Olimpiadi - 27 aprile 2023, 10:15

Salt Lake City tifa Stoccolma per i Giochi 2030

Salt Lake City tifa Stoccolma per i Giochi 2030

La candidatura della Svezia per i Giochi olimpici e paralimpici invernali del 2030 sta prendendo forza. Un recente sondaggio condotto per conto del Comitato olimpico svedese ha rivelato come il 70% della popolazione sia favorevole a ospitare la rassegna a cinque cerchi se lo studio di fattibilità (i cui risultati dovrebbero arrivare a luglio) dimostrerà la possibilità di organizzare un'edizione sostenibile a livello economico.

È chiaro, quel "se" è bello grande, ed è la paura principale che soprattutto nelle ultime edizioni - sia estive che invernali - attanaglia i potenziali paesi ospitanti. Alla lotta agli sprechi si aggiungono poi questioni di immagine: per esempio Salt Lake City non vuole che l'edizione di Los Angeles 2028 le "rubi la scena" e crei un conflitto a livello di sponsor; per questo motivo la città statunitense vorrebbe ospitare i Giochi invernali del 2034. Non stupisce, dunque, che dallo Utah sia arrivata una spinta importante alla candidatura di Stoccolma per il 2030.

«Speriamo che ci sia un candidato forte e valido per il 2030, il che ci permetterebbe di concentrarci esclusivamente sulla candidatura per il 2034, la nostra scelta preferita», ha commentato il presidente del Comitato di Salt Lake City-Utah per i Giochi Fraser Bullock alla testata locale Deseret News. «La Svezia sarebbe un'ottima sede: è un Paese con una ricca tradizione di sport invernali, ma non ha ancora ospitato i Giochi (paradossalmente, ha organizzato quelli estivi di Stoccolma nel 1912, nda). Il sondaggio svolto in Svezia è un passo fondamentale per diventare la sede dei Giochi nel 2030».

Se anche Stoccolma dovesse farsi da parte, l'edizione del 2030 rischia di essere assegnata con grave ritardo, e a quel punto Salt Lake City potrebbe "rassegnarsi alla rassegna". Sapporo era inizialmente la favorita ma lo scandalo-tangenti su Tokyo 2020 ha raffreddato la candidatura, a Vancouver manca il sostegno da parte del governo della Columbia Britannica. Resterebbe la Svizzera, che tuttavia non ha compiuto nessun passo ufficiale e non ha svolto alcuno studio di fattibilità per il 2030.

Valerio Barretta

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