Biathlon - 02 maggio 2023, 19:15

Biathlon - Svezia compatta: "Divieto di piombo nei proiettili? Proposta Ue va fermata, altrimenti sport a rischio"

Immagine di repertorio (foto IBU)

Immagine di repertorio (foto IBU)

Il governo della Svezia ha annunciato l'intenzione di opporsi alla proposta dell'Ue in riferimento a un divieto totale del piombo nelle munizioni, esternando la volontà di coinvolgere il maggior numero possibile di Paesi per fare fronte comune nei confronti del testo dell'Echa (Autorità europea per le sostanze chimiche).

Quest'ultima, nel dettaglio, prevede: divieto di ogni forma di caccia con pallini di piombo, che sarebbe adottato 18 mesi oppure 5 anni dopo l'entrata in vigore della decisione; divieto di piombo nelle munizioni a palla nei calibri ad accensione centralizzata da 5,6 mm inclusi e più grandi (18 mesi dopo l'entrata in vigore della decisione); divieto di piombo in altre munizioni inferiori a 5,6 mm, munizioni per fucili ad aria compressa, munizioni per fucili a pompa, (5 anni dopo l'entrata in vigore della decisione, ma solo se sono disponibili alternative).

Ecco dunque spiegato il motivo per cui Jonas Edman (Associazione svedese di tiro sportivo), Nils-Anders Ekberg (Associazione svedese di tiro con la pistola), Rikard Grip (Associazione svedese di biathlon) e Dag Lidén (Associazione svedese di caccia) hanno diramato una lettera aperta, pubblicata dal quotidiano "Altinget", nella quale esprimono il loro punto di vista.

"Accogliamo con favore l'annuncio del governo di cercare di fermare la proposta dell'Ue di vietare il piombo in tutte le munizioni - esordiscono i quattro firmatari -. L'aspetto ambientale è ovviamente importante, ma anche questo deve far parte del sistema democratico, con regole e principi di base. Il principio di sussidiarietà dell'Ue afferma che la stessa non dovrebbe interferire in questioni che gli Stati membri possono gestire autonomamente. [...] In Svezia, abbiamo una legislazione ambientale che regola l'uso del piombo nelle munizioni dei proiettili nei poligoni di tiro. Questi costituiscono un ambiente controllato in cui possono essere prese misure, se ci sono rischi su un particolare poligono di tiro. Questo sistema tiene conto delle condizioni del singolo caso in modo da poter adottare misure adeguate per evitare che il piombo si disperda nell'ambiente. Un quadro normativo dell'Ue che vieti il ​​piombo in tutte le munizioni è quindi ridondante".

Il punto è che non esiste alternativa al piombo nelle munizioni per proiettili per il tiro al bersaglio, e "l'Ue vuole ora introdurre requisiti per determinate misure tecniche speciali, in modo da poter continuare a sparare con piombo nelle munizioni dei proiettili sui nostri poligoni di tiro, anche se la realtà e le operazioni sembrano diverse nei vari Paesi dell'Unione".

Queste misure, secondo i conteggi effettuati dagli esponenti dei quattro sodalizi scandinavi di cui sopra, verrebbero a costare circa 4 milioni di corone svedesi per un poligono di tiro. Esistono 3.880 poligoni di tiro in Svezia, quindi il costo totale sarebbe di circa 16 miliardi di corone svedesi. Inutile sottolineare che "si tratta di costi che le associazioni o le organizzazioni senza scopo di lucro non possono in alcun modo sostenere. E, poiché disponiamo già di una legislazione ambientale che si occupa dei rischi, i vantaggi ambientali sarebbero sostanzialmente pari a zero. La proposta vìola quindi anche il principio di proporzionalità".

Non solo la Svezia: il problema potrebbe porsi ad ampio raggio. Infatti, scrivono i firmatari, "se l'Ue vieta il piombo nelle munizioni per proiettili, significa che all'interno dell'Ue non si possono organizzare Coppa del Mondo, Mondiali e Olimpiadi. [...] In attesa della disponibilità di altre munizioni funzionanti, non si può vietare l'unica opzione disponibile. Ciò porterebbe alla sostanziale cessazione delle attività di tiro in Svezia. In che modo le capacità di difesa della Svezia sarebbero influenzate a lungo termine, se non ci fossero poligoni di tiro civili, ci si potrebbe anche chiedere? La proposta dell'Ue costituisce un colpo mortale contro ogni pratica e tiro agonistico. Pertanto, è giusto che il governo voglia fermarla".

Francesca Rastello

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