Biathlon | 10 agosto 2022, 13:31

Biathlon - Daniele Piller Roner: "Lukas Hofer si è reinserito in maniera splendida e fa gruppo con i giovani"

Biathlon - Daniele Piller Roner: "Lukas Hofer si è reinserito in maniera splendida e fa gruppo con i giovani"

La nazionale maschile di biathlon si è allenata a Obertilliach dal 29 luglio al 7 agosto. In gruppo, assieme a Dorothea Wierer, che si allena quest’anno con la squadra maschile, erano presenti come sempre Tommaso Giacomel, Didier Bionaz, Daniele Cappellari, Patrick Braunhofer, David Zingerle, Michele Molinari, Cedric Christille, Daniele Fauner e il rientrante Iacopo Leonesio. La grande notizia è rappresentata però dal ritorno di Lukas Hofer che, dopo aver svolto il primo raduno con la Svezia, è stato costretto a un nuovo intervento chirurgico, questa volta alla spalla destra, ed ora è tornato per la prima volta quest’anno ad allenarsi con gli altri azzurri.

A seguire il raduno, insieme all’allenatore responsabile Alex Inderst, vi erano l’allenatore di tiro Fabio Cianciana, l’allenatore del fondo Andrea Zattoni, insieme agli altri allenatori Riccardo Romani e Daniele Piller Roner. Quest’ultimo, tecnico del Centro Sportivo Esercito, viene dalla nazionale juniores e giovani, con cui si è tolto grandi soddisfazioni. È rimasta impressa tra le immagini più belle della passata stagione, la sua esultanza in occasione dell’ultima serie di tiro di Hannah Auchentaller nella staffetta femminile juniores che ha regalato l’oro all’Italia.

È stato quindi l’allenatore di Sappada a fare un resoconto del raduno a Fondo Italia. «È stata una settimana hit con tanti lavori di intensità – ha affermato Daniele Piller Roneril raduno è andato bene, il tempo è stato dalla nostra, non sono arrivate forti piogge e le temperature sono state ideali. Da tecnico del tiro, mi ha fatto piacere notare che al poligono il livello dei nostri atleti si sta alzando.
Essendo stata una settimana hit, vi sono state diverse serie di tiro con intensità molto alte, nelle quali solitamente vengono fuori più errori, invece le cose sono andate bene. Inoltre è stato il primo raduno in cui erano presenti sia tutti gli atleti che i tecnici.  È stato bello rivedere in squadra Luki (Lukas Hofer, ndr) che si è reinserito in maniera splendida, creando subito gruppo come sempre».


Quindi, i giovani hanno riaccolto subito bene Hofer?
«Ma certo, ma non avevamo dubbi. Hofer li ha praticamente cresciuti in questi ultimi anni, è apprezzato da loro, lo vedono quasi come un padre nel biathlon. Poi con lui si alza il livello, perché si crea ancora più competizione. Merita la loro stima, perché è stato molto bravo nel lavoro che ha svolto con loro in questi ultimi anni».

Hofer ha ripreso bene dall’operazione?
«Posso assicurarvi che l’ho visto davvero bene dal punto di vista fisico. Inoltre è stato molto utile anche per noi tecnici. Per esempio si è fermato con me e Riccardo (Romani, ndr) a parlare di come viene allenato il tiro in Svezia, il tipo di lavoro che fanno. Insomma ha condiviso un po’ di cose ed è stato molto interessante. Luki è una persona squisita, disponibile al dialogo. Sicuramente questa sua esperienza in Svezia è positiva anche per tutti noi, perché ci fa comprendere meglio innovazioni e criticità degli altri, dandoci dei metri di paragone. Anche per me, da tecnico, è importante scoprire come funziona da altre parti».

Nel gruppo si è trovato ad allenare anche Dorothea Wierer. Ci racconti com’è lavorare con lei.
«Doro è sempre una macchina da guerra. È stimolante lavorare con lei, perché, nonostante sia la più esperta del gruppo e abbia vinto tanto, ha sempre voglia di migliorare e si fissa sui particolari, È un onore allenarla. Inoltre, io, Luki, lo stesso Riccardo Romani e Dorothea facevamo parte, nel 2007, della squadra junior, così ci siamo ritrovati in squadra insieme dopo tanti anni, loro come atleti e noi dall’altra parte come allenatori. Inoltre nello staff tecnico di allora c’era Fabio (Cianciana, ndr), tanto che ogni tanto nel corso del raduno è venuto fuori naturalmente qualche bel ricordo legato a Obertilliach, dove svolgevamo diversi raduni, come a Isolaccia».  

Come stanno Giacomel e Bionaz, che tra poche settimane andranno a disputare il Mondiale Estivo a Obertilliach?
«Tommy e Dido stanno veramente bene fisicamente e anche al tiro. Ovviamente c’è sempre qualche alto e basso, tanto che stiamo risolvendo un piccolo problema di Didier nelle serie in piedi. Ma ci siamo, quindi possiamo lavorare bene sui dettagli in vista delle prossime gare estive e ovviamente soprattutto dell’inverno. Questi due ragazzi, insieme a Brauni (Braunhofer) e Cappe (Cappellari), sentono un po’ la responsabilità di essere la guida del gruppo».

Come stanno gli altri componenti del gruppo?
«Brauni e Cappe molto bene, stanno crescendo dal punto di vista fisico sul fondo e al tiro sono dei cecchini. Con Moli, Cedro (Christille, ndr) e Fauner ci siamo, stiamo lavorando bene su determinate cose. Zingerle sta bene. Tutti stanno bene, tutti sono usciti piuttosto affaticati dall’ultimo raduno, come normale che fosse, perché è stata una settimana tutt’altro che banale, e in questa fase bisogna lavorare tanto, quindi è giusto che siano stanchi a fine raduno, altrimenti vorrebbe dire non aver centrato l’obiettivo».

Nell’ultimo raduno è anche rientrato Leonesio. Come sta?
«Leonesio accusa ancora un po’ di dolore nel corso di certi allenamenti. Fortunatamente il suo livello di tiro è sempre altissimo, quindi abbiamo preferito in certe situazioni non farlo sparare in piedi, perché aveva ancora qualche fastidio. Insomma, meglio che recuperi bene con calma perché tanto è già un bel tiratore».

Dopo alcuni anni, ha lasciato la nazionale juniores e giovani, allenando atleti che puntano a Coppa del Mondo e IBU Cup. Quanto è cambiato il suo tipo di lavoro?
«È cambiato tanto, è un lavoro diverso, perché a questo livello si lima ogni piccolo dettaglio. A me piace lavorare così, perché sono sempre disponibile quando un atleta mi chiede aiuto, anche per lavori manuali e specifici ai materiali, come il calciolo. A questo livello della nazionale, è un lavoro diverso, ma spero che presto gli junior ci raggiungano, per poter anche essi ambire a nuovi obiettivi».

In una precedente intervista, Cianciana ha invitato l’ambiente a non avere troppa fretta con i giovani.
«Ha ragione. Molti atleti del gruppo puntano a Milano-Cortina 2026, si tratta quindi di un investimento a lungo termine per la maggior parte di essi. Concordo sul fatto che bisogna dare loro tempo e non pretendere subito risultati esagerati. Poi ovviamente, gli obiettivi sono diversi anche individualmente atleta per atleta, perché c’è chi è più avanti rispetto ad altri, anche per natura fisica».

Seguendo alcuni post social, abbiamo scoperto che ha volato con il parapendio insieme a Lukas Hofer. Che esperienza è stata?
«(Ride, ndr) Di Luki ci si può fidare al cento per cento, con lui sei tranquillissimo in aria. È stata un’esperienza bellissima, un’autentica botta di adrenalina, che è quello che ha Luki di continuo, è nel suo modo di vivere». 

G.C.

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