Sport vari - 02 febbraio 2023, 09:00

Bufera su Astrid Jacobsen: ha aperto al ritorno in gara di russi e bielorussi a nome degli atleti norvegesi senza consultarli!

Astrid Jacobsen

Astrid Jacobsen

Non si placano le polemiche in Norvegia attorno alle dichiarazioni di Astrid Jacobsen, effettuate durante l'incontro con il Comitato Olimpico Internazionale all'inizio di gennaio. La 36enne, infatti, a nome del Comitato degli atleti norvegesi, in quella circostanza ha asserito: "A nostro avviso, la non discriminazione è inevitabile. La nostra missione è continuare a essere una forza unificante e questo dovrebbe rimanere il nostro obiettivo. Ciò significa che nessun atleta dovrebbe essere escluso sulla base del proprio passaporto".

Di fatto, un'apertura verso il ritorno in gara degli atleti russi e bielorussi, esclusi dopo lo scoppio della guerra in Ucraina. Jacobsen è finita al centro di aspre critiche per avere sostenuto che la maggioranza dei rappresentanti degli sportivi norvegesi desidera che russi e bielorussi tornino a competere, in quanto non avrebbe condotto un sondaggio approfondito sulla questione.

La diretta interessata, ai microfoni di "NRK", ha commentato: "Quando diventi oggetto di innumerevoli polemiche, alla fine inizi a mettere in discussione tutto ciò che hai fatto". Così, nei giorni scorsi, il Comitato norvegese si è scusato con una mail inviata ai suoi atleti, riconoscendo di non avere svolto un lavoro di mappatura approfondito per raccogliere le opinioni degli sportivi norvegesi sul tema.

Jacobsen è però intenzionata a rimediare: "Come risolveremo la questione? Dobbiamo consultarci con tutti gli atleti che rappresentiamo. L'unica cosa che posso dire è che in quel processo tutti devono essere coinvolti e poter dire quello che pensano, a prescindere dalle modalità con cui ciò avverrà".

Da ultimo, Astrid Jacobsen ha cercato di vedere il bicchiere mezzo pieno: "Se si vuole trovare qualcosa di positivo in tutto questo, finalmente qualcuno in più ha scoperto che esistiamo, che non ci limitiamo a sederci in una stanza, ma che in realtà facciamo qualcosa".

Alessandro Nidi

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