Sci di fondo - 07 maggio 2021, 07:27

Fondo - Ustiugov su Bolshunov: "Parliamo poco perché tende a chiudersi nella sua bolla"

Il russo parla del suo connazionale, che nei weekend di gara non comunica con alcun compagno: "Ma alla fine perché rompere la sua bolla? Così sta ottenendo risultati"

Foto di Michele Gaspari

Foto di Michele Gaspari

Si allenano in due gruppi diversi della nazionale russa e in Coppa del Mondo si sono trovati spesso a rivaleggiare. Tra Alexander Bolshunov e Sergey Ustiugov non c’è amicizia ma una concorrenza leale.

I due atleti russi non parlano moltissimo tra loro, come ha confermato per l’ennesima volta lo stesso Ustiugov in un’intervista pubblicata su skisport.ru: «Nel corso della Marathon di Ugra 2021 siamo stati spesso insieme – ha raccontato il russo che quest’anno si allenerà con Pellegrino – sul bus, in conferenza stampa, in albergo, facevamo colazione, cenavamo e correvamo insieme. Alcune parole ce le saremo anche scambiate. Ma se ci riferiamo ai raduni, le tappe di Coppa del Mondo o i Mondiali, posso andare da qualsiasi altro atleta della squadra, entrare nella sua stanza e parlare della vita, ma non con Sasha Bolshunov».

Ustiugov ha spiegato che il vincitore delle ultime due classifiche generali di Coppa del Mondo in queste occasioni vive in maniera molto distaccata rispetto al resto della squadra. «Dipende da lui. Sono un atleta amichevole, lo è anche Sasha. Ma ha la sua bolla, in cui si sente a suo agio. Bolshunov entra in questa bolla, si prepara per le gare restando dentro di essa e non c’è alcun motivo per distruggerla in quanto porta risultati. A lui va bene comunicare soltanto con sua moglie Anna. Ho un bel dialogo con gli atleti del suo gruppo, ma non ho la minima idea di come Alexander comunichi con loro».

Nella stagione 2019/20, fino al Tour de Ski i due russi erano in lotta l’uno contro l’altro per la vittoria della classifica generale. Poi dopo l’evento a tappe, Ustiugov concluse praticamente la sua stagione una volta diventato papà. Eppure non ha alcun rimpianto o forma d’invidia nei confronti del connazionale: «Lo confesso, sono stato molto contento della sua vittoria, perché ha vinto un atleta con cui ho gareggiato spesso insieme ed anche battuto in alcune occasioni. Quindi ho capito che anch’io potrei vincere la Coppa del Mondo. In quel periodo è nata mia figlia Kira, sono andato a casa e mi sono ammalato. Ma non importa, la nascita di un figlio è un evento più bello dell’oro olimpico. Anche se non l’ho mai vinto».

Giorgio Capodaglio

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