Biathlon - Dalla Russia attacchi contro l'IBU: "Stanno facendo politica"; "Peccato il congresso non sia a novembre quando l'Europa congelerà"

Reazioni fortissime dalla Russia per il comunicato stampa del Comitato Esecutivo dell'IBU, che ha raccomandato al Congresso del prossimo settembre di continuare ad escludere gli atleti russi e bielorussi da tutte le competizioni internazionali di biathlon fino a quando non cambieranno le condizioni. In particolare si richiede ad atleti, dirigenti e Federazione di queste nazioni, di prendere le distanze dai loro governi e di disocciarsi dall'intervento militare in Ucraina. Difficile, però, dal momento che quasi tutti gli atleti sono militari.

Istituzionale ma decisa la risposta della Russian Biathlon Union attraverso un comunicato stampa. «La RBU si batte per una risoluzione delle controversie civile e legalmente motivata. In precedenza, la RBU, con l'assistenza del Comitato Olimpico Russo, ha impugnato dinanzi alla Corte Arbitrale dello Sport di Losanna (CAS) le decisioni dell'IBU sulla sospensione di atleti e dirigenti russi (datata 1 marzo 2022) e sulla sospensione del'Unione Russa di Biathlon (datata 28 marzo 2022) in quanto discriminatoria nei confronti di una nazione e contraria alla Costituzione IBU. Entrambi i casi sono attualmente oggetto di una procedura arbitrale stabilita presso il TAS di Losanna e non sono ancora stati giudicati e valutati legalmente.
Riteniamo che le raccomandazioni odierne del Comitato Esecutivo dell'IBU riguardo gli atleti di Russia e Bielorussia siano altrettanto ipocrite e politicizzate, contraddicono anche la Costituzione dell'IBU e sono altrettanto dannose per il biathlon mondiale quanto le decisioni di marzo. Da parte nostra, entro l'8 settembre 2022, come ci è stato chiesto, l'Unione russa di biathlon preparerà un appello legalmente giustificato a tutti i partecipanti al Congresso e ai membri IBU, in cui sarà spiegata la nostra posizione». 

Anche il giornalista e presentatore di Match TV, Dmitry Guberniev, che mesi fa ha presentato, con tanto di simbolo dell'invasione in Ucraina sul petto, un evento organizzato da Putin a Mosca al quale hanno preso parte diversi campioni dello sport (a proposito di personaggi politicizzati, ndr), ha attaccato l'IBU: «L'IBU ha fatto richieste politiche agli atleti russi, questa è una novità. Mi sembra che questo sia accaduto per la prima volta nella storia mondiale dello sport. L'IBU ha superato tutte le altre federazioni. E cosa significa "prendere le distanze" dal momento in cui l'intera squadra russa di biathlon è composta da militari, rappresentanti del CSKA o, come Serokhvostov, un militare di un'altra unità. Cioè, tutta la nostra squadra che ha gareggiato ai Giochi [olimpici] è militare della Federazione Russa in un modo o nell'altro. Ci sono civili e ci sono persone con ranghi. Non capisco davvero come l'IBU suggerisca il distanziamento. Pertanto, queste sono richieste assolutamente politiche e sono inaccettabili».

Molto pesanti, ma questa non è una novità, le parole di Alexander Tikhonov, ex vice presidente dell'IBU e grande campione del biathlon russo. «Penso che questo sia il comitato esecutivo IBU peggiore della storia. Non ci sono dubbi. È un peccato che il congresso si svolgerà tra un mese, e non a novembre, quando l'Europa si congelerà e la dirigenza dell'IBU si scalderà accanto al fuoco e a quel punto prenderà decisioni per noi accettabili. Vorrei ripulire la composizione del comitato esecutivo dell'IBU. Molti dei membri dell'attuale comitato esecutivo non sono mai stati coinvolti nel biathlon. Consiglierei loro di pensare prima del congresso su ciò che faranno al congresso. Senza la Russia non c'è competizione nello sport. Ascoltino McLaren, si è reso conto che senza di noi non c'è competizione e lotta sui campi sportivi».

L'IBU ha preso una decisione più politica che sportiva? Sicuramente si, ma non sono i russi stessi a mescolare sport e politica ormai da decenni?