettivo è di farla migliorare anche nelle distanze più lunghe. Sara Hutter è invece un’atleta più da distance, meno scaltra nelle dinamiche delle sprint. Ci siamo quindi posti per quest’anno l’obiettivo di farla migliorare sotto questo aspetto, sempre nell’ottica della squadra junior come ultimo step per cercare di colmare tutti i gap prima di entrare nel mondo senior. Giulia Cozzi è un’atleta matura, anche per il percorso che ha fatto, partendo da Piacenza, dallo Sci Club Bobbio, per poi trasferirsi nel bergamasco, fino a crescere ed entrare a far parte della squadra del Comitato Alpi Centrali. È una buona atleta nelle sprint, ma sta dando buoni segnali anche nei lavori più lunghi. In questo periodo sta attraversando un ottimo momento.
L’unica 2002 è Francesca Cola, di Bormio, che chiude il terzetto da atlete composto da lei, Anna e Giulia, che si allenano insieme in quell’area. Lei può far bene dappertutto sia nelle sprint che nelle distance. Lo scorso anno ha partecipato agli YOG, facendo esperienza. Anche nel corso degli allenamenti nel raduno di Forni Avoltri si è dimostrata in ottima condizione. È un’atleta super concentrata e molto metodica, è bello lavorare con lei.
Infine abbiamo le due 2003. Nadine Laurent ha vinto la Coppa Italia Under 18 e già da qualche hanno sta mostrando ciò che è capace di fare sia nelle sprint che nelle distance. È già a un ottimo livello, a testimonianza del buono lavoro svolto con il Comitato ASIVA. Con lei abbiamo inserito anche Lucia Isonni, per creare così questo gruppetto con un obiettivo più a lungo termine. Per l’immediato, però, potrebbero puntare già agli EYOF di quest’anno. Lucia è un’atleta molto determinata, al momento è più competitiva nelle distance, gare che le piacciono di più, ma ha buoni margini di miglioramento anche nelle sprint»
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Insomma spazio a due giovani 2003. Significa che c’è grande fiducia in queste ragazze.
«Abbiamo visto sia l’anno scorso sia negli anni precedenti, che queste due ragazze possono competere con le più grandi. Ovviamente hanno entrambe ancora tanto lavoro da fare e un bel margine di miglioramento. Sarà bello lavorare con loro».

Nel settore giovanile vi è stata una vera e propria rivoluzione con l’addio di Pietro Piller Cottrer e l’arrivo di Alfred Stauder. Qual è stato il suo primo impatto con il nuovo responsabile?
«Ci tengo a dire che mi ha fatto molto piacere ricevere la conferma da Freddy Stauder. È una persona molto entusiasta, un appassionato del nostro sport, di grande esperienza e non perde occasione di dare consigli a noi tecnici e agli atleti durante i ritiri. Cercheremo di fare il massimo in questa stagione, che anche per lui non sarà facile dal punto di vista gestionale ed organizzativo. Voglio però mandare un saluto e un ringraziamento a Pietro Piller Cottrer. Personalmente mi è dispiaciuto per la sua esclusione, perché con lui mi sono trovato bene sia dal punto di vista tecnico che personale. Al di là degli ottimi risultati che abbiamo ottenuto».

A Isolaccia siete in raduno con il gruppo Atleti di Interesse Nazionale, del quale lei è coordinatore.
«I raduni con gli atleti di interesse nazionale sono sempre stati un’ottima occasione per i tecnici della squadra di conoscere questi atleti già durante l’estate, parlare con i loro allenatori. È importante, affinché nel momento in cui, durante l’inverno, alcuni di questi atleti si dimostrano all’altezza della convocazione per partecipare alle gare internazionali con la nazionale azzurra, non sono a noi sconosciuti, in quanto si sono già messi in mostra durante i test estivi. Conoscendoli, sarà per noi più facile selezionarli nel corso dell’inverno».

Ultima domanda. Al di là di Fossesholm, che è un fenomeno assoluto, possiamo dire che anche nelle gare di OPA Cup Junior le nostre atlete troveranno un livello piuttosto alto. In particolare le svizzere hanno veramente impressionato nelle ultime stagioni. Quanto sono distanti le azzurre dalla possibilità di colmare il gap con fondiste del calibro di Siri Wigger?
«In questo caso parliamo di un altro fenomeno. Pur essendo solo del 2003, Siri Wigger è presente in OPA Cup Junior da due anni, nonostante la giovanissima età ha già vinto delle gare e ha ottenuto anche la medaglia ai Mondiali. Non dimentichiamoci poi di Anja Webber, che già a partire dai Giochi del Mediterraneo Estivi, nei quali vinse la medaglia nel triathlon, ha dimostrato di essere una grandissima atleta. Per le nostre fondiste si tratta di avversarie durissime, ma anche di un punto di riferimento. È bello sapere che questa atlete sono da podio a livello mondiale. Ciò significa che arrivare a 30” o un minuto da loro in OPA Cup, vuol dire essere a 30” o un minuto dal podio mondiale. Quindi atlete del genere devono essere un punto di riferimento e uno stimolo, anziché rappresentare uno scoglio. Sicuramente si tratta di atlete veramente forti, le azzurre dovranno impegnarsi al massimo per chiudere questo gap e magari con il tempo raggiungerle».

Giorgio Capodaglio

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