Sport vari | 19 gennaio 2023, 07:00

Skijoring - Sciare con il cane è uno sport bellissimo, che nel nostro Paese fatica, però, a decollare, a causa di qualche pregiudizio. Facciamo chiarezza in merito

Nella foto di Massimo Mazzasogni, Francesco Fait con Ginevra, binomio vincitore in Skijoring al Cortina International Trial 2021

Nella foto di Massimo Mazzasogni, Francesco Fait con Ginevra, binomio vincitore in Skijoring al Cortina International Trial 2021

Si dice che ci sia qualcosa di impagabile nello sciare sulla neve che nessun altro ha calpestato: ci fa credere che siamo unici, anche se sappiamo che non lo siamo. E allora, tanto vale condividere questa emozione con il nostro migliore amico. Perché c’è uno sport entusiasmante in cui pattinare con il cane, lo skijoring, che aspetta solo di farsi conoscere nel nostro Paese e, soprattutto, di essere accettato dal “geloso” popolo degli amanti del fondo. Gelosi di cosa? Comprensibilmente, delle nostre (poche) piste, da rispettare e preservare da un’antipatica sporcizia e da maldestri calpestii, tanto più vista la carenza di neve degli ultimi anni. Ma cos’è lo skijoring e come coinvolge gli amici a quattro zampe?

Ne abbiamo parlato con Francesco Fait, maestro di sci di fondo dal 1992, con un interessante passato agonistico che, tra neve, atletica e triathlon, ha aperto una parte del suo cuore agli sport cinofili, praticando, prima con il Nova Scotia Bubu e ora anche con l’Eurohound Lyn il Canicross, il Dog Trail e lo Skijoring, rispettivamente la corsa campestre, il trail e lo sci di fondo con il cane, disciplina quest’ultima in cui nel 2021, a Vermiglio (Trento), ha conquistato il titolo di Campione italiano Fidasc, la federazione italiana di riferimento per le attività con i cani. Anche preparatore atletico, massoterapista e guida di mountain bike, lavora al Centro Fondo Malga Millegrobbe (Trento), dove è possibile imparare lo skijoring e praticarlo.

Come descriverebbe brevemente lo skijoring a un neofita?

“Si tratta di uno sport di traino su neve, da praticare con il cane legato davanti al conduttore, che procede in skating assecondando la trazione del quattrozampe. Molto diffuso nei paesi scandinavi, anche al di fuori dei soli circuiti agonistici, è un ottimo modo per allenare se stessi e il proprio migliore amico, capace di portare miglioramenti nella tecnica di sciata e nella resa atletica, da sfruttare poi anche per le discipline estive su terra”.

A che punto è il movimento in Italia e perché fa tanta fatica a crescere?

“La maggiore diffusione nei Paesi nordici non solo rispecchia un fattore culturale, ma è facilitata ovviamente da un maggiore innevamento. Ovvio che, se manca a priori una certa sensibilità nei confronti di queste attività, avere a disposizione poche lingue di neve dove convivere pacificamente non agevola il movimento italiano, per cui, a oggi, troppo spesso viene negata la possibilità di provare questa meravigliosa disciplina e coltivarne poi la passione”.

Esistono a suo parere soluzioni al problema?

“Ovvio che dipende tutto dalla neve: se le poche piste praticabili vengono preparate artificialmente, magari limitandone i tracciati a pochi km di lunghezza, condividere serenamente lo spazio con chi voglia sciare con i cani risulta difficile. Immaginando, però, una stagione normale, senza carenza di neve, per un comprensorio non sarebbe difficile ricavare 3-5 km per pattinare con gli amici a quattro zampe. Al Centro Fondo Malga Millegrobbe, in provincia di Trento, attraverso un concordato con il gestore delle piste è previsto un orario riservato agli skijoristi, che si possono allenare con i loro cani dalle 15.00 in poi, quando l’affluenza dell’utenza media cala e, dunque, si dà meno fastidio a chi non vede ancora di buon occhio questa attività. Inoltre, nelle vicinanze abbiamo riservato una pista di 4 km sempre aperta ai praticanti di questa disciplina”.

Cosa teme maggiormente il fondista di questo fenomeno e come rassicurarlo in merito?

“Dando per scontato che un proprietario normalmente educato pulisca dove il suo cane sporca, a infastidire il popolo del fondo è in primis un presunto danneggiamento della pista che, però, nello skijoring non avviene. Quando la pista viene preparata correttamente, ha una solidità alla base che la zampa del cane non riesce a scalfire. Ci tengo a rassicurare in merito anche i più scettici: il calpestio delle quattro zampe non rovinerebbe le vostre sciate”.

Quali opportunità nascerebbero per i comprensori?

“Per quanto di nicchia, il fenomeno potrebbe sicuramente portare qualche guadagno in più, potenziando il valore di un’offerta pet friendly che il turismo non può più negare a chi viaggia con il proprio migliore amico. Mi riferisco tanto a un target interessato all’attività puramente ludica, quanto a chi voglia dedicarsi allo skijoring a livello agonistico. Se gli appassionati potessero allenarsi più facilmente, parteciperebbero in numero maggiore alle gare, e il movimento, a quel punto trascinato anche mediaticamente, non stenterebbe a crescere. Le competizioni ci sono: il prossimo evento sul calendario nazionale è il Campionato Italiano di Sleddog Fidasc su distanza sprint e media, atteso per sabato 21 e domenica 22 gennaio sul Monte Bondone (Trento); uno spettacolo entusiasmante anche solo a cui assistere, quest’anno, da spettatori. Con l’augurio, prima o poi, che vi coinvolga da protagonisti con i vostri cani”.

Valentina Romanello

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