Sci di fondo | 23 dicembre 2021, 18:00

Sci di fondo - Da un pessimo penultimo posto all’elite svedese. Per il giovane Leo Johansson la sfida al vertice mondiale comincia ora

Fondoitalia.it ha incontrato il ventiduennne fondista dello Småland, che dopo due anni difficili si è distinto in questo inizio di stagione come uno dei fondisti più progrediti del circuito.

Sci di fondo - Da un pessimo penultimo posto all’elite svedese. Per il giovane Leo Johansson la sfida al vertice mondiale comincia ora

Negli ultimi cinque-sei anni buona parte dei media e degli appassionati svedesi dello sci fondo, nel cercare di dare una spiegazione riguardo il grande divario di risultati ottenuti dalle ragazze nei confronti dei colleghi maschietti, la risposta più gettonata era che i ragazzi, in questi tempi moderni dominati dai social e dal voler raggiungere la fama velocemente senza fare la giusta gavetta, avessero perso quella voglia di soffrire e di sacrificarsi nei costanti allenamenti giornalieri che un duro sport di resistenza come lo sci di fondo da sempre richiede. I ragazzi svedesi venivano accusati di fare il consueto compitino negli allenamenti e nulla più, a differenza di ciò che facevano sulla sponda opposta, Andersson, Karlsson, Svahn e compagne che si spingevano a vicenda per dimostrare di essere sempre la migliore, gara o allenamento per loro non faceva differenza. Un secondo filone di pensiero era che i migliori ragazzi in età da teenager abbandonassero il difficile e poco remunerativo sci di fondo per concentrarsi su sport come calcio e hockey su ghiaccio, in grado di portare loro verso più lucrativi contratti e guadagni facendo anche meno sforzi in allenamento.

Su queste due tesi però il giovane fondista Leo Johansson non è per niente d’accordo: "Penso che negli ultimi anni stiamo ricevendo troppe critiche dai media e dai tifosi. L’immagine è che noi ragazzi non diamo il cento per cento e che le ragazze ottengono risultati così dannatamente buoni perché fanno molto più di noi." Il ragazzo del Falun Borlange ski klub rimanda al mittente queste critiche sottolineando che in futuro si potrà tornare anche a parlare dei risultati ottenuti dai ragazzi: "Se veramente ci avreste seguiti nei nostri allenamenti non si sentirebbe parlare di queste differenze di determinazione e volontà nell’arrivare al top fra maschi e femmine. Noi ragazzi siamo veramente concentrati e tutti noi vogliamo davvero progredire. Penso che sia un pò noioso, solo perchè non abbiamo ottenuto gli stessi risultati delle ragazze, dire che noi non ci impegnamo allo stesso modo e non andiamo bene. Noi abbiamo la stessa loro attenzione, la mostriamo giorno dopo giorno negli allenamenti e sono certo che nel prossimo futuro molto di noi potranno esibirsi ad alto livello nell’elite dello sci di fondo internazionale."

Johansson, dopo l’ascesa nelle posizioni di vertice, avvenuta la scorsa stagione, di William Poromaa è il secondo ragazzo svedese, che prova, dopo più di un lustro nel quale lo sci di fondo in Svezia è stato esclusivamente un affare al femminile, a riportare il fondo "trekroner" maschile nelle posizioni di vertice e di ottenere di nuovo medaglie olimpiche e mondiali come fin dagli anni trenta i sudditi di Re Carlo XVI Gustavo hanno da sempre abituato i loro numerosi e fedeli supporters. I due ragazzi scandinavi venuti alla ribalta nella scorsa (Poromaa) ed in questo inizio di stagione (Johansson) stanno tentando di riportare la Svezia maschile del fondo al vertice mondiale come avvenne in passato coi grandi di Svezia come Jernberg, Svan, Wassberg, Mogren ect. e più recentemente con Olsson ed Hellner.

Loro due hanno spesso rivaleggiato con successo nelle categorie junior alternandosi al successo nei Nazionali svedesi di categoria. Poromaa, classe 2000, è stato alcune volte migliore di Johansson, classe 1999, negli under 18, nelle gare più brevi e nelle sprint. Leo ha invece imposto più frequentemente la sua legge una volta che i due si sono ritrovati nella categoria under 20 e nelle gare distance di Scandic Cup e dei nazionali Junior.

Di questa simpatica ma sportivamente accesa rivalità fra i due, ricordiamo due episodi su molti altri avvenuti negli anni che i due hanno trascorso assieme nel vibrante circuito giovanile svedese. Il primo nel Marzo 2017 a Kalix in una 10km in alternato con partenza ad intervalli valevole per i Nazionali svedesi under18 nel quale Poromaa si impose, grazie ad un notevole forcing espresso negli ultimi tre chilometri, per soli due decimi rimontando il miglior tempo segnato da Johansson a metà gara, nonostante “Wille” fosse partito dieci pettorali prima del più anziano avversario. Leo si prese la rivincita, questa volta per soli nove decimi, in un’epica volata che i due hanno messo in scena in quel di Åsarna, in pieno Jämtland svedese, due anni dopo in una 20km mass start in classico valevole come test per le selezioni per i successivi Mondiali Junior.

A proposito delle tre edizioni dei Mondiali di categoria a cui il ragazzo svedese ha preso parte, vuoi per le troppe aspettative, per materiali non sempre efficaci o per compagni non proprio alla sua altezza, i suoi risultati non hanno rispecchiato il reale valore e talento che il ragazzo dagli occhi azzurri sta dimostrando in questa stagione.

A Goms 2018, nella sua seconda partecipazione, l’allora diciottenne Johansson realizzò con il dodicesimo posto nello skiathlon il suo personal best, cui fece seguito l’anno successivo a Lahti il sesto posto in staffetta. Risultati comunque notevolmente migliori di quelli ottenuti da lui nei suoi primi anni di "garette" che disputava in Svezia, come Leo stesso ci ricorda in questo divertente aneddoto: "Quando ero giovane ero davvero pessimo. Mi ricordo che quando avevo dodici anni disputai una importante competizione nella quale tutti quelli della mia età vi presero parte qui in Svezia. E penso di essere arrivato penultimo nella qualificazione della sprint e al quint’ultimo posto nella gara di distanza a cui presero parte centinaia e centinaia di ragazzini. Ma mi piaceva lo sport e mi sono ripromesso che l'anno seguente e nelle successive stagioni sarei stato molto più in alto in classifica. Quindi ho iniziato ad allenarmi di più e mi sono vieppiù avvicinato alle posizioni di vertice. Così a sedici anni ho vinto il campionato giovanile svedese. Ma è stata una sorpresa, non credo che nessuno pensasse che avrei vinto quell’importante competizione distance. Quel giorno tutto andò splendidamente."

Leo Johansson è nato il 30 Giugno 1999 nella piccola ma deliziosa cittadina di quattromila abitanti circa di Skillingaryd posta al centro della regione meridionale svedese dello Småland. Particolarità di questa regione è che non sempre in essa è presente neve nei suoi generalmente miti inverni, che a differenza delle regioni a nord di Stoccolma durano anche meno di due mesi. Nel team svedese al momento anche la ventenne e buon prospetto Moa Hansson proviene da quelle parti. Nella cittadina dello Småland, Leo in età scolare pratica molti sport fra cui calcio, corsa ma soprattutto lo sport che nel sud della Svezia è come una religione: l’hockey su ghiaccio. Disciplina con puck e stecca che Leo avrebbe praticato ancora adesso se il padre anni addietro non gli avesse mostrato lo sci di fondo facendolo letteralmente innamorare della disciplina.

A seguito di questo, terminate la scuole primarie, Leo si trasferisce dalla piccola Skillingaryd a Torsby per frequentare il famoso Sportgymnasium. La stessa scuola secondaria che in passato aveva lanciato nell’elitè mondiale autentici fuoriclasse come il cigno Gunde Svan, o campioni come Mathias Fredricsson, Stina Nilsson e Hanna Falk fra gli altri. Negli anni trascorsi a Torsby, il ragazzo nativo dello Småland, oltre a rivaleggiare come detto con William Poromaa, e ad aggiudicarsi parecchi titoli nazionali nello sci di fondo, si è anche diviso con il partner di Frida Karlsson tutti i giudizi come coppia di talenti maschili più promettenti del panorama fondistico svedese. Inoltre, in quel periodo, Leo si è anche ben disimpegnato sia nell’orienteering durante l’estate e sia nello ski orienteering durante i lunghi inverni passati nella famosa località sciistica del Värmland.

Terminato con successo il liceo, Johansson si trasferisce nella vicina Falun per entrare a far parte del Dala Sports Academy, un gruppo di formazione d’elite e per iniziare gli studi universitari ed entra a far parte del Team nazionale Svenska Spel che si trova un gradino sotto la squadra A "trekroner". Stabilendosi nella rinomata cittadina della regione del Dalarna, lui ha anche cambiato sci club, dal piccolo e familiare Skillingaryds FK al più famoso Falun Borlänge SK. All’interno del Dala Sports Academy viene subito notato dall’ex tecnico della Nazionale svedese Johan Granath che da subito diventa anche suo personal coach. Il trentanovenne coach scandinavo allena ora il suo protetto da tre anni e cosi ci racconta dei miglioramenti nella tecnica da lui effettuati specialmente durante l’ultimo anno: "L'arma principale di Leo è sempre stata la sua tecnica nel passo alternato. Nell'ultimo anno abbiamo lavorato molto con la tecnica di pattinaggio e con la scivolata spinta. È ancora giovane e ha bisogno di più anni con buona qualità nel suo allenamento. E ha anche bisogno di lavorare con la sua velocità per migliorare nelle sprint dato che finora ha sempre dato il suo meglio nelle gare distance in entrambe le tecniche."

Nella stagione 2019-20, la sua prima da senior, Leo gareggia principalmente in Scandinavian Cup e nel circuito nazionale svedese ma senza conseguire risultati degni di particolare nota. In quella stagione l’highlight lo realizza nei Mondiali under23 di Oberwiesenthal terminando buon quinto nella 15km in alternato. L’estate successiva Leo, a sorpresa per chi non conosceva con dovizia il suo background si impone a Trollhättan nella prova sui 15km dell’Alliansloppet precedendo di soli cinque decimi l’amico e rivale di gioventù William Poromaa e a seguire tutti i componenti del team nazionale svedese. I miglioramenti si erano ben manifestati e tutto sembrava presagire un lancio in grande stile nella Coppa del Mondo invernale. Invece nel corso dell’autunno qualcosa si è inceppato come ci spiega il suo coach Granath: "Era al top della forma. Ha vinto l’Alliansloppet, ma poi abbiamo dovuto rallentarlo fino a fine autunno. Con l’allenamento era andato oltre. Ha dovuto riposare per una decina di giorni e abbiamo rimosso l’allenamento sulla forza e mantenuto velocità e volume di preparazione bassi. Ci è voluto più di un mese e mezzo prima di tornare a normale regime." Conseguenza di ciò è stato un ritardo nel conseguire la forma atletica migliore in una stagione, la scorsa, caratterizzata da una rincorsa sempre affannosa nel raggiungere risultati come quelli da lui ottenuti durante l’estate. Unica nota lieta è stato il debutto in Coppa del Mondo nel suo nuovo playground di Falun dove nelle due prove distance disputate Leo ha ottenuto il cinquantacinquesimo posto in entrambi i format previsti.

La scorsa estate invece tutto è andato come pianificato sia negli allenamenti personali e sia col Team Svenska Spel allenato dal coach Mattias Nilsson che ci parla del cambio di programmi di lavoro avuto per Leo e ci descrive il suo allievo in pista e fuori dalle gare: "Abbiamo riorganizzato l'allenamento l'anno scorso, siamo andati avanti un po' troppo e abbiamo sofferto per tutta la precedente stagione. Come atleta è molto ambizioso. È positivo e alla mano, e si sforza sempre di migliorare. Lui e gli altri atleti della squadra si allenano molto insieme e si spingono a vicenda per migliorare. Il lavoro da noi svolto nei nostri ritiri ha dato i suoi positivi frutti. Quando scia bene, la sua tecnica è sempre ben impostata ed elegante. Leo scia con potenza con la parte superiore del corpo, ma si concede il tempo di lasciare che gli sci facciano gran parte del lavoro."

In questa stagione il giovane è partito subito col botto vincendo le due prove distance dell’opening svedese di Gällivare. Nella prima gara di 15km in classico, si è permesso il lusso di terminare davanti al quattro volte oro olimpico Dario Cologna e al resto del team nazionale svedese presente nel Norbotten. Il trentacinquenne fondista elvetico interpellato al traguardo sulla prestazione di Johansson ha risposto con una frase a metà fra il divertito e l’ironico: "Uh, non credo di sapere chi lui sia. Vi sono così tanti Johansson in Svezia di cui tenere traccia. E’ un nome molto comune qui. Ma è giovane e di talento, non è vero?"

E il suo talento non si è fermato solo a Gällivare in questa stagione, ma fin dalla prima tappa di Ruka è proseguito nella sua crescita ottenendo un notevole tredicesimo posto nel pursuit a skating della terza prova di Coppa del Mondo. E la conferma di quanto di buono veniva detto su di lui nell’ambiente svedese durante i suoi anni da junior Leo l’ha data già a Davos la scorsa settimana finendo al ventiduesimo posto ad una trentina di secondi dalla top ten.

Il ventiduenne di Skillingaryd è un esempio di stile ed eleganza dentro e fuori i tracciati del fondo, ragazzo educato, discreto, sempre sorridente ed umile, qualità che è merce sempre più rara in questi tempi moderni.

"Sono una persona a cui piace divertirsi con gli amici durante il tempo libero. Spero di essere una persona divertente e simpatica che piaccia ai miei amici. Di solito aiuto e supporto i miei amici se c'è qualcosa che posso fare per loro. Mi piace guardare molti sport, in particolare l'hockey su ghiaccio, la formula 1 e lo sci di fondo ovviamente. Ma sto tenendo il passo anche in altre discipline che mi appassionano. In generale al di fuori dello sci e dei miei studi universitari, mi piace giocare a giochi da tavolo o fare qualcosa con gli amici, come giocare a calcio, hockey su ghiaccio o tennis". Così lui stesso si descrive quando gli chiediamo di raccontarci alcuni tratti che ne definiscano la personalità. Giudizio che ben ci confema anche coach Nilsson che aggiunge anche una sua passione nel creare playlist musicali e di perdersi talvolta su Spotify ascoltando un pò tutti i generi musicali.

In campo fondistico, il ragazzo scandinavo si definisce uno sciatore dotato di molta resistenza che al momento dà il suo meglio nelle gare dai 10 km a salire, mentre nelle sprint è ancora un pò un work in progress. Fra le due tecniche lui non ne ha una preferita in quanto si destreggia molto bene sia in skating e sia in alternato. A questa specifica descrizione personale il fondista di Skillingaryd ci rivela la sua personale filosofia del lavoro che in questo primo scorcio di stagione l’ha portato nell’elitè mondiale: "Non essere mai soddisfatto e sempre volere di più da me stesso. Voglio sempre spingermi oltre e mai arrendermi. Sono comunque orgoglioso del fatto che dopo alcuni anni trascorsi da junior ottenendo buoni risultati, mi sono davvero concentrato e ho avuto un cambiamento sui risultati. Mi sono allenato molto su questo in autunno e questo ha davvero dato risultati in questa stagione."

E con questi ottimi risultati a soli ventidue anni, a Febbraio per lui arriveranno i suoi primi Giochi Olimpici a Pechino. "Non ci penso troppo, ma è un obiettivo da sogno per me" - ci racconta un sereno e sorridente Leo Johansson.

Paolo Romanö

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