Sci di fondo - 24 febbraio 2021, 21:47

Oberstdorf 2021 - Il personaggio, Eduardo Arteaga: "Nello sci di fondo ho trovato la capacità di resistere, affrontare e superare le difficoltà"

Il venezuelano ha partecipato mercoledì alla qualificazione al Mondiale di Oberstdorf: "Lo sci di fondo è come la vita, devi saperti muovere in un terreno difficile"

Come da tradizione, la giornata d’apertura del Mondiale di sci nordico è stata dedicata alle qualificazioni. In pista atleti provenienti da nazioni che sembrano quasi improbabili nella geografia dello sci di fondo, ma che spinti da una passione enorme e da eventi della loro vita che li ha portati a spostarsi dal paese d’origine, si tolgono la gioia di rappresentare la propria patria in pista.

Anche per gli addetti ai lavori è l’occasione ghiotta di conoscere e raccontare le storie di vita di queste persone e di una passione smisurata. Nella mixed zone di Oberstdorf abbiamo avuto l’opportunità di parlare con Eduardo Arteaga, che a 43 anni ha gareggiato in un Mondiale giungendo 83°.

È il suo primo Mondiale?
«Si è il mio esordio in un Mondiale e soltanto la mia seconda gara ufficiale. Ne avevo fatte già tante altre, ma nessuna FIS. Ho disputato la mia prima competizione FIS lo scorso gennaio nello Utah, proprio per qualificarmi e venire qui».

Vive ancora in Venezuela?
«No, ormai da vent’anni ho lasciato il Venezuela e vivo a Minneapolis in Minnesota. Lì ho incontrato colei che è diventata mia moglie e da lei ho avuto tre figli, tutti maschi, che hanno sette, cinque e tre anni. Si chiamano Andrès, Sebastian e Lorenzo. Mia moglie è statunitense, ma ha il papà giapponese e la mamma norvegese. Dovreste vedere quanto è bella. La amo».

Quando ha iniziato a praticare sci di fondo?
«Ho cominciato per divertimento dieci anni fa. Ho iniziato a gareggiare da tre anni, perché in realtà prima facevo triathlon ed anche l’ironman».

Come mai si è appassionato così tanto allo sci di fondo? Qual è la cosa che più le piace?

«Lo sci di fondo è uno degli sport più complicati al mondo, più difficile del nuoto o dell’atletica. Richiede una tecnica impeccabile, tanta forza e soprattutto la capacità di adattarsi alle situazioni, che secondo me è la cosa più bella di questo sport, in quanto bisogna sapersi muovere anche nelle difficoltà. In questo lo sci di fondo è come la vita. Vivere significa muoversi sempre in un terreno difficile, perché non c’è mai nulla di semplice. La cosa più importante è il modo in cui si reagisce alle situazioni che si presentano. Nello sci di fondo ho trovato questo, la capacità mentale di resistere, affrontare e superare le difficoltà. Se riesci a fare questo, allora nella tua vita puoi al meglio tutte le cose, con tua moglie, la tua famiglia, i tuoi amici, al lavoro. Affronti i problemi e migliori attraverso di essi».

Chi è il suo fondista preferito?
«Ogni appassionato di sci di fondo è il mio fondista preferito».

Giorgio Capodaglio