Olimpiadi - 16 ottobre 2023, 19:00

Olimpiadi Milano Cortina 2026 - Niente pista da bob a Cortina, le reazioni di politica e sport: "Una delusione e un'occasione persa"

Olimpiadi Milano Cortina 2026 - Niente pista da bob a Cortina, le reazioni di politica e sport: "Una delusione e un'occasione persa"

Era una notizia a cui mancava solo l'ufficialità. L'Italia rinuncia alla costruzione di uno Sliding Center a Cortina per le Olimpiadi di Milano-Cortina 2026, per affidarle ad un Paese straniero. La notizia è arrivata questa mattina per bocca del Presidente del CONI Giovanni Malagò, che lo ha annunciato nel corso del Meeting del Comitato Olimpico Internazionale di Mumbai (India).

Questa decisione governativa, alla quale è seguito comunicato tonante da parte del Presidente della Federazione Italiana Sport Invernali, Flavio Roda, ha alzato inevitabilmente un polverone di polemiche in tutta la penisola, tra gli appassionati di sport invernali, ma soprattutto nel mondo politico e in quello sportivo: quest'ultimo, del resto, più di tutti vivrà le conseguenze di questa conclusione.

Qui di seguito, vi riportiamo alcune di queste reazioni.

L'unico che sembra essere favorevole alla decisione è Beppe Sala, sindaco di Milano, sul Sole24Ore: «Capisco che sia una decisione giusta trovare un’alternativa, perché obiettivamente non è contemporaneo spendere così tanti soldi per un’opera che non verrà utilizzata. Se la pista fosse realizzata a Saint Moritz a noi andrebbe molto bene come sistema perché farebbe risparmiare e credo che, tenendo aperta la Forcola, si possa avere un villaggio olimpico a Livigno unico».

Di tutt'altra opinione invece Luca Zaia, governatore del Veneto, che ha rilasciato ad ANSA una dichiarazione, che sembra quasi una risposta al primo cittadino meneghino: «A Cortina si terranno le Olimpiadi e se non ci sarà più il bob, a questo punto dovremo ragionare su quante discipline delle Olimpiadi invernali 2026 si faranno a Cortina. Non è tutto mummificato. Vedo che c'è chi esulta perchè il bob non c'è più a Cortina. Vorrà dire che faranno un sacrificio e ci daranno qualche disciplina olimpica che oggi hanno.»

Sempre sul Sole24Ore il presidente di Confindustria Veneto, Enrico Carraro, invece dichiara: «Non ci meritiamo di essere visti come quelli che “non sono in grado di raggiungere l’obiettivo” nel contesto internazionale. Non se lo merita il Veneto e non se lo merita l’Italia. Sono dispiaciuto che nemmeno “l’operoso” Nordest abbia compreso come la sfida su questo progetto andava oltre la semplice sfida sportiva. Non è un problema solo di Giochi Olimpici, ma di credibilità del nostro sistema imprenditoriale, industriale e valoriale. Vincerla sarebbe stata la più bella medaglia olimpica».

Marco Bussone, presidente nazionale UNCEM (Unione Nazionale Comuni Comunità Enti Montani), ricorda che «avremmo preferito un impegno completamente sul versante italiano. Anche per il bob e lo slittino. Le opportunità c’erano, in diversi contesti alpini. Con investimenti certi, utili al sistema nazionale del ghiaccio del futuro. Si preferisce invece andare in Austria a completare le sedi di gara di Milano-Cortina. Una scelta del CONI e del CIO che sorprende e che apre uno scenario del tutto nuovo». 

Infine chiudiamo questa carrellata con le parole di Armin Zoeggeler, leggenda dello slittino azzurro, con sei medaglie consecutive conquistate ai Giochi Olimpici, il quale si chiede «quali sono le prospettive per lo slittino italiano? Le medaglie noi le vogliamo, anche la Federazione e anche il CONI. Tutti vogliamo le medaglie, ma non vogliamo una pista. È una follia». L'attuale direttore tecnico delle nazionali di slittino ha dichiarato a LaPresse «E’ una delusione e un’occasione persa, l’Italia rischia adesso in tutte e tre le discipline. Se non abbiamo una pista in futuro è difficile immaginare di tenere il passo della concorrenza. Fino all’ultimo momento abbiamo sperato nella realizzazione della pista a Cortina, posso solo dire che sarebbe stato il posto giusto per i ragazzi e ragazze che praticano questi sport. Sarà ancora più complicato avvicinare nuovi giovani a queste discipline, siamo obbligati ad andare all’estero e a testare il materiale all’estero. E’ un grande danno per l’Italia»

Federica Trozzi

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