Sci di fondo - 28 novembre 2022, 17:30

Sci di Fondo - Lo spunto di Zorro: "Pellegrino, podio strameritato. Klæbo dominatore". L'analisi di Cristian Zorzi dopo Ruka tra risultati, regolamenti e allarmi

Sci di Fondo - Lo spunto di Zorro: "Pellegrino, podio strameritato. Klæbo dominatore". L'analisi di Cristian Zorzi dopo Ruka tra risultati, regolamenti e allarmi

Con il terzo posto nell’inseguimento di Ruka, Federico Pellegrino ha raggiunto un altro prestigioso traguardo nella sua gloriosa carriera, quello di entrare nel ristretto club di atleti capaci di salire sul podio tanto in gare sprint quanto in gare distance. Un gruppo che in Italia conta di altri cinque componenti vale a dire Silvio Fauner, Fabio Maj, Giorgio Di Centa, Francesco De Fabiani e Cristian Zorzi.

E per una curiosa coincidenza, proprio il fassano “Zorro” è da oggi protagonista di una rubrica settimanale di approfondimento di quanto visto nel fine settimana sugli sci stretti.

CASO HALFVARSSON - Il momento con maggior pathos del fine settimana è rappresentato dalla squalifica di Calle Halfvarsson che ha spalancato le porte al podio di Federico Pellegrino.

“Il regolamento parla chiaro: non è possibile sfruttare parti di tracciato dedicate al verso di percorrenza opposto e la squalifica è sacrosanta. Brucia, senza dubbio, ma è evidente che Halfvarsson non doveva trovarsi in fondo al gruppo sull’ultima salita. Era sicuramente in condizione e lo si è visto: l’errore tattico è lampante. Ed a proposito di errori tattici, mi ha sorpreso l’atteggiamento degli atleti meno preparati per la volata finale: nessuno ha provato a fare qualcosa per mettere in difficoltà gli sprinter, si sono limitati ad aspettare quasi rassegnati l’ultima salita, servendo in pratica il piatto a Klæbo e compagni. 

Sono convinto che se ci fossero stati gli atleti russi avremo visto una gara completamente diversa: sono meno propensi a sviluppi così tattici e avrebbero messo molto pepe in pista, spaccato la gara. Questo e la distanza di 20km secondo me sono stati fattori decisivi, in una 15km forse si sarebbe stati più propensi a rischiare”.

FOCUS ITALIA - “Chicco Pellegrino con Ruka ha sempre avuto un rapporto particolare: nella sprint non è mai salito sul podio, ma nelle distance si è comportato spesso bene e ieri è stato molto bravo all’inizio a tenere la scia e a mettersi nel gruppo di testa e a gestire con la consueta attenzione tutti i diversi momenti della gara. I materiali erano eccezionali, si è visto e l’ha confermato lui stesso. Si meritava questo podio, perchè da una dimensione ancora più grande alla sua carriera. Non è una novità che il motore sia eccezionale e questi anni di lavoro l’hanno rafforzato ancora di più: e confesso che mi ha fatto piacere seguire da vicino questa sua impresa. Per quanto riguarda gli altri azzurri, direi abbastanza bene Francesco De Fabiani in classico, mentre in skating lamenta ancora dei problemi che lo limitano e dovrà lavorarci su. Graz nell’inseguimento si è risollevato un po’, direi nel complesso benino mentre decisamente male gli altri. Li ho visti appesantiti, poco reattivi, pur nella consapevolezza che Giandomenico Salvadori è un diesel. Al femminile Caterina Ganz in fondo è sempre sui suoi standard, non è ancora arrivata la crescita decisiva secondo me.

FENOMENO KLÆBO - “Diciamocelo, già a Beitostolen aveva lasciato intendere di stare sufficientemente bene. Se davvero era titubante, credo che questi tre giorni abbiano cancellato ogni dubbio nella sua mente. Davanti a sé ha un inverno da dominatore ed il nuovo sistema di punteggio lo favorirà nelle prove a cronometro, dove potrebbe perdere ogni tanto qualche posizione senza soffrirne particolarmente. Un discorso che può essere allargato a tutti gli sprinter che credo saranno sostanzialmente favoriti da questo nuovo regolamento. Fossi stato nei vertici, avrei ridotto il numero di sprint stagionali, evitato l’assegnazione di punteggi individuali nelle team sprint e magari calibrato il calendario su un sistema di 3 settimane di gara ed una di riposo come avviene nel biathlon”.

GLI ALTRI - “Le svedesi hanno dominato in lungo e in largo, ma sono un gruppo numeroso e qualitativamente di alto profilo e si trainano una con l’altra. Quello che in fondo manca alle norvegesi: ora che non c’è più un riferimento da seguire, fanno fatica a crescere; le Weng ci sono e sono contento del ritorno di Østberg, ma alla squadra femminile manca qualcosa rispetto alla tradizione. Mi hanno un po’ deluso le finlandesi, di solito sono molto più in palla sulle nevi di casa mentre il team tedesco ha confermato ancora una volta l’ottimo lavoro di questi anni. Era in difficoltà, più o meno come l’Italia, ma ha saputo fare le giuste scelte sia a livello giovanile sia nel timing di debutto in Coppa del Mondo. Ed i risultati si vedono.

CHE POCHI - “Ma avete visto che pochi che erano in gara? Al femminile meno delle 50 che potevano ambire ai punti, la stessa Finlandia che non ha potuto sfruttare appieno il contingente a disposizione: è un segnale davvero preoccupante per il nostro sport, bisogna fare qualcosa”.

L’ESPERIENZA ANDORRANA - Dall’estate Cristian Zorzi è tecnico all’interno del team andorrano. “Mi sto trovando molto bene: il clima è sereno e inevitabilmente c’è molta meno pressione che in una squadra di alto livello come l’Italia. Esteve Altimiras è un bravissimo ragazzo, ha grande qualità in salita e avevamo qualche aspettativa in più per la gara in skating, ma ha perso il treno di Krüger e a quel punto è stata dura, ma può capitare. Oggi ci siamo trasferiti a Lillehammer dove da venerdì si gareggerà sui tracciati solitamente dedicati ai biatleti, meno impegnativi”.

lp

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