Sci di fondo - 06 luglio 2022, 09:21

Sci di Fondo - Alcune big hanno rinunciato alla nazionale, così la Svezia modificherà il suo modello vincente?

Foto Newspower

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È un'estate molto particolare per la nazionale svedese di sci di fondo. Atlete del calibro di Linn Svahn, Maja Dahlqvist e Frida Karlsson hanno deciso di non accettare l'inserimento della squadra nazionale per allenarsi da sole, a stretto contatto con i propri allenatori. Le tre, in realtà, si troveranno anche per alcuni allenamenti tra loro, ma seguendo ognuna un proprio programma.
Altre due atlete, Emma Ribom e l'olimpionica Jonna Sundling hanno scelto inizialmente di allenarsi con la nazionale, ma allo stesso tempo hanno preso la decisione di andare da sole in quota a Lavazè, dal momento che nel programma della nazionale svedese non erano previsti allenamenti in altura.

A questo punto si sta discutendo molto in Svezia se non sia arrivato il momento di rivedere un modello che fin qui ha funzionato benissimo, come dimostrano gli ottimi risultati di questi anni, con una squadra in crescita continua. L'idea è che forse il concetto di team nazionale possa essere superato, lasciando spazio magari a diversi gruppi, nei quali sono le atlete a scegliersi gli allenatori.

Tante le opinioni ascoltate dai media svedesi. A SVT ha parlato l'ex fondista Hanna Falk: «Forse è ora che la nazionale riveda il modello. Il problema è che alcuni sciatori hanno allenatori che fanno parte della nazionale e altri invece hanno allenatori esterni al team. Se hai un allenatore con cui lavori a stretto contatto, allora forse vuoi stare sempre con lui. È stata una sfida nel corso degli anni».

Il responsabile dello sci di fondo svedese, Anders Byström, ha riconosciuto all'agenzia NTB che l'Associazione svedese di sci potrebbe dover rivedere il modello della squadra nazionale, dal momento che diverse stelle dello sci di fondo hanno deciso di allenarsi da sole: «Dobbiamo essere preparati e valutare cosa fare con il modello che è stato così forte per molti anni. Potrebbe esserlo ancora, ma guarderemo a cosa si potrebbe fare in futuro».

Giorgio Capodaglio

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