Notizie | 04 aprile 2023, 18:00

L’eredità Gwich’in, Vancouver 2010, i problemi col budget, il trasferimento in Slovenia: c'è questo e tanto altro nel salto di Alexandria Loutitt verso l’oro mondiale!

A sei anni rimase folgorata dal salto con gli sci guardando in Tv le Olimpiadi casalinghe e dal quel momento la canadese Loutitt ha sconfitto parecchie avversità per arrivare nell’elite mondiale culminata in questa stagione con la medaglia d’oro a Planica.

Alexandria Loutitt

Alexandria Loutitt

La popolazione dei Gwich’in è un’ampia comunità indigena che ancora adesso vive negli sterminati territori canadesi del Nord-Ovest sconfinando anche nello stato americano dell’Alaska. Sono la nazione indiana più settentrionale se escludiamo gli Inuit, conosciuti anche col termine dispregiativo di “eschimesi”, che si affacciano sul Mare Glaciale Artico e il termine Gwich’in nell’idioma locale si può tradurre come “popolo della terra” e si riferisce ad una comunità di persone che ha vissuto nella regione da prima che esistessero il Canada e gli Stati Uniti d’America stessi. I primi loro insediamenti nella zona risalgono a 20.000 anni fa. Sono parte di una famiglia più ampia di indigeni conosciuti come Athapaskans, nei quali la caccia, la pesca e l’allevamento rimangono importanti sia dal punto di vista culturale e sia economico, con caribù, alci ed i prelibati salmoni che sono gli alimenti base della loro dieta.

Ma cosa centrano i Gwich’in con gli sport invernali e perché li menzioniamo?

Perché per descrivere il percorso che ha portato la saltatrice canadese Alexandria Loutitt agli straordinari successi ottenuti in questa stagione in particolare, la sua eredità Gwich’in è un must da cui bisogna partire e sulla quale lei basa la quasi totalità di questi suoi importanti ottenimenti. Ancora un centinaio di anni fa il suo bisnonno Colin “Chippy” Loutitt e la bisnonna Laura McLeod vivevano nell’insediamento di Fort McPherson, cuore della comunità Gwich’in posto a pochi chilometri dal confine con il territorio dello Yukon canadese.

Alexandria sfrutta la sua abilità e la sua grinta nel saltare come due importanti fattori che gli sono stati dati dalla sua eredità Gwich’in come lei ha ricordato all’emittente nazionale CBC dopo aver vinto la medaglia d’oro dal trampolino grande agli scorsi Campionati del Mondo di Planica: “Onestamente attribuisco con tutto il cuore, la mia resilienza e la mia etica del lavoro alla mia famiglia Gwich'in, perché loro nella loro lunga storia hanno dovuto superare ostacoli molto più duri di qualsiasi altra persona in Canada. Gli indigeni del Canada devono ancora oggi affrontare queste lotte e questo sviluppa un'etica del lavoro generazione dopo generazione ed incrementa la propria grinta e resilienza, fattori che non potresti ottenere da nessun'altra parte ".

"È qualcosa che tu devi imparare, e devi impararlo per sopravvivere fin da ragazzino. E quindi, ovviamente, era qualcosa che mio nonno aveva insegnato a mio padre e mio padre insegnava a me e a mio fratello, e sono così grato di avere quelle abilità" :sintetizza infine la giovane saltatrice canadese riferendosi alla durezza e alla difficoltà nel vivere giorno dopo giorno in quei duri e sconfinati territori canadesi posti a ridosso del Circolo Polare Artico dove la modernità e l’avere tutto a portata di mano come lo conosciamo ora, ancora deve fare breccia nel loro antico e tradizionale stile di vita.

Grazie a questa sua enorme resilienza e volontà di ferro Alexandria in questa stagione ha piazzato tre importanti prime volte per il salto con gli sci canadese, le quali si vanno ad aggiungere alla prima storica medaglia ottenuta da saltatori della nazione della foglia d’acero alle Olimpiadi. Infatti a Pechino 2022, la stessa Alexandria, affiancata dalla grande amica Abigail Strate, e dai compagni Mackenzie Boyd-Clowes e Matthew Soukup hanno portato nella loro Calgary la medaglia di bronzo nell’inaugurale evento misto a squadre disputato sul trampolino piccolo di Zhangjiakou. Le altre tre prime volte della nativa dello stato dell’Alberta sono tutte racchiuse nel giro di una quarantina di giorni. Il 13 gennaio a Zao in Giappone sull’Hs 102, la giovane si impone per la prima volta in Coppa del Mondo. Il 2 Febbraio diventa la prima canadese a conquistare la medaglia d’oro a livello Junior nei Mondiali quasi casalinghi di Whistler. Ma la vera perla della stagione viene espressa il 1 Marzo a Planica dove Alex, come viene comunemente chiamata dagli amici, può festeggiare la medaglia d’oro iridata dal trampolino grande imponendosi in entrambe le serie anche a livello senior.

Nessuna ragazza canadese in precedenza era mai riuscita a raggiungere tali traguardi. A livello femminile l’ultima “maple leaf” a conquistare il podio in Coppa del Mondo fu Taylor Heinrich capace di ottenere due terzi posti nel 2015. Mentre a livello maschile bisogna tornare parecchio indietro con l’ultima delle tredici affermazioni di Coppa del Mondo raggiunte dal pionere del salto, il canadese di origini prussiane Horst Bulau, avvenuta a Thunder Bay nel lontano Dicembre 1983.

Nata a Calgary il 7 Gennaio 2004, Alexandria Loutitt si innamorò e rimase ipnotizzata dal salto con gli sci quando ancora bambina vide in TV le gare sui trampolini olimpici a Vancouver 2010. In quel tempo alle ragazze non era ancora stato concesso di partecipare alle Olimpiadi, decisione che arrivò l’anno seguente, per poi debuttare nel programma olimpico a Sochi 2014. A dispetto del fatto che i suoi genitori pensavano che il salto con gli sci fosse uno sport troppo pericoloso per una ragazzina, Alexandria iniziò coi primi salti all’età di otto anni, implorando più volte mamma e papà. A dieci anni la ragazza dell’Alberta ritagliò cinque anelli olimpici di carta e li appese fuori dalla sua camera da letto. Cosi lei ricorda quel periodo: ”Fui affascinata da questo sport dal mio primo salto e sapevo già che volevo trascorrere il resto della mia vita in questa disciplina invernale, ammaliata fin da subito dalla sensazione di assenza di gravità. Sono sempre cresciuta dicendo che volevo vincere la prima medaglia olimpica del Canada per il salto con gli sci, e i bambini nel parco giochi mi dicevano, 'Sì, giusto, OK, sei pazza'. Ma ora, ad un decennio di distanza, voglio dire: mi sono diplomata al liceo con già una medaglia olimpica in mio possesso, quindi non ero così pazza."

In seguito insistendo più volte con mamma Tracy e papà Sandy Loutitt, anche grazie ad un camp estivo nel quale conobbe l’amica ed attuale compagna di squadra Abigail Strate, gli fu dato il via libera per divertirsi con lo sport che lei amava. Durante i suoi anni giovanili la Calgarian svolge la normale trafila gareggiando principalmente in patria su trampolini via via sempre più grandi per fare poi il suo debutto a livello internazionale appena quindicenne in alcune gare di Fis Cup disputate fra Austria e Slovenia. Nazione che ha in Lubiana la capitale che in seguito ricorrerà spesso nella vita di Alexandria e di Abigail stessa. In quella stessa stagione 2019-20, Alex gareggia nei suoi primi Mondiali Junior ad Oberwiesenthal dove termina al trentunesimo posto nella prova dall’Hs 105. La stagione seguente la ragazza Gwich’in fa il suo debutto in Coppa del Mondo nella prova a squadre di Ljubno. Il mese successivo gareggia ad Oberstdorf nei Campionati del Mondo dei grandi ma nella prova individuale non supera la qualificazione, vinta dal suo idolo d’infanzia la giapponese Sara Takanashi, mentre col Canada termina undicesima nella prova a squadre femminile e decima nella mista con la stessa formazione che dodici mesi dopo, complici parecchie squalifiche delle nazioni top, porterà nella nazione della foglia d’acero lo storico bronzo.

Ma per capire le problematiche del salto con gli sci in Canada e la loro crescita nell'ultimo biennio è doveroso fare un passo indietro.

Nella nazione che ha nel giovane Justin Trudeau il proprio Primo Ministro, se si parla di sport invernali, indubitabilmente l’hockey su ghiaccio ricopre sempre e comunque le prime pagine dei giornali, delle televisioni e nelle discussioni nei bar da Vancouver fino alla capitale Ottawa. Il salto con gli sci invece storicamente è uno sport che è sempre stato di nicchia, cui viene dato poco risalto durante la stagione e perfino durante Mondiali ed Olimpiadi, vuoi per mancanza di tradizione e sia per i radi successi da loro ottenuti. Il problema maggiore comunque è quello degli impianti nei quali i bambini ed i teenagers in seguito possano praticare questa adrenalinica disciplina. E se fino al 2018 ci si poteva almeno allenare sui trampolini di Calgary, con la chiusura di questi impianti olimpici, dato che i trampolini di Whistler sono aperti solo nei mesi invernali in cui le gare si sviluppano in Europa, i membri del Team Canada si sono trovati di fronte ad una scelta: non praticare durante l’estate con la fatale conseguenza di perdere i circa settecento salti che usualmente si effettuano durante la preparazione estiva oppure trasferire armi e bagagli in Slovenia. Todd Stretch a capo di Ski Jumping Canada dopo un consulto con i ragazzi ed i suoi collaboratori hanno optato all’unanimità per la seconda soluzione.

In Slovenia si sono appoggiati al tecnico che ha portato al successo la stessa Takanashi, ovvero Janko Zwitter come capo allenatore con Igor Cuznar come assistente. Parte di questo piccolo team sloveno-canadese è anche Uros Vrhovec che crea le tute da salto ed i materiali per Alex e compagni. Come ci racconta lo stesso Stretch, risolto il problema tecnico rimaneva il lato economico. Il loro team riceve 80.000 $ all’anno da Sport Canada ed altrettanti dal programma Safe Sport della Coaching Association of Canada. Il resto del budget è completato attraverso l’auto raccolta di fondi ospitando un torneo di golf estivo e accettando donazioni da privati. Pur fra mille complicazioni, come vivere all’inizio in un piccolo pulmino, il budget raccolto ha permesso loro di stabilirsi per tutta l’estate e l’inverno in Slovenia. Strech stima che costa circa 50.000 $ all’anno per un saltatore vivere e partecipare alle gare. Nonostante questi problemi logistici ed economici che “costringono” l’intero team canadese a vivere lontano da casa per più di nove mesi all’anno, la parabola di Alexandria si è sempre sviluppata verso l’alto, stagione dopo stagione.

Ma questa annata per lei vincente non era cominciata nel migliore dei modi.

Ad inizio primavera scorsa si era sottoposta ad un primo intervento chirurgico al ginocchio. Terminato il periodo riabilitativo durante il quale la talentuosa ragazza di Calgary aveva potuto concludere il liceo, nel corso di una delle prime sessioni di salto cadde durante la fase di atterraggio rompendosi il piede, anche se i medici non se ne resero conto alla sua prima visita, diagnosticandole solo una leggera distorsione alla caviglia. Le fu detto che avrebbe potuto riprendere gli allenamenti dopo una decina di giorni di riposo. Dopo tale periodo però il dolore non era scomparso e Alexandria a malapena riusciva a camminare, figurarsi poi di voler subito tornare a sedersi sulla stanga di partenza e volare come lei da bambina amava fare. Cosi i suoi allenatori la portarono ad effettuare una risonanza magnetica che evidenziò la rottura del legamento, crac ulteriormente peggiorato dal fatto che sullo stesso piede lei si stava allenando e facendo pesi.

Per Loutitt fu un duro colpo: “Durante quel duro periodo di stop forzato, vi sono state anche alcune lacrime, ma cercavo di rimanere motivata e volevo tornare più forte di prima ed avere risultati ancora migliori.” Poi verso metà autunno 2022 potè lentamente tornare a saltare: “I miei salti all’inizio, non erano davvero niente di speciale. Per me non è stato sicuramente facile vedermi saltare con misure cosi corte per i miei standard. Ma avevo la mia mente ed il mio cuore puntati verso ciò che realmente volevo. Mi sono messa io stessa grande pressione per mandarli più lontano, sapevo che potevo farcela se avessi continuato a lavorare e non mi fossi arresa.” Questo infortunio la costrinse ad aprire la stagione solamente in occasione della prima tappa del Silvester Tour a Villach a fine Dicembre, dove comunque diede già prova del suo talento naturale concludendo quarta dal trampolino piccolo carinziano. La tournee femminile di Capodanno e la tappa giapponese di Sapporo le diedero ancora più convinzione dei suoi grandi mezzi e la prepararono a quel per lei magico 13 Gennaio 2023 dove vinse la sua prima gara di Coppa del Mondo ed iniziò i suoi altrettanto fenomenali quaranta giorni nei quali seppe raggiungere le tre storiche prime volte per una saltatrice “ Made in Canada”.

Per descrivere Alexandria Loutitt dentro le competizioni di salto e nella vita di tutti i giorni ci avvaliamo del contributo dell’ex combinatista canadese Nathaniel Mah ora coordinatore del Marketing e dei Media per NordiqCanada e che da diversi anni è a stretto contatto con la diciannovenne saltatrice: ”Alexandria è un'atleta irripetibile. Ha un talento incredibilmente naturale e questo, combinato con la sua etica del lavoro, si traduce in una saltatrice con gli sci davvero straordinaria. Ciò che la distingue dagli altri atleti è la sua capacità di credere in ciò di cui è capace. Partecipa alle competizioni sapendo di poterle vincere e crede che dovrebbe vincerle. Questa fiducia deriva da anni di duro lavoro e dal pieno convincimento che lei ed i suoi allenatori hanno fatto tutto il possibile per competere a un livello così alto. Al di fuori dello sport, Alexandria è un leader e un modello per gli atleti più giovani, le donne e le ragazze. Fa volontariato con "Fast and Female", un'organizzazione che promuove donne e ragazze nello sport, e si assicura sempre di visitare il club di salto con gli sci a Calgary dove ha iniziato a saltare quando è a casa.”

L’ esperto di salto per la Tv canadese Rob Keith definisce la sua grande forza mentale ed estrema fiducia in se stessa come le due armi con la quale, partita dai piccoli trampolini di Calgary, Alexandria è stata in grado di issarsi in cima al mondo a Planica: “Loutitt è nata col salto con gli sci nel sangue. Normalmente i giovani saltatori iniziano da un gate di partenza più basso e poi gradualmente si spostano più in alto. Invece il suo allenatore dei primi anni ha mandato Alex a saltare dai gate superiori. I suoi take off sempre puntuali l’hanno spinta nella fascia alta del salto femminile. Il componente chiave per un buon salto è quel decimo di secondo e nell’avere tutti gli angoli del tuo corpo in posizione corretta mentre vai a novanta all’ora al momento dello stacco. E’ un aspetto tecnico piuttosto complesso, ma è in questo aspetto dove troviamo il massimo talento naturale in lei.”

Come detto il Canada non ha la tradizione, i finanziamenti e gli allenatori all’avanguardia delle grandi potenze del salto come Austria, Germania o Norvegia, ma insieme alla resilienza ed etica del lavoro trasferite in lei dalla sua eredità Gwich’in, il suo talento naturale e volontà di arrivare al top, un altro importante aspetto che caratterizza la numero uno del salto canadese è la sua infinita passione per la disciplina che lei possiede assieme ai suoi compagni di team: “L’unica ragione per cui lo facciamo ancora è perché amiamo il nostro sport e la comunità di cui facciamo parte. Se guardi alle altre grandi nazioni del salto, molte di loro non hanno la stessa nostra passione, loro hanno solo i grandi finanziamenti e tanti trampolini a loro disposizione per tutto l’anno, ma noi siamo ancora qui, e li stiamo battendo.”

Con lo storico bronzo olimpico e la medaglia d’oro di Planica la diciannovenne dell’Alberta spera che queste siano la giusta scintilla per poter costruire nuove strutture permanenti per il salto in Canada ispirando altri bambini a dedicarsi al loro sport. “Spero di poter fare con altri bambini quello che il mio attuale compagno di squadra McKenzie Boyd-Clowes ha fatto per me. E’ stato lui ad ispirarmi ad iniziare col salto con gli sci guardando lui ed altri atleti gareggiare a Vancouver 2010“ :ha concluso Alexandria.

Dopo la generazione vincente dei “crazy canucks” dello sci alpino degli anni ‘70-’80 capeggiati dai mitici Ken Read e Steve Podborski, vedremo presto, grazie a Loutitt, nuove generazioni di saltatori portare i ragazzi del team con la foglia d’acero al centro della loro bandiera al top mondiale anche nel salto con gli sci?

Paolo Romanò

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