L'inseguimento di Holmenkollen ha regalato il terzo successo della carriera ad Erik Lesser. In quella che è la sua penultima gara della carriera - ha annunciato il ritiro al termine della stagione - il quasi trentaquattrenne di Oberhof ha concretizzato al meglio una ultima fase di inverno davvero di altissimo profilo, presentandosi al traguardo sotto lo sguardo di re Harald V con lo zero al tiro ed un margine di 9"4 sul dominatore stagionale Quentin Fillon Maillet (0-1-0-0) che ha visto interrompersi la striscia vincente per via di quell'errore nella seconda sessione di tiro. Poco meno di dieci secondi hanno separato il tedesco dal transalpino, con Sturla Lægreid (0-1-0-2, +22"7) naufragato nel poligono finale dopo aver guidato la gara sin dal via.
Terzo successo in carriera per Lesser, il secondo nella pursuit dopo quello che nel 2016 gli aveva regalato il titolo iridato a Kontiolahti: ma davvero Erik vuol dire basta così, a pochi mesi dai Mondiali nella "sua" Oberhof? "Sì, sicuramente" è lo stesso Lesser a fugare ogni dubbi.
Il terzetto del podio è stato protagonista di una gara disputata su ritmi decisamente superiori alla concorrenza, con il quarto - Sebastian Samuelsson (0-0-2-0) già staccato di oltre un minuto e seguito da Vetle Christiansen (0-0-1-1), Martin Ponsiluoma (2-1-0-0) ed i più giovani norvegesi Bakken (0-0-1-0) e Andersen (0-0-1-1).
Una gran rimonta ha permesso a Lukas Hofer di risalire dalla 38ima alla 14ima piazza: perfetto al tiro, Hofer ha fatto segnare il secondo tempo assoluto di giornata, preceduto dal solo Lesser mentre Tommaso Giacomel dopo l'ottima performance della sprint, ha ceduto qualcosa sui quattro poligoni (2-1-1-0) per scendere al 22° posto meritandosi comunque un pettorale per la mass start conclusiva di domani.
Tre errori quindi per Thomas Bormolini (1-1-1-0) che ha tagliato il traguardo al 29° posto per attendere quindi l'ultimo arrivo di Dominik Windisch: il campione iridato del 2019 non aveva molto da dire, probabilmente era anche piuttosto scarico ed ha infilato sette errori (2-1-2-2) per poi godersi la passerella davanti alla gremita tribuna reale e salutare l'ambiente che l'ha visto protagonista per oltre un decennio. Ciao Dominik.
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