Biathlon - 07 ottobre 2020, 11:42

Biathlon - Cinque giorni di pre-isolamento e doppia mascherina: la nazionale norvegese ha raggiunto Lavazè

Tre settimane di raduno in quota nella località fiemmese per la squadra norvegese, che sta prendendo tantissime misure di sicurezza: "Allenarci in quota è per noi molto importante" ha affermato Eckhoff

La nazionale norvegese di biathlon ha raggiunto Lavazè per il suo primo e unico raduno in quota. Un viaggio fortemente voluto dallo staff tecnico e dirigenziale della squadra norvegese di biathlon, ma anche dagli stessi atleti che ritenevano necessario passare qualche giorno in alta quota.

Oltre a Johannes Bø e Marte Olsbu Røiseland, che avevano già precedente annunciato la loro rinuncia al viaggio –  il primo per stare vicino alla sua famiglia, la seconda per un problema fisico – ha dato forfait all’ultimo momento anche Tarjei Bø, perché non al meglio fisicamente per sostenere un raduno in quota, secondo quanto riferito dall’allenatore Egil Kristiansen.

Il resto della squadra ha raggiunto la località fiemmese passando via Monaco di Baviera. Un viaggio organizzato alla perfezione in termini di sicurezza per ridurre al minimo i rischi di infezione degli atleti. Ogni partecipante al raduno ha infatti dovuto fare cinque giorni di isolamento in Norvegia prima della partenza, per non rischiare di contrarre il virus da amici o parenti. Grandi accortezze prese anche sull’aereo. La squadra ha viaggiato separatamente rispetto agli altri passeggeri e il cibo è stato cucinato e servito agli atleti dal loro chef personale, che in questi giorni prenderà possesso anche della cucina dell’Albergo Dolomiti, dove soggiorna la squadra. Inoltre per tutta la durata del viaggio tutti hanno dovuto indossare una doppia mascherina, come si è potuto notale dall’immancabile video social di Tiril Eckhoff e Ingrid Landmark Tandrevold.

Proprio quest’ultima ha spiegato a NRK: «Abbiamo una mascherina che ci protegge molto bene, ma non è abbastanza per proteggere anche chi è intorno a noi. Così ne indossiamo due e proteggiamo tutti. Cerchiamo di rendere tutto il più sicuro possibile ora che viaggiamo in aereo».

Christiansen ha svelato che prima della partenza, gli atleti hanno ricevuto anche una mail da studiare a fondo, una sorta di vademecum per ridurre il rischio di infezioni: «Penso siano state prese tutte le precauzioni – ha affermato l’atleta – come il pre-isolamento, non ci è permesso di lasciare la nostra bolla, non siamo autorizzati a comprare cibo in Germania e nemmeno in Italia. Dovremo mangiare pranzo al sacco per l’intero viaggio. Penso che passeremo tre settimane senza incontrare altre persone, quindi sono abbastanza sicuro che abbiamo fatto tutto per bene».

Obblighi comportamentali necessari per potersi permettere di viaggiare, nonostante il governo norvegesi sconsigli di recarsi in Europa. A differenza della nazionale di fondo, che invece è rimasta in patria. «Abbiamo un buon programma – ha ribadito Christiansen – se fossi un fondista sarei frustrato».

Per Eckhoff è troppo importante fare almeno un raduno in quota per non avere alcun svantaggio rispetto alla concorrenza centro europea: «So che i tedeschi si allenano in quota tutto l’anno, anche gli italiani hanno fatto dei raduni in quota. Solo noi che siamo in Norvegia non possiamo farlo e non abbiamo l’opportunità di allenarci bene come gli altri. In patria ci siamo allenati molto bene, ma non abbiamo avuto la possibilità di fare questo genere di allenamento. In vista delle Olimpiadi è importante farlo».

G.C.