Biathlon - 20 gennaio 2022, 16:50

Biathlon - Bionaz: "Che rabbia per l'ultima serie! Ma ho capito che le individuali mi piacciono tanto"

Biathlon - Bionaz: "Che rabbia per l'ultima serie! Ma ho capito che le individuali mi piacciono tanto"

ANTERSELVA. Ancora una volta è arrivato all'ultimo poligono di un'individuale giocandosi una bella posizione di classifica. Purtruppo la fortuna non è stata dalla parte di Didier Bionaz, che nel momento decisivo si è trovato a fronteggiare il vento che si è alzato moltissimo, rendendo l'ultima serie davvero complicata. Tre errori non hanno così permesso a Bionaz di capitalizzare quanto di buono fatto in precedenza, ma da questa individuale, il valdostano del CS Esercito esce rafforzato.

Di questo e tanto altro abbiamo parlato con lui in una lunga intervista che ci ha concesso oggi in mixed zone.

Ciao Didier. Immagino non sia facile smaltire la rabbia per l'ultimo poligono e quella sfortuna che ti ha messo di fronte una fortissima raffica di vento.
«Eh si. Nel corso del quarto giro ho iniziato a pensare che stavo facendo una gara bella come quella dello scorso anno. Alla partenza in realtà non mi sentivo così bene, ma pian piano, con il passare dei giri, avevo sensazioni sempre migliori. Un peccato veramente. L'ultima era una serie difficile per il vento, poi anche per la fatica sulle gambe. Le due cose, sommate insieme, hanno fatto una combo mortale (ride, ndr), ho veramente tribolato. Il biathlon però è così, fa parte di questo sport e dobbiamo accettarlo, anche se chiaramente sono arrabbiato. Almeno è stato importante dimostrare a me stesso di aver lavorato bene le tre serie precedenti. Già nella terza, per esempio, c'era tantissimo vento, la neve che girava a cerchio lì attorno alle piazzole, così ho sparato molto lentamente per cercare di essere più preciso possibile e fare lo zero. Ci sono riuscito». 

Hai dimostrato che in questo format sai cavartela molto bene.
«Si, più individuali faccio e più mi piacciono. La gara è lunga, bisogna sapersi adattare, cambiare i ritmi, mi piace. Vedremo poi nei prossimi anni, perché purtroppo di individuali ce ne sono sempre meno in calendario. Quest'anno era l'ultima».

In realtà c'è ancora quella olimpica.
«Beh si, c'è quella olimpica. Mi piacerebbe farla (ride, ndr), vediamo».

Al di là dello sfortunato finale, prestazioni come quella di oggi ti danno maggiore fiducia?
«Mi danno molta fiducia. Alla fine nelle ultime cinque individuali a partire da Anterselva della passata stagione, quattro volte sono arrivato all'ultima serie per giocarmi un piazzamento nei venti. Ciò è molto importante per me, significa che riersco a interpretare nel modo giusto questo format, probabilmente adatto a me, perché conta più la precisione che la velocità al tiro».

Hai azzerato praticamente un'ora prima della gara. Ci racconti quanto è difficile affrontare poi la gara in una giornata del genere? Il vento sarà cambiato tantissime volte.
«Diciamo che in linea generale, prima della gara si parla delle situazioni che si potranno trovare. Il vento girava già molto durante l'azzeramento ed era difficile da capire, ma sapevo già cosa fare in certe situazioni. Bisogna essere bravi a sentire il vento, non solo guardando le bandierine, ma anche sentendolo in faccia, oppure guardare altri segnali come qui ad Anterselva possono essere i bandieroni sopra il poligono, vedere la direzione in cui va il vento e di conseguenza reagire con le tacche. Dopodiché in pista i tecnici riescono a darti tutte le informazioni necessarie e giuste. Ci sono tante cose, bisogna sempre rimanere con le antenne drizzate».

Didier, per la seconda volta hai gareggiato ad Anterselva senza pubblico. Quanta voglia hai di vedere finalmente qui i tifosi?
«Tanta, non vedo l'ora, sarebbe un'esperienza incredibile. Sarebbe stato molto bello oggi avere qui amici, famiglia e tutta quella gente che mi aveva detto che sarebbe venuta a vedermi. Restiamo fiduciosi che il prossimo anno possa esserci il tutto esaurito».

Giorgio Capodaglio

Ti potrebbero interessare anche:

SU