Sci di fondo - 19 luglio 2022, 15:40

Sci di Fondo - Con gli skiroll sul nuovo percorso della Marcialonga, il racconto di Giovanni Ticcò: "La salita finale è ancora più dura"

Sci di Fondo - Con gli skiroll sul nuovo percorso della Marcialonga, il racconto di Giovanni Ticcò: "La salita finale è ancora più dura"

Chi è nato tra le valli di Fassa e Fiemme conosce bene il significato della Marcialonga per un nativo del luogo, quando fin da piccolo a casa senti parlare di questo splendido evento e appena puoi camminare, quasi sempre anche prima, vieni portato sul tracciato ad applaudire gli atleti e gli amatori, magari spesso uno zio, il nonno, un cugino o un genitore, che hanno deciso di affrontare la sfida.

La Marcialonga rappresenta la tradizione, ma anche la sfida da affrontare, almeno una volta nella vita, il sogno da realizzare, in comune, in questo caso, con tantissimi altri appassionati provenienti da tutta Italia.

Moenese di nascita, cresciuto in una famiglia di fondisti, Giovanni Ticcò è praticamente nato con gli sci ai piedi e cresciuto con il sogno, un giorno, di affrontare la Marcialonga. Diventato fondista professionista già da giovanissimo, il poliziotto della Val di Fassa, cresciuto nell’US Monti Pallidi, non ha ancora avuto modo di prendervi parte, dal momento che in quel periodo dell’anno deve inseguire altri obiettivi con la nazionale azzurra.

Intanto, però, Giovanni Ticcò ha deciso di affrontare la sfida sugli skiroll domenica scorsa. Il poliziotto moenese, che quest’anno si sta allenando con una squadra di sede delle Fiamme Oro che sembra quasi una nazionale, visto l’alto livello dei suoi componenti, ha affrontato i 70 km da Moena a Cavalese, seguendo la pista ciclabile e provando anche la nuova salita conclusiva, che promette di fare selezione nella Marcialonga del prossimo 29 gennaio 2023.

Ticcò ha voluto provare il nuovo percorso, mettendosi anche alla prova in un’estate nella quale ha aumentato non poco le ore di lavoro: «Quest’anno ho deciso di aumentare la mole di allenamento – ha raccontato a Fondo Italiauna cosa che sto facendo insieme ai miei compagni di squadra delle Fiamme Oro, perché noi e i nostri allenatori crediamo che ciò possa aiutarci a ottenere risultati migliori. Stiamo facendo tante sedute di allenamento in double poling, dove abbiamo un punto di riferimento come Dietmar Nöckler che è molto motivante. Ogni volta è una bella sfida con lui, Mattia (Armellini, ndr), Ferrari e Daprà, così mi sono appassionato sempre di più. Da un po’ di tempo pensavo quindi a questo nuovo percorso della Marcialonga, così ho deciso di mettermi alla prova. Domenica era il giorno perfetto per farlo e affrontare la nuova salita con uno strappo davvero molto tosto».

Il caldo non ha frenato il giovane trentino, classe 2000: «In realtà era la giornata ideale, anche perché il cielo era sereno, faceva caldo, ma il giusto, non ho nemmeno patito troppo la temperatura, anche perché la ciclabile è abbastanza coperta, quindi mi sono trovato quasi sempre all’ombra».

Ticcò, che in passato ha fatto da apripista alla Marcialonga, ha quindi descritto il percorso: «Lo scorso anno, quando ho fatto da apripista, non potete immaginare quanta voglia avessi di partire e partecipare anche io. Già allora ero in fermento. Ora che mi sto allenando tanto in double poling e nemmeno soffro tanto la distanza dal punto di vista fisico, non potevo che provarci. Sono partito da Moena, come vuole la tradizione, salendo lungo la ciclabile che corrisponde al percorso originale. Sono passato davanti alla Caserma delle Fiamme Oro, quindi fino a Canazei attraverso due o tre strappetti, poi giro di boa e traguardo volante per gli sprinter. Sono poi passato a Predazzo, dove c’è il nuovo traguardo della mezza in zona trampolini, e lì ho deciso di seguire il percorso nostalgico passando per Predazzo centro. Poi sono sceso lungo l’Avisio, sono passato per Molina, quindi ponte, sottopassaggio, giro di boa e su di nuovo fino ad arrivare alla Cascata. Lì, se ne hai allora bene, altrimenti è durissima. Me la sono goduta ad andare su, era all’ombra. Sono quindi arrivato al nuovo bivio, dove, al contrario del percorso vecchio, nel quale la strada spianava un po’, in questo caso la pendenza aumenta, i due tornantini sono proprio cattivi (ride, ndr). Anche dopo i tornantini c’è un tratto di salita che è ancora più duro rispetto al primo tratto della Cascata. Anche l’arrivo è in semi salita».
Il giovane fondista delle Fiamme Oro immagina che potrebbero cambiare anche alcune dinamiche di gara: «Con una pendenza dura, ma comunque più dolce, come era quella del vecchio percorso, il gruppo era facilitato nel restare sulle code e non perdere metri. Qui, invece, con questa pendenza, se ne hai puoi fare la differenza ed arrivare in solitaria. Ci sono questi due tornantini che sono “mortali”, poi una volta superati, pensi di aver finito, invece guardi su e devi ancora spingere, poi hai una curva a destra e spingi ancora, sempre con una bella pendenza».

Il desiderio di ripeterla sugli sci in inverno è grande, ma per il momento Ticcò ha altri obiettivi: «Se il calendario me lo permettesse, la farei, ma al momento ci sono altre gare e obiettivi. Non posso nasconderlo, il desiderio di farla c’è ed è forte. Comunque una gara così va anche preparata, non potrei improvvisarmi».

Nel frattempo, chissà, magari Ticcò potrebbe anche sfidare i suoi compagni delle Fiamme Oro su questo percorso. «Sicuramente sarebbe interessante farla con i miei compagni e sfidare Didi, oppure lo stesso Mattia (Armellini, ndr), che fa tanto double poling ed è molto motivato. Diciamo che all’interno del mio gruppo ho solo stimoli positivi».

Giorgio Capodaglio

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