Quando è arrivata al traguardo dell'ultima gara di Canmore, Julia Simon era stremata, ben più delle altre atlete. La chiusura di stagione ha visto la savoiarda sulle gambe, incapace non solo di lottare per la Coppa del Mondo ma anche di sfruttare il calo di Ingrid Landmark Tandrevold e di contenere la rimonta di Lou Jeanmonnot.
La stanchezza della vincitrice uscente della Coppa del Mondo si spiegava tuttavia con una preparazione modificata in chiave-Mondiali, rassegna in cui Simon ha brillato portando a casa due ori individuali e altri due in staffetta su un totale di sei gare.
Secondo l'allenatore della squadra femminile transalpina Cyril Burdet, la stagione di Simon è stata positiva anche se in Coppa del Mondo è arrivato "solo" un quinto posto in classifica generale: «Ha davvero brillato ai Mondiali. Anche se è stata più discontinua rispetto all'anno scorso, quando l'abbiamo analizzata abbiamo capito che c'era da aspettarselo e che corrispondeva al suo obiettivo principale per l'inverno, i Mondiali», queste le sue parole ai colleghi di Nordic Magazine.
«Non c'era alcun dubbio sulla sua capacità di rendimento quest'inverno con una preparazione diversa dal solito», ha continuato. «Lo dice lei stessa: su alcuni aspetti della preparazione, le mancavano due o tre riferimenti per continuare a sfidare i suoi standard. Nonostante tutto, è andata molto bene ed è stata una bella soddisfazione vederla rendere a questo livello».
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