Sci di fondo - 29 dicembre 2020, 12:40

Sci di Fondo - Intervista al DT azzurro Marco Selle: "Al Tour de Ski contingente ridotto a causa del Covid" (2^ parte)

Criteri di convocazione, la scelta di schierare meno atleti al via forzata dalla pandemia, le parole sulle donne italiane per il Tour de Ski del Direttore Tecnico della nazionale

Greta Laurent e Lucia Scardoni durante il raduno a Senales

Greta Laurent e Lucia Scardoni durante il raduno a Senales

Dopo la prima parte incentrata sulle difficoltà legate alla pandemia e le rinunce nordiche del primo mese di Coppa del Mondo, pubblichiamo la seconda parte della lunga intervista al Direttore Tecnico azzurro Marco Selle. Seguirà una terza che tratterà i convocati del settore maschile.

Il Tour de Ski (1-10 gennaio 2021) si avvicina e la squadra italiana si presenta con un mix di atleti più navigati e giovani in cerca di un fondamentale salto di qualità. 

Le scelte della direzione agonistica non sono state solo tecniche. Per cause di forza maggiore hanno dovuto tenere in considerazione le ovvie difficoltà logistiche e organizzative in tempo di pandemia. 

Marco, guardiamo avanti al Tour de Ski. Quali sono stati i criteri di selezione?

Quando devi fare delle convocazioni ci sono diversi aspetti da valutare, in primis i risultati e le potenzialità che i tecnici vedono negli atleti. In questo caso il limite di contingente non è stato sfruttato completamente. La scelta di chi portare è l'espressione dei tecnici della direzione agonistica. Sono in 5 a decidere, io e gli allenatori responsabili delle squadre seniores, che poi inoltrano i nominativi alla FISI.

Infatti, una volta diramata la lista dei convocati italiani per il Tour de Ski, che avendo ben due tappe italiane a Dobbiaco e in Val di Fiemme prevede un bonus di contingente, si è notato che non è stato utilizzato completamente. Per quale motivo?

Avremmo avuto la possibilità di schierare 20 atleti, 10 uomini e 10 donne. Tuttavia, muovere tante persone in questo periodo così delicato, comporta problemi superiori. 14 atleti, 7 e 7, da gestire in crisi pandemica, è ben più complesso rispetto a 20 in condizioni normali.

Venendo ai convocati, inizierei dalle donne veloci. Lucia Scardoni è stata un po' il riferimento in questo avvio di stagione. E' apparsa in generale più completa in tutto. E' piaciuto l'atteggiamento nelle sprint che, pur in assenza di norvegesi e svedesi, l'ha vista combattiva contro atlete già capaci di vincere o fare podio al cospetto di tutte le più forti.

Lucia è più completa rispetto al passato sia dal punto di vista atletico che tecnico, ma soprattutto mentale. La vedo ancora più convinta e maturata in quest'ultimo anno. Tutte queste cose messe assieme le permettono di avere la costanza di rendimento mostrata nella prima parte di stagione. Credo che questo si possa tradurre in una prestazione da classifica generale migliore rispetto agli anni passati.

Il suo comportamento nei turni della sprint di Dresda, 6^ nella prima finale skating della carriera, ha ricordato quello tenuto nella sprint in classico della Val di Fiemme del gennaio scorso, quando ottenne con il 5° posto il miglior risultato in carriera: tre turni tutti molto tirati e una gran tenuta fisica fino all'atto finale.

E' scaltra e capace di leggere la gara. In partenza non è dotata di uno spunto veloce tipico delle sprinter, ma sa come interpretare i turni e la scelta delle batterie.

Di contro, Greta Laurent continua ad avere i suoi problemi con lo scoglio dei quarti di finale. Dopo l'ottimo risultato, 7^ con miglior piazzamento in carriera, nella durissima sprint in salita di Åre lo scorso inverno, credi sia una questione di tattica o di motore?

In quella gara (vinta da Therese Johaug oltretutto, n.d.r.), se non si aveva motore non si arrivava in cima. Vedere quella rampa dal vivo era impressionante. Le qualità ci sono, deve riuscire a leggere meglio la gara.

Passiamo alle più esperte Elisa Brocard e Ilaria Debertolis, le quali cercano di rilanciarsi in un contesto più qualificato di Davos.

Elisa e Ilaria si sono qualificate attraverso delle buone prestazioni nei test e nelle gare fatte finora. La convocazione se la sono conquistata sul campo. Dato che sono abbastanza polivalenti, hanno ben otto possibilità in otto gare di fare risultato, sia nelle gare veloci che nelle distance. Loro sono la dimostrazione che chi rimane fuori dalle squadre nazionali può rientrare in gioco attraverso i risultati. Mi auguro che si tolgano soddisfazioni.

Infine le giovani. Anna Comarella dai Mondiali di Seefeld 2019 ha dimostrato di poter diventare una delle migliori venti fondiste distance al mondo. Ora si tratta di alzare le punte di rendimento.

Anna è l'atleta più costante. Da ragazzina 15enne era già in grado di fare la staffetta ai Mondiali juniores. Nella scorsa stagione è stata la fondista italiana in grado di fare più punti di Coppa del Mondo. Non è in squadra A solo per una questione anagrafica che ci ha portato a inserirla nel progetto Milano-Cortina 2026. Mi aspetto che si faccia trovare pronta, soprattutto per un buon piazzamento nelle distance in classico.

La coetanea Francesca Franchi si trova a dover riscattare lo sfortunato ritiro dello scorso Tour de Ski.

Francesca cadde nella prima gara a Lenzerheide e si infortunò. Questo complicò il resto della sua stagione. A inizio dicembre a Goms in OPA Cup, ha fatto una cosa di altissimo valore vincendo la 10 skating con distacco su atlete di caratura (rifilò un minuto di distacco a Nadine Fähndrich poi 12^ a Davos, n.d.r.), ma già in fase di preparazione si capivano le sue potenzialità. Ha fatto capire che ha delle qualità da mettere in pista anche a questi livelli. Anche lei è abbastanza completa e con otto gare a disposizione, mi auguro che la sfortuna dello scorso anno venga compensata da buoni risultati.

Infine la fondista al debutto, che porta un pesante cognome per lo sci di fondo italiano e internazionale, Martina Di Centa, figlia di Giorgio e nipote di Manuela, pluricampioni olimpici.

Martina la conosco da quando era una ragazzina che partecipava ai camp di Futur FISI. Avere alle spalle una famiglia di campioni è utilissimo per la sua crescita. Va solo lasciata tranquilla. Quest'anno ha fatto un grossissimo salto di qualità per essere al primo anno di categoria under 23. E' qui per fare esperienza guardando al futuro, ma la convocazione l'ha ottenuta sul campo attraverso le gare di qualificazioni in Coppa Italia a Dobbiaco e la OPA Cup di Val Formazza.

Davide Bragagna

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