Biathlon - 06 gennaio 2022, 10:26

Biathlon - Johannes Bø rinuncia a Ruhpolding e al raduno in quota: vuole stare con la famiglia

Biathlon - Johannes Bø rinuncia a Ruhpolding e al raduno in quota: vuole stare con la famiglia

La famiglia prima di tutto. Johannes Bø ha deciso di non prendere parte alla tappa di Ruhpolding, come suoi molti compagni di squadra, ma quella settimana non sarà nemmeno in Italia, a Lavazè, per il raduno in quota. Il campione norvegese ha infatti deciso di tornare in Norvegia dalla sua famiglia.

Un viaggio che preoccupa molti, visto che anche in Norvegia è stato raggiunto il record di casi di infezioni al covid-19. Ma ritiene che la salute mentale non sia seconda rispetto a quella fisica e sente di dover stare alcuni giorni con moglie e figlio prima del lungo viaggio tra Anterselva e Cina. «Torno a casa dopo Oberhof - ha raccontato a TV2 - starò una settimana alla baita di Sjusjøen. È per motivi familiari. L'ho messo come priorità rispetto ai preparativi per la quota. Quindi è una fortuna avere subito dopo delle gare proprio in quota ad Anterselva».

Ovviamente Johannes Bø è consapevole dei rischi: «Sì, è un rischio ovunque ti muovi. Ma siamo molto consapevoli e manteniamo le distanze. Non voglio dire che sia più sicuro in viaggio che a casa. È abbastanza sicuro anche a casa e seguiamo un ottimo programma di controllo delle infezioni. È piuttosto negli aeroporti e sull'aereo che è pericoloso». Il norvegese ha infatti imposto alla famiglia alcune restrizioni per questo periodo: «Mio figlio non va all'asilo dal 10 dicembre. Quindi penso che sia mia moglie che lui non vedono l'ora che io vada alle Olimpiadi, così lei si prende un po' di tempo libero e Gustav non vede l'ora di tornare all'asilo».

Il manager della nazionale norvegese di biathlon, Per Arne Botnan, ha spiegato perché si è deciso di lasciarlo andare: «Questo è qualcosa di cui abbiamo discusso con gli allenatori e i medici. Nel caso di Johannes, è un padre di famiglia e dobbiamo pesare non solo il rischio fisico ma anche quello legato alla salute mentale di ogni singolo atleta. La maggior parte dei convocati non tornerà a casa prima del 20 febbraio. Alcuni gestiscono bene questa cosa, altri ne soffrono di più. Johannes può tornare a casa, mentre altri riceveranno visite in base ai protocolli di controllo delle infezioni».

 

G.C.

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