L’assegnazione delle Olimpiadi invernali sta diventando sempre più una sfida per il Comitato Olimpico internazionale (CIO). Le preoccupazioni sul futuro degli sport invernali, provocate dai cambiamenti climatici, hanno stimolato discussioni su come poter portare avanti i Giochi Olimpici invernali e tra le varie soluzioni individuate c’è un potenziale sistema di rotazione per gli host e una nuova composizione del programma che possa rispondere ai criteri di sostenibilità climatica ed economica pur rispettando le diverse esigenze degli sport sul ghiaccio e sulla neve.
Ad ogni modo, per il momento si punta ad un'assegnazione doppia per le edizioni 2030 e 2034, per la quale il CIO dovrebbe avviare un dialogo mirato durante la riunione del Comitato esecutivo che si terrà a Parigi dal 28 novembre al 1° dicembre; tuttavia, secondo le regole della Carta Olimpica, la Francia non potrebbe ottenere il diritto di ospitare i Giochi poiché già impegnata con le Olimpiadi estive, che ospiterà a Parigi la prossima estate. Ecco dunque che, a discapito dell’entusiasmo dei transalpini, le chance della Svezia potrebbero essere in risalita.
A questo proposito, tre comuni svedesi si sono impegnati formalmente a sostenere la candidatura del Paese scandinavo per le Olimpiadi e Paralimpiadi invernali del 2030 (ed eventualmente del 2034). Le famose località svedesi per gli sport invernali Falun, Åre e Östersund hanno tutte firmato garanzie di far parte della candidatura per dare una spinta alle possibilità di vittoria.
Falun ha accettato di fornire lo Lugnet Skistadion, che ha ospitato per tre volte i Campionati mondiali di sci nordico della e nel quale si terrebbero sci di fondo, salto con gli sci e combinata nordica.
«Sono orgogliosa di prendere questa decisione, che è stata presa da un consiglio comunale quasi unanime» ha detto la presidente del consiglio comunale di Falun Liza Lundberg, come riporta insidethegames.biz «Invia segnali chiari che a Falun lavoreremo insieme per la migliore applicazione e, si spera, se andrà nella nostra direzione, fino al 2030, la migliore implementazione.»
Questa firma fa seguito ad accordi simili che il Comitato Organizzatore ha siglato con Åre e Östersund nelle ultime settimane, con le due località destinate ad ospitare rispettivamente lo sci alpino e il biathlon. Åre ha ospitato tre Campionati mondiali di sci alpino FIS sulla collina di Åreskutan, mentre non è una novità per gli appassionati di discipline nordiche che Östersund ha ospitato tre volte i Campionati mondiali di biathlon, oltre alla Coppa del Mondo di biathlon che fa tappa ogni anno nella pista svedese.
Come per la candidatura andata in fumo di Stoccolma-Åre, la Svezia prevede di ricorrere alla località lettone di Sigulda per le gare di bob, skeleton e slittino. Stoccolma, Södertälje e Solna vedrebbero invece svolgere nei loro impianti gli eventi di hockey su ghiaccio e pattinaggio.
Dopo il fallimento della corsa per i giochi 2026, assegnati poi all’Italia, la Svezia è apparsa in pole position per i Giochi del 2030 quando ha ravvivato il suo interesse all'inizio di quest'anno, con Salt Lake City in corsa per l'edizione del 2034 (che aveva da tempo reso nota la sua preferenza), mentre Sapporo ha dovuto tirarsi indietro di recente a causa degli scandali di corruzione legati all’edizione estiva dei Giochi di Tokyo 2020 oltre che per la mancanza di sostegno pubblico, mentre Vancouver non è riuscita a ottenere il sostegno del governo della British Columbia.
Di recente, però, il progetto, partito un po’ in ritardo, di Alvernia-Rodano-Alpi e Provenza-Alpi-Costa Azzurra ha acquisito slancio da quando il presidente dell'Unione ciclistica internazionale e membro del CIO David Lappartient è stato eletto presidente del Comitato sportivo e olimpico nazionale francese; così come in Svizzera prende sempre più piede l’ipotesi di presentare una propria candidatura nazionale.
Il presidente del Comitato Olimpico svedese Hans von Uthmann insiste sul fatto che è la sua nazione sia nella posizione ideale per organizzare i Giochi. «Abbiamo un ampio sostegno politico nei comuni e l’idea condivisa secondo cui possiamo organizzare i giochi più sostenibili di tutti i tempi» ha affermato.