Biathlon - 26 gennaio 2022, 10:35

Biathlon - Alina Stremous, la simpatica russa che ha portato la Moldavia al 9° posto nella mass start di Anterselva

Biathlon - Alina Stremous, la simpatica russa che ha portato la Moldavia al 9° posto nella mass start di Anterselva

Si avvicina a noi sorridendo, inizialmente con timidezza, poi lentamente si scioglie tirando fuori tutta la sua simpatia. Alina Stremous è un personaggio forse ancora poco conosciuto dai tifosi, ma molto apprezzato da tutto l’ambiente del biathlon, simpaticissima e sorridente.

Quando, grazie a Gianni Boninsegna, del Comitato Organizzatore di Anterselva, la incontriamo per un’intervista dopo la sua splendida prestazione nella prima mass start della sua carriera, da lei chiusa al nono posto, la russa che gareggia per la Moldavia sembra quasi timida, prima di sciogliersi in un sorriso e descrivere le emozioni provate per questo splendido risultato. «È stato bello per me competere con le migliori al mondo nella mass start – esordisce la ventiseienne con un ottimo inglese – il mio obiettivo alla vigilia era di arrivare tra le migliori quindici o venti, invece sono entrata addirittura nella top ten. È qualcosa di fantastico, credo di essere in un grande stato di forma in questo momento. Spero di mantenerla e farla migliorare durante le Olimpiadi, per riuscire a ripetermi o fare anche meglio. Ora però sono molto stanca, sento gli effetti dell’altitudine dalla testa alle gambe, ma nonostante tutto all’ultimo poligono mi sentivo molto bene, avevo energia per l’ultimo giro, ho cercato di fare del mio meglio, di spingere, sono riuscita anche ad andare in doppio, poi sulla seconda salita ero più stanca e ci ho provato fino alla fine ma ero esausta. Avevo sognato di poter prendere parte a una mass start prima della stagione e questo sogno è diventato realtà. Per me è qualcosa di grande».

Ora lo sguardo dell’atleta della nazionale moldava è rivolto alla sua prima Olimpiade: «Sono felice di essermi qualificata e cercherò di fare del mio meglio. Queste Olimpiadi saranno importanti per me anche per imparare tanto in ottica futura. Gareggerò nell’individuale, nella sprint e anche nella staffetta mista. Cercherò di dare il mio meglio e sparare bene, se possibile (ride, ndr)».

Inevitabile chiederle della sua scelta di abbandonare la Russia e prendere il passaporto moldavo, che ha fatto molto discutere soprattutto nella sua patria nativa. «È una domanda difficile – ammette facendosi più seriea – in Russia però non avevo opportunità, non avrei avuto chance di gareggiare in Coppa del Mondo e in nazionale. Questa via sembrava inizialmente più semplice, anche se non sono mancati i problemi. Ora sono qui ed è bellissimo per me essere in Coppa del Mondo. Grazie alla Moldavia, sto avendo tante possibilità di crescere e migliorare il mio livello, che non avrei mai avuto in Russia. Inoltre il team sta cercando di metterci a disposizione uno staff sempre più competitivo per provare a migliorare ogni anno. Sta andando tutto bene».

Stremous tiene anche al suo ruolo trainante nel biathlon moldavo, convinta che i suoi risultati possano stimolare tante giovani ragazze. «Oggi, penso di essere quasi un idolo per le giovani biatlete moldave. Per me è importante poter essere un esempio per queste ragazze, far vedere loro che è fondamentale provare a dare sempre il massimo e che in questa maniera è possibile poter arrivare a competere con le migliori. Voglio fare capire loro che potranno anche essere più competitive rispetto a quanto sono io oggi».

E dove si allena oggi Stremous? «In Europa, soprattutto in Romania e Bulgaria, ma a volte mi alleno anche in Russia. Poi ovviamente facciamo tanti allenamenti a Chisinau (capitale della Moldavia, ndr)».

La ringraziamo, ci saluta, sorride e corre a scherzare con le tre mascotte di Bumsi, per poi tuffarsi con loro sulla neve e farsi fotografare. L’immagine della felicità, di chi sognava da sempre la Coppa del Mondo, ha dovuto fare di tutto per esserci e ora che è entrata in questo ambiente, dimostrando anche di meritarselo, se lo gode in ogni suo aspetto. Brava Alina!

Giorgio Capodaglio

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