Sci di fondo - 30 dicembre 2022, 13:00

Sci di Fondo - La sorpresa italiana del 2022: Simone Mocellini, il trentino umile che nessuno (o quasi) si aspettava

Sci di Fondo - La sorpresa italiana del 2022: Simone Mocellini, il trentino umile che nessuno (o quasi) si aspettava

Simone Mocellini corre attorno al campo di calcio del Centro CONI di Tirrenia, proseguendo il leggero allenamento pomeridiano. È luglio 2021 e assistiamo a uno dei primi raduni stagionali del gruppo Milano-Cortina 2026. «Guarda quel ragazzo lì», lo indica Stefano Saracco, allora allenatore della azzurra, mentre eravamo seduti su una panchina ad intervistarlo, osservando l’allenamento dei giovani. «Quel ragazzo lì – continua Saracco – non sa nemmeno quanto siano grandi le sue potenzialità. Uno che ottiene certi risultati nei test deve stare in Coppa del Mondo e andare sempre a punti. Deve però capirlo lui per primo, iniziare a crederci, esserne più convinto, fare quello scatto mentale. Spero riuscirà a farlo, perché allora si toglierà soddisfazioni. Ma non scriverle queste cose, voglio prima che dimostri il suo valore».

Un anno dopo, quelle parole che facevano parte di una conversazione avuta con l’ex allenatore azzurro, che tanto ha vinto in carriera al fianco di Pellegrino e Lampic, meritano di essere pubblicate, anzi forse avremmo dovuto farlo già lo scorso marzo dopo le gare di Falun, quando per la prima volta Mocellini superò il taglio della qualificazione in una sprint di Coppa del Mondo, chiudendo poi 19° assoluto la gara dopo l’eliminazione nella batteria dei quarti di finale.

Caricato dal finale della passata stagione Mocellini ha quindi affrontato con grande determinazione l’estate, consapevole che la zona punti non era impossibile, ma anche con la voglia di crescere nelle distance, lavorando tanto sulla resistenza, anche perché paradossalmente sono quelli i format che più ama.
L’inizio di stagione è stato subito positivo, quindi a Beitostølen è arrivata immediatamente la convocazione per la Coppa del Mondo. Una sprint in classico affrontata da solo, dal momento che Pellegrino era tornato in Italia per assistere sua moglie Greta Laurent nella fase conclusiva della gravidanza, mentre altri azzurri avevano preferito preparare al meglio la gara distance del giorno successivo. Tanta pressione per il Moce, anche il vantaggio e la responsabilità di avere con sé tutto il team azzurro al lavoro, quegli skiman che non voleva deludere e ai quali voleva dedicare una bella soddisfazione.
Il terzo posto in qualificazione poteva sembrare una di quelle sparate che a volte alcuni atleti meno attesi fanno in mattinata. Invece nelle batterie il trentino ha dato il meglio di sé, dando anche l’impressione di avere quasi sempre la situazione sotto controllo, fino a correre una finale perfetta, bellissima, senza alcun errore, mostrando anche una grande condizione atletica, frutto dell’alta mole di lavoro sulla resistenza. Ma soprattutto Mocellini è stato determinato, deciso, ha creduto in sé stesso, non ha avuto timore reverenziale e non è partito battuto, non ha pensato che “gli altri sono troppo forti”.

È così arrivato il primo podio non valdostano dai tempi di Clara, una ventata di aria fresca e di entusiasmo a tutto l’ambiente. E a ottenerlo è stato un ragazzo umile, che nessuno hai mai indicato come l’avvenire, marchiandolo come “fenomeno”, errore che spesso tendiamo a commettere nel nostro paese caricando i giovani di troppe responsabilità e aspettative, cosa che va anche evitata oggi con il finanziere trentino.

Pochi credevano che Mocellini potesse arrivare a tanto e per questo il trentino è la nostra sorpresa italiana del 2022. Anche se, pensandoci bene, c’era chi ci aveva già avvertito, quel tecnico valdostano che oggi è passato ad allenare il biathlon e un anno fa ci aveva avvertito delle potenzialità di Mocellini, lo stesso Saracco che ci ha anche sempre suggerito: «andiamoci piano con i giovani, evitiamo di scrivere che uno è un fenomeno, aspettiamo che arrivino i risultati, altrimenti è controproducente».

L’obiettivo del trentino è ora di confermarsi nel 2023. A lui non vengono chiesti podi ogni weekend, ma di continuare a crescere e soprattutto credere nelle proprie potenzialità, riuscendo a stabilirsi con continuità a un buon livello.

Giorgio Capodaglio

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