Sci di fondo | 23 aprile 2021, 13:16

Biathlon - Stina Nilsson: "Ingiusta tutta questa attenzione mediatica, altre facevano meglio e non venivano intervistate"

L'ex fondista svedese ha parlato della sua prima stagione nel biathlon: "Sono cresciuta tanto nel corso della stagione; lo sci di fondo? Un bellissimo capitolo chiuso; il ritmo sugli sci? Sciare con la carabina è diverso"

Foto Stancik-IBU

Foto Stancik-IBU

Al termine della sua prima stagione nel biathlon, Stina Nilsson ha lasciato il suo appartamento di Östersund per rilassarsi a Mulang, dove vive la sua famiglia e ha appena costruito una casa in riva ad un lago all’interno di un bosco. Anche dopo una stagione che emotivamente le ha chiesto tanto, però, Stina Nilsson non dimentica mai il biathlon, questo suo nuovo amore, tanto da aver iniziato a pensare di costruirsi anche un poligono di tiro proprio vicino alla nuova casa per poter comunque allenarsi.

Anche in vacanza, la fondista svedese ha concesso un’intervista all’Expressen, al collega Tomas Pettersson, penna principale del sito svedese per quanto riguarda però lo sci di fondo, che la conosce ovviamente da anni. Stina Nilsson è stata l’atleta più attesa della stagione del biathlon, alcuni immaginavano, esagerando, di vederla in Coppa del Mondo sin dall’inizio, magari già protagonista al Mondiale di Pokljuka. Idee che però l’ex fondista non aveva mai avuto. «Avevo sempre detto che il mio primo obiettivo era intanto diventare una biatleta – ha ricordato la svedese – non sapevo di biathlon più di quanto vedessi in tv. Sicuramente ho vissuto anche dei periodi duri quest’anno, in cui le cose non andavano come avrei voluto, né al poligono né in pista. Mi sono trovata ad affrontare molte cose nuove che per me erano piuttosto difficili da gestire».

Alla domanda se nel corso della stagione avesse mai avuto dubbi sulla sua scelta di lasciare il fondo per il biathlon, Nilsson ha risposto in maniera piuttosto decisa: «No, mai. È stata una decisione che veniva da dentro di me, sentivo una voce che mi diceva “Fallo, Stina! Ce la farai”.  A maggior ragione è stato incredibilmente bello quando sono riuscita finalmente ad invertire la tendenza».

Dopo la sofferenza iniziale, infatti, Nilsson ha iniziato a progredire, fino a venire anche convocata per la tappa finale della Coppa del Mondo ad Östersund, ottenendo anche due ottimi piazzamenti, 26ª nella sprint e 22ª nella pursuit. «È stato molto divertente. La mia intera stagione è stata un lungo viaggio di sviluppo. Ho iniziato ad un livello a dicembre, ma sono cresciuta così tanto che quando ho esordito in Coppa del Mondo ho sentito che finalmente faccio davvero parte di questo mondo. È stato fantastico. Così dannatamente divertente! Già solo poter gareggiare tra i miei idoli, avere quella possibilità e coglierla. Probabilmente ho capito di essere una biatleta al cento per cento».

Stina Nilsson ha avuto tanta esposizione mediatica in stagione fin dal suo esordio in IBU Cup. Così anche se arrivava oltre il novantesimo posto si trovava comunque a dover rispondere alle domande dei media, mentre compagne di squadra che avevano ottenuto dei buoni risultati non venivano cercate. Una situazione che in qualche modo ha imbarazzato anche lei. «L’attenzione nei miei confronti è stata veramente grande all’inizio. Ho trovato ingiusta questa cosa. I media hanno rivolto la loro attenzione nella direzione sbagliata. C’erano altre ragazze in IBU Cup che hanno ottenuto ottimi risultati e non sono state notate affatto. Avrebbero dovuto essere altre le atlete sotto i riflettori, non io. C’erano atlete che chiudevano in cerimonia floreale tra le prime sei, ma alla fine io arrivavo molto indietro e facevo sei o sette interviste. È stato strano, perché erano loro a meritare l’attenzione mediatica».

Una domanda che si è sentita porre spesso ha riguardato il suo ritmo sugli sci. Molti davano per scontato che Stina Nilsson avrebbe immediatamente dato ampi distacchi a tutte le altre. In fin dei conti ha vinto cinque medaglie olimpiche e sette mondiali nello sci di fondo. «In realtà chi ha davvero familiarità con il biathlon capisce qual è la differenza. È davvero diverso sciare con la carabina sulla schiena, almeno per me. Ancora oggi sto cercando di migliorare anche in questo aspetto».

Nilsson ormai si sente solo una biatleta, per questo motivo non è riuscita a rispondere quando le è stato chiesto che risultati otterrebbe oggi nello sci di fondo: «In realtà non so come andrei in una sprint, perché ciò che sto facendo ora è quanto di più lontano da quello. Ma forse in una distance …. in realtà non lo so. No, probabilmente non voglio più pensare a me come fondista, sono una biatleta. Ho fatto la mia scelta. Mi sembra stupido pensare a cosa otterrei in un altro sport».

Ovviamente l’ex fondista ha visto in tv i Mondiali di Oberstdorf. «Si ho guardato alcune gare e sono stata davvero felice per Jonna (Sundling, ndr), si meritava davvero l’oro nella sprint».
Nilsson ha parlato anche di Linn Svahn, che al contrario ha vissuto un Mondiale ben al di sotto delle aspettative: «Mi rivedo un po’ in Linn, perché sono stata un più o meno nella stessa situazione ai Mondiali di Lahti nel 2017. Ma Linn ha tutte le opportunità al mondo per rifarsi».

In chiusura di intervista, Stina Nilsson ha anche svelato di non aver mai pensato di voler essere lì ad Oberstdorf, mentre guardava le gare del Mondiale: «Sarebbe stato triste e preoccupante se avessi avuto la voglia di essere lì. Non è accaduto e ciò è una bella sensazione. La mia carriera da fondista è ormai un capitolo della mia vita di cui sono molto contenta, ma è chiuso». 

G.C.

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