Sci di fondo - 29 febbraio 2024, 19:40

Sci di fondo - Federico Pellegrino: "Nella mia Lahti farò tutte le gare. Oggi ho un approccio diverso, non penso più al singolo risultato"

Foto credit: Federico Pellegrino

Una lunga volata a tutta velocità, gli avversari superati con astuzia per poi sfruttare i muscoli delle proprie gambe, tutti i mesi, anzi, gli anni di allenamento, i mille sacrifici fatti, le tante rinunce, per poi vedere fenomeni come Ustiugov e Klæbo sempre più distanti, quindi il traguardo che arriva, la consapevolezza di essere appena diventato campione del mondo, le lacrime d’emozione, l’abbraccio infinito alla moglie Greta Laurent, al suo fedele skiman ormai amico Ronc Cella. E poi, pochi giorni, e ancora una medaglia, questa volta assieme a Dietmar Nöckler, altro fedele compagno e amico, caratterialmente così diversi, ma accumunati da una grande passione per lo sci di fondo.

No, Lahti, dove si gareggerà a partire da domani, non sarà mai un luogo come gli altri per Federico Pellegrino, perché evoca momenti indimenticabili. «Dal 2017, ogni volta che metto i piedi su questa pista sento ancora forti i brividi rivivendo le emozioni di allora. Ciò mi motiva e dà fiducia, so che qui posso giocare le mie carte».

Già, perché in arrivo vi è un weekend importante, con tante gare che per motivi diversi interessano non poco al poliziotto valdostano: «Mi piacciono i format che affronteremo questo weekend – ha sottolineato Pellegrino a Fondo Italiasaranno gare molto dure. Domani si parte con una team sprint. Per il mio compagno di squadra Elia Barp, sarà l’esordio in Coppa del Mondo in questo format. Per lui sarà quindi una gara molto utile per acquisire quante più informazioni possibili in ottica futura e sgrezzarsi al meglio. Sicuramente ha le qualità fisiche adatte a questo format, è veloce e resistente, quindi sono molto tranquillo che potremo dire la nostra.
In classico, nelle gare di velocità, sappiamo di essere qualche passo indietro rispetto alla tecnica libera, quindi partiamo come outsider, ma non ci sentiamo battuti e domani ce la giocheremo al meglio che potremo. Anche perché è la prima team sprint a classico che affrontiamo su questo tracciato proprio dal 2017 e sarà bello ritornare in gara ricordando anche quell’argento vinto con Didi Nöckler».


Pellegrino sarà poi al via anche delle altre due competizioni del weekend, l’individuale da 20 km a tecnica classica del sabato e la sprint della domenica. «La gara di sabato sarà lunga e tosta, bisognerà gestire al meglio le proprie energie. Utile anche in vista della 50 km della prossima settimana a Oslo. Domenica, invece, con le energie rimaste nel serbatoio, cercherò di ripetere quello che su questa pista mi è già riuscito due volte, provando a mettere il bastone tra le ruote a Klæbo. A Minneapolis è stato bello riuscire a lottare con lui, essere almeno della partita, cosa che, nella prima parte della stagione, a skating mi era stato difficile. Voglio continuare a farlo».

Il Pellegrino del 2017, molto probabilmente, anzi, quasi sicuramente, avrebbe evitato l’individuale del sabato per recuperare energie ed arrivare fresco alla sprint. Oggi, però, l’azzurro ha cambiato approccio. «Dopo le Olimpiadi di Pechino, ho deciso di non puntare più al singolo risultato, come ho fatto per tutta la mia carriera. Questo ha pagato nella passata stagione sia in termini di risultati singoli che dell’obiettivo più grande che avevo, ovvero essere uno sciatore sempre più completo e potermela giocare per una stagione intera su più format di gara possibili, anche a discapito del singolo risultato».

Una sola eccezione quest’anno, quella di Canmore, ben spiegata dall’azzurro: «Faccio quante più gare possibili per fare tanta esperienza e conoscere il mio corpo in maniera sempre più approfondita. Mi diverto così. Avrei potuto farlo anche in Canada, ma a volte bisogna anche accettare i propri limiti. Come feci lo scorso anno ad Oslo, quando a malincuore saltai la 50 km, che veniva a sei giorni da quella dei Mondiali ed era la prima gara di tre settimane consecutive di competizioni molto importanti per la generale, in Canada ho deciso di saltare la prima individuale, anche perché volevo avere la possibilità di vedermi fresco nella qualifica di una sprint. Quel ragionamento ha pagato perché grazie alla qualifica di Canmore mi sono reso conto che le mie gambe, se ben curate mirando al singolo risultato, possono ancora performare, e grazie a quella fiducia ho poi portato a casa il podio la settimana successiva».

Una scelta che Pellegrino sente di dover fare non soltanto per sé stesso: «Voglio fare più esperienze possibili, pure a discapito del singolo risultato, anche per aiutare i compagni in più modi possibili. Prendete anche la gara di domani, è importante che io sia della partita anche per i nostri giovani, vedi Elia (Barp), Chiocchetti e Hellweger, Nadine Laurent e Nicole Monsorno, che sono ancora alle prime armi in questo contesto di gara. In questo modo possiamo fare il pre gara insieme, parlare della gestione delle energie, la lettura pista, la gestione tempi degli allenamenti, e altro, tutto ciò che è utile a far crescere il livello medio della squadra, per ottenere risultati importanti come Italia nei prossimi anni.
Insomma non puntate più su di me per il risultato singolo perché se volessi farlo, adotterei un approccio diverso, farei meno gare cercando di farle al meglio della condizione. Lo so anch’io che domenica dopo due gare non sarà il modo migliore di affrontare la sprint, ma sarà ancora più bello se le gambe dovessero girare bene».

Giorgio Capodaglio