Sci di fondo - 16 ottobre 2021, 16:01

Sci di Fondo - Niente allenamenti sugli sci fino a novembre per Bolshunov e Nepryaeva: l'allenatore spiega perché

Borodavko ha deciso di non far allenare i suoi atleti sulla neve fino a novembre: "Nei tunnel rischi di ammalarti, mentre in ghiacciaio è come camminare sugli sci"

Foto Newspower

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Non esiste una verità assoluta quando si tratta di allenamento e preparazione atletica. Gli allenatori hanno metodi diversi tra loro e gli atleti stessi possono rispondere in maniera differente ai vari stimoli mandati al loro fisico. Per questo motivo è sempre molto interessante il confronto e restare sempre aggiornati, osservando ciò che fanno gli altri, restando sempre pronti a cambiare o comunque ad aprirsi anche ad alcune novità.

In estate abbiamo visto moltissime nazionali di sci di fondo allenarsi spesso in alta quota sui ghiacciai oppure sciare nei tunnel a quote più basse, utilizzando anche gli sci nel corso di estate o autunno. Proprio in questi giorni le squadre italiane stanno lavorando in quota, sul ghiacciaio della Val Senales, sfruttando la neve, così come alcune nazionali del nord Europa. Altri, già nel corso dell'estate, hanno scelto i tunnel di Ramsau o Torsby per alcuni lavori specifici a quote più basse.

Una via diversa, però, è quella intrapresa dall'allenatore Yuri Borodavko, coach del gruppo che comprende il detentore della Coppa del Mondo, Alexander Bolshunov, ma a che altri grandissimi atleti e atlete come Natalia Nepryaeva, Chervotkin o Spitsov. Fin qui, questi atleti non hanno praticamente indossato gli sci e torneranno a farlo soltanto dopo l'inizio di novembre, nonostante negli ultimi giorni la squadra fosse a Ramsau, proprio vicino al famoso ghiacciaio del Dachstein. In un'interessante intervista a Daily Skier, l'allenatore russo ha spiegato le sue motivazioni.

«Ci sono due tipi di preparazione sulla neve in vista della stagione: su un ghiacciaio in quota e in galleria. Abbiamo provato il tunnel, due volte, in entrambe le occasioni metà della squadra si è ammalata. La quota, però, è una cosa pericolosa. Allenarsi a 2700m od oltre è sempre difficile. Solo movimenti lenti, spesso sfidando il vento. Non è sciare, è "camminare con gli sci". Nessun lavoro tecnico è possibile: il polso salta nel momento in cui un atleta inizia a muoversi un po' più velocemente» è la spiegazione di Borodavko.

L'allenatore ha proseguito il suo discorso: «Utilizziamo il tempo per lo skiroll e la corsa ad altitudini molto meno impegnative. Poi indosseremo gli sci ai primi di novembre e 5-7 giorni sono sufficienti per ripristinare quella “sensazione di neve”. Ha molto più senso iniziare su neve vera, piste da sci vere».

Chi avrà ragione? Come affermato da Klæbo in riferimento ai suoi lunghi periodi in quota, soltanto la stagione e le Olimpiadi di Pechino ci diranno chi si sarà mosso nel modo migliore.

G.C.

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