Sci di fondo - 09 aprile 2022, 15:01

Sci di Fondo - Ustiugov: "Tornassi indietro non farei quel gesto a Seefeld; con Klæbo non c'è inimicizia, solo rivalità in pista"

Sci di Fondo - Ustiugov: "Tornassi indietro non farei quel gesto a Seefeld; con Klæbo non c'è inimicizia, solo rivalità in pista"

A distanza di tre anni, Sergey Ustiugov è tornato sull’episodio che lo vide protagonista nel corso della semifinale della sprint mondiale di Seefeld nel 2019, quando dopo il traguardo ebbe un diverbio con Johannes Klæbo, che aveva rischiato di far cadere in pista, poggiando anche una mano sul volto del campione norvegese, in modo piuttosto minaccioso.

Quel giorno il russo venne poi squalificato, mentre Klæbo conquistò il primo oro iridato nella sua carriera, battendo Federico Pellegrino al termine di una gara bellissima, un duello che lasciò tutti senza fiato.

Oggi, in un’intervista a Metaratings, Ustiugov ha ammesso di non essere fiero di quel gesto, che oggi ovviamente non rifarebbe. «Questi gesti non mi rappresentano – ha affermato il russo – vedendolo da fuori, capisco che ero condizionato dalle emozioni, mi ero preparato per vincere ma avevo perso. Era necessario per me buttare fuori tutta questa sorta di energia, ma non certo davanti alla telecamera. Se un momento del genere accadesse oggi, mi comporterei diversamente, perché i bambini ci guardano, ci prendono come esempio e magari possono anche imitarci o emularci. Lo scorso anno commentati il Campionato Russi di Tyumen, quando due atleti litigarono rompendosi i bastoni a vicenda. Ecco, io mi pento di quel momento (a Seefeld), se tornassi indietro nel tempo, con la testa che ho adesso, mi comporterei diversamente».

Ustiugov ha quindi aggiunto di non avere alcun problema con Klæbo: «Tra noi due non c’è nulla di negativo, siamo solo rivali in pista. Si, ho avuto quello scatto di rabbia, ma alla fine gli ho augurato buona fortuna e forse il mio augurio lo ha anche aiutato a vincere. Non esiste alcun atteggiamento negativo. Ci sono atleti che temi più di altri nelle competizioni in cui possono esserci contatti, ci sono tanti rivali, ma non c’è malizia o inimicizia con alcuno. Ogni atleti rappresenta il proprio paese e la propria squadra».

G.C.

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