Biathlon - 09 settembre 2021, 19:40

Biathlon – Kaisa Mäkäräinen: ”Devo al mio personal coach Jarmo Punkkinen il mio amore per l’italia”

Prima parte dell’intervista-celebrazione che la biathleta finlandese ha concesso a Fondoitalia.it, nella quale lei racconta le numerose attività nel periodo post gare ed alcuni curiosi aneddoti riguardo il suo passato da biathleta.

Romaniemi Oy

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Da quando, da quel oramai già lontano 14 Marzo 2020, sfiorando il podio numero ottanta nella sua Kontiolahti, Kaisa Mäkäräinen ha chiuso la sua lunga e gloriosa carriera, la biathleta più vincente di Finlandia non ha certo passato il tempo ad osservare i numerosi trofei e le medaglie ottenute in carriera.

In questo anno e mezzo passato senza carabina appesa alla schiena, abbiamo visto Kaisa impegnata in varie attività, alcune al di fuori del suo usuale ambito invernale in cui esibiva la propria passione con gli sci ai piedi.

In principio, assieme agli amici Kalle Lassila e Ville Nousiainen, ha iniziato la sua nuova attività di coach allenando un gruppo di ragazzi, principalmente under 20, rimasti fuori dai quadri nazionali del biathlon finlandese. La scorsa estate, assieme ad altri campioni finlandesi di vari sport ha preso parte al talent televisivo ”Mestareiden Mestari” (il campione dei campioni) nel quale ex atleti di alto livello competono uno contro l’altro in varie e differenti prove. Ad inizio di questo 2021 il canale finlandese Yle l’ha celebrata come ambasciatrice dello sport finlandese nel tradizionale Gala che assegna i premi di sportivo dell’anno con tanto di concerto finale a lei interamente dedicato.

In seguito, in occcasione dei Mondiali di biathlon di Pokljuka, Mäkäräinen è tornata nel suo ambiente naturale ben destreggiandosi nel ruolo di esperta per la Tv nazionale finlandese. Non paga di questo, lo scorso giugno ha dominato la celebre Jaama run, gara podistica sui 12km che si disputa nei dintorni di Kontiolahti. Poi dopo una vacanza attiva passata questa estate nella sua amata Italia, scalando le principali vette della Valle d’Aosta, Kaisa ha rimbracciato il fucile, perlomeno solo in piazzola, gareggiando e vincendo sia la sprint che la mass start nei campionati di biathlon estivo di corsa campestre disputati a fine agosto a Tuusula. Campionati finlandesi che si sono dimostrati un’ottima scusa per rimanere in buona condizione e riprendere il feeling interrotto con la fedele amica carabina sinivalkoinen: «Ora la maggior parte delle volte faccio allenamenti per circa un'ora andando piano, ma in vista dei campionati finlandesi estivi di biathlon, questo evento locale mi ha dato una buona motivazione, quindi mi sono preparata di più.»

Non proprio un leggero programma da pensionata del biathlon per la trentottenne nativa di Ristijärvi.

«Ma tutte queste attività che ho fatto sono state brevi. A causa del Covid che è iniziato e ha bloccato praticamente tutto da quell'ultima gara a Kontiolahti, non ho potuto avere impegni o incontri con i miei sponsor dopo essermi ritirata dal biathlon. La maggior parte delle settimane sono rimasta a casa da sola senza fare nulla, andando un pò ad allenarmi solo per cercare di rimanere in forma e non rimanere sdraiata sul divano tutti i giorni ad annoiarmi e anche la scorsa primavera in realtà non ho fatto nulla. Molti mi hanno chiesto di partecipare a più programmi televisivi ma alla maggior parte di loro ho detto di no», ci contraddice subito una sempre in forma, e senza un solo etto in più del suo abituale peso gara, Kaisa Mäkäräinen quando la incontriamo all’interno della sala stampa del Kontiolahti ski klub, che ci propone la vista del poligono nel quale ha incomiciato la carriera da biathleta nel 2003, nella lunga e cordiale conversazione che la sempre amabile e cordiale ragazza finlandese ci concede.

Non paga di tutti i trofei conquistati in carriera, accanto al ruolo di ambasciatrice dello sport finlandese, Mäkäräinen dalla sua terra d’adozione nel periodo vissuto con la carabina sulle spalle, ha ricevuto il prestigioso titolo di ambasciatrice e sviluppatrice per la regione della Carelia finlandese. «Kaisa Mäkäräinen e’ stata un esempio per la popolazione della sua regione, ha sempre mostrato una sana autocritica e ha dimostrato che analizzando il proprio lavoro e sviluppando se stessa, è possibile essere tra i migliori al mondo in campi molto impegnativi» questa la motivazione della giuria composta dal consiglio regionale, dagli imprenditori, dalla Camera di Commercio locale, dalla città di Joensuu e dalle università della Carelia finlandese. Kaisa si dice contenta ed estremamente grata di questo ulteriore riconoscimento anche se lei ha sempre preferito i trofei vinti sui tracciati, piuttosto che quelli arrivati da nomination esterne: «Questo “Pohjois-Karjalan Maakunnan kehittäjä” è una specie di riconoscimento che danno ogni anno ad una persona che ha fatto qualcosa di buono per questa zona e lo scorso inverno sono stata scelta io. Ne sono orgogliosa se la gente pensa che ho fatto qualcosa di buono per l'area della Carelia, ma è arrivato l'anno scorso e l'anno scorso non è stato un anno di qualità nella mia vita. Ma nel mio caso forse hanno guardato di più alla mia carriera e non al solo anno 2020. Personalmente da ateta preferisco quei premi ricevuti sulla base di numeri reali e risultati concreti come le sfere di cristallo che ho ottenuto, invece che premi basati sui voti e sull'interesse delle persone. Ovviamente è bello che altre persone al di fuori dello sport pensino che io abbia fatto qualcosa di buono per la mia zona o per il mio paese attraverso lo sport, ma l’albo d’oro dei miei risultati sportivi rimane li per sempre.»

Dopo la sua ultima gara ufficiale disputata a Kontiolahti, nell’Aprile 2020, la sua città natale di Ristijärvi le aveva preparato la grande festa finale, aggiudicandosi l’organizzazione dei Nazionali di sci di fondo. Ma a causa del Covid l’ultimo saluto è stato cancellato e rimandato di un anno. Kaisa, nonostante avesse già chiuso officialmente la carriera agonistica, ha mantenuto la promessa fatta al locale Comitato Organizzatore, inaugurando lo scorso aprile il nuovo impegnativo tracciato e la salita “Kaisan nousu” a lei dedicata per poi disputare, preparandosi al meglio, la 30 km finale a tecnica libera conclusa con un buon quinto posto. La nativa di Ristijärvi ci racconta quel weekend vissuto in maniera un po' agrodolce non confermando con una risata ironica che quello sia stato il suo ultimo atto ufficiale della sua prestigiosa carriera: «Vedremo se è stata l’ultima, (eheh.) A Ristijärvi, i Campionati finlandesi di sci di fondo avrebbero dovuto essere l'anno prima e sarebbe stato il posto giusto per finire la mia carriera ufficiale in casa ma a causa del Covid è stato rimandato. Quindi avevo promesso al Comitato Organizzatore locale la mia presenza e con piacere ho gareggiato li. Durante la 30 km c'era neve bagnata e ho avuto difficoltà con i miei sci dopo il settimo chilometro ma è stato lo stesso per la maggior parte delle altre ragazze, quindi è stato un weekend difficile da quel lato ma comunque è stato bello gareggiare lì. Ma non posso dire di aver gareggiato sulla mia pista di casa perché a Ristijärvi ci ho sciato la maggior parte del tempo quando avevo meno di sedici anni e su tracciati diversi prima di frequentare il liceo a Vuokatti e trasferirmi in seguito a Joensuu. Quella nuova pista era un anello di dieci chilometri e quella salita che ora porta il mio nome in passato veniva usata per lo sci alpino e non l’ho mai provata per lo sci di fondo in passato, quindi era nuova per me. Ma sono davvero orgogliosa della mia città natale di 1600 persone, che vivono nel piccolo villaggio di Ristijärvi e hanno reso possibile tutto questo nella mia ultima gara ufficiale, preparando questo circuito di 10 km così impegnativo.»

Tu sei passata al biathlon nella primavera del 2003. Cosa ricordi del tuo primo giorno al poligono con la carabina in mano?

“In realtà non molto, a parte il vecchio fucile pesante che mi fu dato quel giorno dal mio club qui di Kontiolahti la prima volta che ho provato a sparare. Ricordo l'anno dopo quando finalmente ho avuto la mia nuova carabina che ho comprato quando ho deciso che il biathlon sarebbe stata la mia disciplina. Ricordo le moltissime ore trascorse al poligono di tiro in questo posto. Ma ora è un bene che qui a Kontiolahti abbiamo un centro per il biathlon di livello mondiale sotto tutti gli aspetti sportivi. In questo l’IBU è molto rigoroso se vogliamo continuare ad organizzare gare di Coppa del Mondo qui.”

Come è arrivata la scelta di Jarmo Punkkinen come tuo allenatore personale? E perché proprio lui?

“È stata una scelta alquanto casuale direi. Fino al 2007 sono stata allenata per tre anni da un allenatore di sci di fondo locale e ho avuto molti problemi con lui soprattutto nell'ultimo anno, perché era un allenatore giovane. Nel 2007 ero già parte della squadra nazionale finlandese e Jarmo a quel tempo lavorava nell'associazione finlandese di biathlon come parte di un gruppo di esperti che supervisionava le squadre nazionali. E dopo i Mondiali di Anterselva stavo parlando con Jarmo delle mie difficoltà con il mio allenatore personale e della mia volontà di trovarne uno nuovo e lui ha detto che andava bene perché stava lavorando in questo gruppo di esperti e si sarebbe preso la responsabilità di trovarmi un nuovo allenatore accettando questo compito. Finalmente, dopo alcuni mesi, siamo arrivati ​​alla soluzione che avrebbe incominciato lui ad essere il mio allenatore personale, perché non era stato in grado di trovarmi un allenatore che io avrei accettato. Gli ho detto che per me era ok, non mi hai trovato un buon allenatore quindi tu che sei stato un buon allenatore nello sci di fondo in passato perché non puoi tu farmi da personal coach per un po? E lui ha detto Ok, io posso allenarti per qualche mese, finché non ti trovo un vero allenatore, che però non è mai più arrivato.”

Raccontaci qualcosa sui metodi di Jarmo. Hai qualche aneddoto particolare a riguardo?

“Secondo il suo pensiero, in Italia c'è sempre il sole, «Italia terra del sole» è quello che mi ha sempre detto dato che lui aveva allenato la squadra italiana del fondo in passato. Jarmo mi ha insegnato l'amore per l'Italia durante tutti i numerosi ritiri che abbiamo fatto nel tuo paese. Però è un tipo di allenatore vecchio stile se così si può dire, ha imparato ad usare il computer solo qualche anno fa, e scriveva sempre manualmente tutti i miei dati di allenamento, ma anch'io ora preparo tutti i miei piani di allenamento ancora su carta. Ricordo che una volta stavamo viaggiando verso l’Estonia col caravan e lui lasciò il nostro mezzo al porto per poi imbarcarci e andò in un negozio. Quando tornò, ci accorgemmo che vi era stata un’intrusione nel caravan e ci avevano preso i computer oltre ad altre cose, ma per fortuna i ladri non furono interessati ai piani di allenamento che Jarmo teneva scritti sui libri. Questi erano i suoi ricordi di quell'episodio: «Non mi interessava che i computer fossero spariti, l’importante era che i nostri piani di allenamento fossero ancora al sicuro!». Questo era il suo modo di interpretare le cose, ma devo dire che nell'ultimo anno ha imparato ad usare whatsapp perché non poteva viaggiare come in passato, quindi gli mandavo i video dei miei allenamenti e lui mi dava così i suoi commenti sulla mia tecnica. Oltre a questo, lui ha imparato a usare l'orologio sportivo ipertecnologico e a controllare la frequenza cardiaca. Negli ultimi due anni mi ha aiutato anche usando la tecnologia. Jarmo aveva davvero un buon occhio per la tecnica sciistica, ecco perché voleva essere presente ai miei allenamenti, perché poteva dirmi immediatamente cosa non andava, cosa dovevo cambiare o fare per essere migliore dandomi un feedback immediato. Quindi questa è stata la cosa migliore del suo metodo da allenatore. Quando facevo skiroll mi seguiva sempre in bicicletta dicendomi cosa stavo facendo bene o male e questo è il modo migliore per imparare. “

FINE PRIMA PARTE

Paolo Romanò

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