Sport vari | 03 marzo 2023, 21:32

Short Track - Arianna Fontana chiede alla procura federale di riaprire il "caso denuncia"

Short Track - Arianna Fontana chiede alla procura federale di riaprire il "caso denuncia"

Domani la Nazionale Italiana di Short Track, lascerà l’Italia in direzione Seul. Nel mirino i campionati del mondo della specialità, edizione iridata che la capitale sud coreana ospiterà da venerdì prossimo. Della spedizione azzurra maschile vi saranno anche Tommaso Dotti e Andrea Cassinelli, passati loro malgrado, agli onori delle cronache sportive, più per essere i “compagni di squadra cattivi” di Arianna Fontana che non per le medaglie olimpiche conquistate la scorsa stagione. E chissà quale stato d’animo accompagnerà i due azzurri, dopo il post comparso ieri sera alle 18 sulla pagina Instagram di Arianna Fontana, la quale  ha così esternato: “Oggi ho mandato la richiesta di riapertura dell'indagine alla procura federale. La verità è un cardine fondamentale della nostra società e non deve essere diverso nello sport. Sono stata presa di mira durante degli allenamenti ed eventualmente sono caduta infortunandomi alla caviglia. E successo davanti a tutti, e nessuno di quelli che avrebbero potuto e dovuto fare qualcosa per impedirlo hanno agito per tutelarmi. Ed è per questo motivo che non mi fido e non posso fidarmi, se non cambiano le cose.”

In sostanza Arianna Fontana si riferisce ad un paio di episodi accaduti nel 2019 durante gli allenamenti in pista sia a Courmayeur e successivamente in Giappone, quando la campionessa valtellinese pattinando in scia ai ragazzi durante delle simulazioni di gara, ha denunciato cambi di traiettorie pericolose da parte due compagni, studiate ad hoc con lo scopo di farla cadere.

“In molti vi chiedete perché sto facendo tutto questo -continua la donna più medagliata dello sport italiano femminile in tema di olimpiadi - lo faccio non solo per difendere me stessa ma per difendere i diritti degli atleti. Quello che è successo a me può succedere ancora oggi, e vorrei che consideraste delle possibili situazioni che potrebbero ancora avvenire, come questa: alle Olimpiadi si portano 5 atlete donne e 5 uomini. Mettiamo che, dopo che la selezione degli atleti è già avvenuta, l'atleta n.6, quindi il primo degli esclusi, a pochi giorni dall'inizio dell'evento, faccia cadere uno di questi atleti già qualificati e quest'ultimo si infortuni. L'atleta infortunato, che aveva qualificato il suo posto meritevolmente non parteciperà alle Olimpiadi, mentre l'atleta che ha preso la decisione dannosa nei confronti di un compagno di squadra verrà premiato con la partecipazione alle Olimpiadi.”

Esempio che ricorda vagante il caso Kerrigan-Harding  vicenda di denuncia per aggressione avvenuto alla vigilia dei Giochi di Lillehammer 1994 nel team americano di pattinaggio artistico sul ghiaccio di cui si fece pure un film chiamato Tonya. “E si, è così che andrebbero le cose perché questo sarebbe visto come un episodio normale durante gli allenamenti. Immaginatevi di essere nei panni dell'atleta infortunato, o dei suoi genitori, o compagni di squadra.. Che cosa stanno provando? Cosa stanno pensando? Dov'è la rappresentazione degli atleti? Dov'è la correttezza? È tempo che gli atleti abbiano una rappresentanza e giustizia adeguate, perché in caso contrario perderemo generazione di atleti e questo dovrebbe essere visto come un fallimento dello sport italiano. Faccio tutto questo per fare un passo verso uno sport pulito, basato sulla meritocrazia, sull'integrità e sulla fiducia. Dove le buone decisioni vengono ricompensate e quelle cattive insegnino, attraverso le conseguenze, a prendere decisioni migliori. Solo così possiamo costruire individui, e quando fai questo non puoi mai sbagliare”.

Katja Colturi

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