È una Moa Lundgren furiosa quella che, ai microfoni del quotidiano "Expressen", ha commentato la sua esclusione dalla Nazionale svedese, avvenuta dopo una stagione per lei complicata sotto il profilo della salute (operazione a inizio inverno), ma non per questo priva di risultati (due top 10 in Coppa del Mondo e la vittoria della Scandinavian Cup).
Tutto lasciava intendere che questi target fossero sufficienti per garantirle un posto nella Svezia A, invece l'atleta si è trovata di fronte a un inaspettato "no". "Soddisfo i criteri necessari, ma non basta - ha dichiarato amareggiata -. I vertici della Nazionale hanno fatto differenze tra donne e uomini".
Il riferimento di Lundgren riguarda l'inserimento nella rosa maschile di Anton Persson e Jens Burman, protagonisti di un'annata non certo positiva e contrassegnata da risultati peggiori dei suoi: "Penso che sia una situazione spiacevole, i maschi ottengono un posto in Nazionale senza soddisfare i requisiti per accedervi", ha proseguito la sciatrice.
"Sono una ragazza, ho praticato sport per tutta la vita. Pertanto, ci sono molte esperienze spiacevoli nel mio passato. Ad esempio, non mi era permesso gareggiare con i ragazzi, anche se ero più veloce di molti di loro. Per questo sono delusa dal fatto che a 25 anni debba rivivere tutto questo", ha concluso.
Lars Öberg, direttore dello sci di fondo svedese, ha replicato alle parole di Moa Lundgren sempre attraverso le colonne di "Expressen": "Gli stessi corridori hanno espresso l'auspicio che i gruppi di allenamento non siano troppo numerosi. Capisco la situazione di Lundgren. Spero che ora possa reagire e dimostrare che ci sbagliamo".