Sci di fondo - 14 maggio 2022, 17:50

L'addio di Lampic - Se la FIS non corre ai ripari, tra qualche anno il biathlon potrebbe assegnare un pettorale al miglior ex fondista!

L'addio di Lampic - Se la FIS non corre ai ripari, tra qualche anno il biathlon potrebbe assegnare un pettorale al miglior ex fondista!

Dopo Stina Nilsson e recentemente Antonia Fräbel, anche Anamarija Lampic ha deciso di lasciare lo sci di fondo per passare al biathlon. Una decisione che, come quella presa due anni fa dalla svedese, sta facendo molto rumore, soprattutto perché lancia un messaggio davvero preoccupante al mondo dello sci di fondo. Com’è possibile che anche atlete ai vertici, come Stina Nilsson e Anamarija Lampic, piuttosto che proseguire a lottare per la vittoria nello sci di fondo, preferiscano mettersi nuovamente in discussione, ripartire quasi da zero e correre dei rischi nel biathlon?

Stina Nilsson ha dimostrato quanto sia difficile il passaggio da una disciplina all’altra, per un anno si è allenata e ha gareggiato in IBU Cup soltanto per entrare nella routine della vita da biatleta professionista. Nell’ultima stagione, la svedese è poi riuscita a salire di livello, è stata convocata da riserva per le Olimpiadi e nel finale di stagione ha anche conquistato il primo podio della sua carriera. Dove potrà arrivare? Sicuramente, fosse rimasta nello sci di fondo avrebbe lottato per una o più medaglie ai Giochi di Pechino, ma ha preferito puntare tutto sul biathlon in vista delle Olimpiadi del 2026 e, fuoriclasse qual è, siamo certi si toglierà soddisfazioni. Ancora più significativo, però, è quanto fatto da Anamarija Lampic, se si considera che la slovena ha deciso di lasciare lo sci di fondo alla vigilia di un Mondiale casalingo al quale arrivava per difendere il bronzo conquistato nella sprint di Oberstdorf. Al di là dell’attrattiva del biathlon, magari dell’improvviso amore che può essere nato per la disciplina, la sensazione è che per lasciare addirittura prima del Mondiale di Planica, Lampic doveva essere veramente stanca dello sci di fondo. Non a caso la slovena aveva manifestato tutto il proprio malcontento nei confronti della Federazione Slovena, che raramente ha ascoltato le sue richieste, nonostante fosse l’unica atleta in grado di portare la Slovenia a medaglia. Ogni volta, come dichiarato da lei stessa, ha dovuto pregare in ginocchio per qualsiasi richiesta, qualcosa di frustrante. La dimostrazione di quanto nello sci di fondo ci sia una crisi dirigenziale a ogni livello.

Ma al di là delle difficoltà interne con la Slovenia, la scelta di Lampic conferma quanto scrivemmo già due anni fa quando eravamo qui a commentare l’addio di Stina Nilsson: lo sci di fondo ha perso la sua attrattiva nei confronti del pubblico e degli atleti stessi. Per questo possiamo rimandarvi all’articolo che scrivemmo già allora (clicca qui) perché le cose non sono affatto cambiate rispetto a due anni fa.

La FIS deve correre ai ripari, iniziare a lavorare veramente per il bene dello sci di fondo, cercare di far sentire sempre più coinvolti gli atleti e far sognare anche le piccole nazioni, snellire il calendario, lavorare sui format di gara, spingere i campioni a essere sempre presenti, essere più chiaro per il pubblico, esaltare gli aspetti più belli della disciplina.
Se si continua a dormire o far finta di nulla, allora bisognerà abituarsi a questi addii. Chissà, magari tra qualche anno l’International Biathlon Union potrebbe anche permettersi di creare un nuovo pettorale, magari verde, o scegliete voi il colore, da assegnare al miglior ex fondista. Probabilmente sarebbero tanti a contenderselo.

Giorgio Capodaglio

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