Olimpiadi - 19 maggio 2021, 10:22

Pechino 2022, la proposta della portavoce della Camera degli Stati Uniti: "Boicottaggio diplomatico"

Si è svolta martedì negli USA un'audizione bipartisan sulle Olimpiadi di Pechino; Nancy Pelosi ha proposto un boicottaggio diplomatico che spingerebbe i capi di stato a non recarsi in Cina per le Olimpiadi

Pechino 2022, la proposta della portavoce della Camera degli Stati Uniti: "Boicottaggio diplomatico"

Nonostante la netta presa di posizione del Comitato Olimpico e Paralimpico Statunitense, che ha chiesto attraverso una lettera di lasciare partire gli atleti per le Olimpiadi Invernali di Pechino, proseguono in tutto il mondo le discussioni su un possibile boicottaggio dei Giochi che il prossimo febbraio si svolgeranno in Cina. Evento che è stato assegnato a questa nazione il 31 luglio 2015, quindi ben sei anni fa. Bene ricordarlo, in quanto forse certe argomentazioni andavano tirate fuori precedentemente, anziché a pochi mesi dall’evento.

Nella giornata di ieri è intervenuta ufficialmente anche Nancy Pelosi, portavoce della camera degli Stati Uniti, che ha però proposto un boicottaggio diplomatico, che forse sarebbe più sensato rispetto a quello degli atleti. La richiesta del politico dei Democratici, il partito del presidente Biden, al Congresso degli USA in occasione di un’audizione bipartisan sulla questione olimpica, è di spingere tutti i capi di stato a non recarsi in Cina a febbraio. «Quello che propongo – ha affermato – è un boicottaggio diplomatico, in un cui i paesi leader del mondo neghino la loro partecipazione alle Olimpiadi. Non onoriamo il governo cinese facendo andare i capi di stato in Cina. Che i capi di stato vadano in Cina alla luce del genocidio in corso, solleverebbe la domanda circa l’autorità morale per parlare di nuovo di diritti umani in qualsiasi parte del mondo».

Tre anni fa, nel 2018, un gruppo indipendente delle Nazioni Unite, ha dichiarato di aver ricevuto dei rapporti credibili secondo cui almeno un milione di uiguri ed altri musulmani erano stati detenuti nei campi della regione cinese dello Xinjiang. Pechino li descrive come centri di formazione professionale per debellare l’estremismo e respinge fermamente le accuse di abusi e genocidio.

Come riportato dal Guardian, la portavoce dell’ambasciata cinese a Washington, Liu Pengyu, si è scagliata contro gli USA: «Mi chiedo cosa faccia pensare ad alcuni politici statunitensi di avere effettivamente la cosiddetta autorità morale. Sulle questioni dei diritti umani, non sono nella posizione, né storicamente né attualmente, di fare critiche contro la Cina».

Non sono soltanto gli USA a parlare di boicottaggio, in quanto se ne sta discutendo anche in Gran Bretagna, in Norvegia ed in Olanda. Ovviamente se ne parlerà sempre di più nei prossimi mesi, anche se la proposta di Nancy Pelosi appare quella più logica. Certo, poi forse bisognerà fare qualcosa di più per fermare ciò che starebbe accadendo in Cina, ma non dovrà essere lo sport a farlo.

G.C.

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