| 08 dicembre 2016, 07:28

Fondo, Giorgio Di Centa è pronto per Davos: "Sto bene e se servissi per la staffetta mondiale ..."

Di Centa ha emozioni contrastanti in vista del suo ritorno in Coppa del Mondo: "Sono contento, ma mi sento anche in colpa verso gli atleti più giovani e i tifosi, perché avevo detto che non sarei più tornato; l'obiettivo? A Davos ho sempre sofferto, sarebbe già un grande traguardo entrare nei trenta"

Fondo, Giorgio Di Centa è pronto per Davos: "Sto bene e se servissi per la staffetta mondiale ..."

A 44 anni, dopo aver vinto 6 gare di Coppa del Mondo, due ori e un argento alle Olimpiadi, un argento e tre bronzi ai Mondiali, Giorgio Di Centa ha ancora tante energie da offrire allo sci di fondo e sabato lo troveremo nuovamente in Coppa del Mondo nella 30km a tecnica libera di Davos, alla quale è arrivato dopo le belle vittorie ottenute in Coppa Italia nell’ultimo weekend.

Un traguardo straordinario il suo, eppure quando l’abbiamo contattato per farci descrivere le sue impressioni, abbiamo trovato un Giorgio Di Centa che ha quasi chiesto scusa per questa fantastica impresa: “Sinceramente non so quali emozioni proverò nel tornare – ha affermato l’olimpionico – potrò dirlo molto probabilmente soltanto dopo la gara. Al momento provo delle sensazioni molto particolari, mi sento quasi in colpa per questo ritorno, perché un anno fa dopo aver partecipato alla gara di Dobbiaco, dichiarai che non sarei più tornato. Ma il mio Gruppo Sportivo (Carabinieri ndr) aveva piacere che vi andassi se avessi raggiunto degli ottimi risultati in Coppa Italia e così ho fatto. Ovviamente sono contento, sia chiaro, ma da una parte mi sento quasi in colpa nei confronti dei più giovani, che vorrebbero essere al mio posto, e anche del pubblico stesso, al quale avevo detto che avrei smesso».  

Di Centa è però consapevole che prendere parte a una gara di Coppa del Mondo a 44 anni, non è da tutti: “Ho la fortuna di essere in buona salute e ancora competitivo – ha ammesso – questo grazie al dna che viene dai geni dei miei genitori”. Alla nostra domanda su cosa lo spinga alla sua età, dopo aver vinto tanto, a fare ancora mille sacrifici e mettersi in discussione, ha risposto senza alcuna esitazione: “Mi piace questo ambiente, in particolare il Centro Sportivo per cui lavoro. Sono lì per allenare chi sta assieme a me, sia con gli atleti che con gli altri tecnici ci diamo degli stimoli reciproci per affrontare le gare nazionali e internazionali al massimo. Ho questa fortuna di stare bene, ottengo ancora dei buoni risultati, anche se in Coppa Italia, una competizione non certo paragonabile alla Coppa del Mondo”.

Per la gara di Davos, Di Centa ha deciso di mantenere un profilo molto basso, consapevole di trovare delle velocità altissime: “Innanzitutto a Davos raramente ho ottenuto dei bei piazzamenti, è una pista che non mi si addice per nulla. La quota non mi infastidisce, ma la pista è all’ombra e fa freddo, condizioni che non amo. Inoltre il percorso è sempre molto spezzettato, con un ritorno lungo, bisogna avere materiali buoni e la fortuna di trovare dei trenini, che sono fondamentali. Qui le cose mi sono andate più spesso male che bene. Insomma non ho molte aspettative, ma lascio fare al destino, lo stesso, che ha voluto che tornassi nuovamente in Coppa del Mondo”.

Tra una settimana, neve permettendo, si svolgerà la prima staffetta della stagione a La Clusaz in Francia, Di Centa non dovrebbe esserci, ma non ha escluso la possibilità di una sua clamorosa partecipazione alla staffetta dei Mondiali di Lahti. “Se servisse una mano alla squadra per la staffetta di Lahti – ha confessato –  se la nazionale avesse bisogno di un frazionista a skating, a quel punto potrebbe avere per me senso partecipare, perché se sto bene fisicamente, so che a skating posso ancora dare il mio contributo, soprattutto in una staffetta, in cui le forze sono divise per quattro. Per quanto riguarda invece la Coppa del Mondo, credo sia un miraggio soltanto pensare di entrare nei primi dieci e già sarebbe un grande traguardo andare a punti. Il livello è molto alto e nel nostro paese, oggi, soltanto De Fabiani e Pellegrino possono guardare in alto in direzione del podio”

Giorgio Capodaglio

Ti potrebbero interessare anche:

In Breve