Biathlon - 30 marzo 2023, 15:40

Fotogallery Biathlon - Riviviamo la stagione di Dorothea Wierer, la campionessa che ha fermato il tempo

Wierer e le bandiere italiane sullo sfondo (foto credit: Dmytro Yevenko)

Wierer e le bandiere italiane sullo sfondo (foto credit: Dmytro Yevenko)

Corre subito a cambiarsi, non felicissima della sua prestazione, grintosa come sempre, poi con tanto di borsone in spalla Dorothea Wierer si riporta in zona arrivo per salutare le avversarie che hanno deciso di concedersi “the last dance”, Denise Herrmann, Marte Olsbu Røiseland, Anais Chevalier e Tiril Eckhoff. È il post mass start di Holmenkollen, ultima gara della Coppa del Mondo 2022/23, che vede tante avversarie che con Wierer si sono battute in questi anni lasciare l’attività agonistica.

“Io mi sono salvata, perché mi impegno sempre al massimo ma non penso solo al biathlon, altrimenti non ce la farei”.
Sono queste le parole che pochi giorni prima Wierer aveva pronunciato ai nostri microfoni. E chissà, forse il segreto dell’azzurra è proprio questo: il biathlon non è l’unica cosa che conta.

Dopo due anni forse un po’ al di sotto delle sue aspettative, dove comunque Wierer ha raccolto la sua prima medaglia olimpica individuale e vinto due gare (individuale di Kontiolahti 20/21 e mass start di Anterselva 21/22), l’altoatesina delle Fiamme Gialle è sembrata tornare brillante, al livello del momento “prime” della sua carriera. A trentadue anni (l’azzurra ne compirà 33 tra pochi giorni), Wierer ha disputato una stagione di altissimo livello, è sembrata tornare indietro nel tempo, vincendo la bellezza di tre gare, come fece nel 2016 e nel 2019, chiudendo al secondo posto la generale di Coppa del Mondo, sfiorando la coppa di specialità sprint, che sembra proprio non volerne sapere di far parte del suo salotto, ma soprattutto vincendo da protagonista l’argento nella mista a squadre e lo storico oro nella staffetta femminile, dove in entrambe le occasioni ha portato la squadra azzurra in testa alla gara con due grandi frazioni.

L’azzurra ha mostrato di avere ancora tante motivazioni, di voler lavorare sul particolare, curando profondamente i dettagli, cercando di migliorarsi sempre e di competere con atlete ben più giovani di lei che stanno crescendo stagione dopo stagione. Le sue insicurezze la mantengono sempre attenta e mai superficiale, sempre allerta fino all’ultimo momento, quando passa di continuo ad osservare il poligono a pochi minuti dal via per poi fermarsi a chiedere qualcosa al suo allenatore di tiro Fabio Cianciana. Quasi un rito il suo, ma che conferma quanto sia un’atleta sempre attenta ai dettagli. Wierer però è anche la campionessa che ama sempre mettersi alla prova, sfidare sé stessa. A Oberhof ha vissuto una delle sue giornate più negative, quando nell’ultima serie dell’individuale ha buttato via la gara con tre errori nell’ultima serie. «Ho fatto un errore da principiante – ha dichiarato all’ora – di solito sparo da destra a sinistra, ma ho invertito la direzione pensando che il vento avrebbe poi portato dentro i colpi». Una scelta che sulla carta era giusta nell'intento, ma che si rivelò sbagliata in quanto non c’era tanto vento da giusticiarla. Quella sera Wierer mostrò un grande spirito di squadra, recandosi alla premiazione della sua compagna di squadra Lisa Vittozzi giunta terza. Doro è però grintosa e ha voglia di sfidare le altre e sé stessa, così soltanto tre giorni dopo quella brutta gara, l’altoatesina delle Fiamme Gialle, questa volta si con una situazione di vento piuttosto complicata, ha nuovamente deciso di aprire da sinistra, cambiando la sua routine, coprendo i bersagli e regalando all’Italia il primato in classifica. Ecco, i grandi campioni sono così.

Al termine del Mondiale, l’impressione di alcuni è che Wierer avesse svolto una rassegna iridata sottotono, senza considerare invece le sue grandi prestazioni di squadra. L’azzurra si è quindi posta una nuova sfida per sé stessa, chiudere la stagione con un “high”. Ed eccola nuovamente a Östersund, che potremmo ormai chiamare Wierersund, visti i tanti trionfi nella località svedese, che non a caso ha una cittadina di nome Dorotea ad appena 170 km di distanza. In Svezia l’azzurra ha conquistato due vittorie che ne hanno certificato per l'ennesima volta la grandezza, come se ce ne fosse ancora bisogno. Per farlo nemmeno servirebbero più i successi, ma basterebbe vedere l’interesse dei media di tutto il mondo per conoscere il suo futuro, se continuerà o meno, oppure i tweet dei tifosi che sotto a ogni post di addio scrivevano “Doro, tu non farlo”.

L’azzurra non ha ancora annunciato quale sarà il suo futuro, ma quello che abbiamo visto in pista fa ben sperare che la vedremo ancora nella prossima stagione sia per i risultati, ma anche per quanto è apparsa sempre motivato. Quest’anno Wierer è tornata a livelli altissimi, reagendo bene alle novità all’interno dello staff tecnico, magari stimolata anche dal ritorno ad alto livello di Vittozzi, ma forse soprattutto perché, una volta che dopo due anni tra mascherine e limitazioni a causa del covid, si è potuto tornare a vivere con una certa normalità, soprattutto per gli atleti che si sono confinati in una bolla praticamente per due anni interi, Wierer ha avuto nuovamente l'occasione di non pensare solo al biathlon, e questa è probabilmente la sua forza, quella che le permette di fermare il tempo.
Arriverà a Milano-Cortina 2026? Non lo sappiamo, ma l'impressione è che meno la si forzerà a farlo e maggiori saranno le opportunità di vederla.

Riviviamo allora la sua splendida stagione attraverso questa fotogallery.

Giorgio Capodaglio

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