Combinata | 20 settembre 2018, 11:00

Tara Geraghty Moats, la ragazza no limits che vuole fare la storia della combinata nordica femminile

Abbiamo incontrato la forte combinatista statunitense che non ha nascosto i suoi desideri di essere la prima storica vincitrice della sfera di cristallo in combinata nordica e ci ha raccontato la sua unica carriera sviluppata attraverso le più variegate discipline invernali.

Courtesy Corinna Heitmuller

Courtesy Corinna Heitmuller

Probabilmente nel curioso caso di Tara Geraghty-Moats sarebbe più semplice enumerare gli sport che non ha ancora praticato piuttosto di fare un elenco di tutti gli sport nei quali si è cimentata nel corso della sua ancor breve carriera sportiva.

Per Taraestate o inverno non fa differenza. Lei in ogni situazione adora sempre rimanere attiva. Nella stagione invernale è passata dal salto al biathlon, dal fondo alla combinata con sporadici sconfinamenti anche nel telemark e nello sci alpino. In quella estiva Geraghty -Moats non allenta la presa e si cimenta con altrettanto impeto e passione nella mountain-bike e nella corsa lungo i tracciati del suo Vermont. D'altro canto non poteva essere diversamente considerati i preziosi geni che ha ereditato dai suoi genitori.

La mamma Betsey Geraghty è stata una biker di buon successo e allo stesso tempo anche meccanica ed educatrice. Mentre papà Alan Moats oltre ad essere un sotfware designer è stato anche un buon atleta nella squadra americana di telemark. Anche la sorella maggiore Charlotte si è fatta valere nello sci alpino vincendo delle medaglie nazionali a livello junior. Il multitasking quindi deve essere considerato un obbligo per chi è membro della famiglia Geraghty-Moats.

Tara nasce nel 1993 e già nel 1995 ha gli sci ai piedi. Comincia con le prime competizioni di telemark nel 1998. Nel 2001 mamma Betsey, stanca di vederla saltare sui mobili di casa decide di iniziarla al salto con gli sci.  Quando le chiediamo i suoi sentimenti nell' effettuare un salto dal trampolino i suoi occhi si illuminano di passione: “Non vi è nulla come il salto con gli sci. È come allungare la mano fuori dal finestrino mentre l'automobile sfreccia a piu' di 100 km/h in autostrada. Tu senti tutta la spinta del vento contro di te, che ti trattiene in alto . Stai veleggiando in aria. Questa sensazione unica mi ha rapita fin dal mio primo salto“.

Quasi contemporaneamente Geraghty -Moats inizia a gareggiare anche nello sci di fondo e da lì a breve si fa notare anche con gli sci stretti riportando successi a livello junior. Il tutto senza mai rifiatare durante l'estate, poiché partecipa a più riprese a varie competizioni di mountain bike e running.

Nel 2010, entrata stabilmente a far parte del team USA di salto, è vittima di un brutto incidente a Lake Placid. Una raffica di vento trasversale la sbilancia in volo facendola atterrare pesantemente sul piano. Non cade, ma sentè un "crack" nel suo corpo. Infatti si è rotta tre legamenti e una tibia.

Comincia un calvario fatto di più operazioni e la prospettiva di dover cambiare vita perché “i medici mi dicono che non avrei più potuto saltare o correre di nuovo“. Assorbito il pesante colpo Tara prende una decisione radicale. Imbraccia la carabina e si da' al biathlon.

Nei primi mesi può allenarsi solo al poligono e con le stampelle, ma una volta recuperata la salute impiega tre gare per venire convocata ai Mondiali youth di Nove Mesto 2011. La sua precisione è pari al 28% e si piazza sempre attorno al sessantesimo posto, ma almeno il ghiaccio è rotto.

Per migliorare decide di trasferirsi in Svezia, iscrivendosi al Liceo dello sport di Sollefteå. Le sue percentuali salgono al 50% e riesce a partecipare ai i Mondiali giovanili fino al 2014. Si prende anche la soddisfazione di vincere un titolo nazionale “svedese “ sopravanzando le coetanee trekroner, ma la sua carriera nella disciplina non decolla.

Nell'autunno 2014, mentre si sta allenando a Lake Placid con la squadra americana di biathlon, un amico la iscrive a sorpresa anche ai campionati nazionali di salto con gli sci che si tengono nella stessa località. “Non mi allenavo da quando mi ero infortunata e avevo fatto forse tre salti in quattro anni. Gli dico che è pazzo, ma lui mi risponde che al peggio finirò ultima. Cosi, senza dire nulla al mio allenatore del biathlon, riprendo i miei  sci vecchi di cinque anni e mi butto. Concludo i nazionali in quinta posizione. Bene, non posso sfondare nel biathlon, e per il mio futuro decido di tornare al salto speciale“ .

Così Geraghty-Moats ritorna a fare parte della squadra nazionale americana di salto speciale. Le bastano pochi mesi per guadagnare competività in Coppa del Mondo. A febbraio chiude nona a Rasnov e ai Mondiali di Falun è diciottesima. Tuttavia a partire dal 2016 il suo rendimento cala e non riesce a guadagnarsi un pettorale per le Olimpiadi di Pyeongchang.

Tuttavia per Tara, che per rimpinguare il bilancio lavora anche presso un'azienda agricola del Vermont, sembra essere finalmente arrivata la disciplina più adatta a lei. La Fis sta infatti puntando forte sulla combinata nordica femminile, con la nascita della Coppa del Mondo 2020-'21 e l'ingresso nel programma dei Mondiali 2021.

Non a caso nel weekende del 18-19 agosto ad Oberwiesenthal Geraghty-Moats ha conquistato una vittoria e un secondo posto nella prima tappa di Grand Prix andara in scena. Tanta è stata la pazienza da lei avuta nell'aspettare finalmente di poter gareggiare in combinata quanto maggiore l'emozione provata sul gradino più alto del podio:”La lunga sofferta attesa nel corso di questi anni è stata realmente ripagata in quel weekend. Ascoltare il mio inno nazionale per la prima volta su un podio internazionale, lo sguardo commosso dei miei allenatori, le centinaia di persone che erano lì a guardarci, hanno fatto di Oberwiesenthal un luogo indimenticabile“.

Nella prossima stagione il circuito di Continental Cup di combinata nordica femminile sarà composto da cinque tappe e quello sarà il principale obiettivo della venticinquenne del Vermont, seppur non disdegnando qualche incursione nella Coppa del Mondo di salto. Questo in attesa che la combinata nordica femminile attiri in futuro sempre più ragazze, attenzione mediatica, sponsor, prestigiose venues e che venga finalmente posta allo stesso livello dei maschi e introdotta nel programma dei Giochi Olimpici.

È rimasta delusa dalla decisione presa dal CIO di non includere la Combinata Nordica femminile nel programma di Pechino 2022 ?
"Non ero molto ottimista o fiduciosa che il CIO aggiungesse la combinata femminile alle Olimpiadi. Ho visto cosa è successo con il salto con gli sci donne e per quanto tempo tutti hanno dovuto lottare prima di essere inclusi. So anche che il CIO non ha buoni precedenti per valutare l'uguaglianza fra i sessi. Nonostante quello che dicono, il CIO è un'entità privata e fa ciò che pensa sia meglio per i propri interessi e le finanze. Io ora posso solo lottare per sviluppare il mio sport in modo che cambino il loro giudizio sulla combinata femminile. Stanno trattando la combinata come se fosse uno sport completamente nuovo, non uno sport che è stato in circolazione dai primi giochi invernali del 1924. Non hanno bisogno di aggiungere un nuovo sport per pareggiare quello che hanno. Anche se già immaginavo l'esclusione, ho pianto ancora quando ho sentito che la combinata nordica femminile non sarebbe stata alle Olimpiadi. Poi però per me , è arrivato il momento di tornare all'allenamento e lavorare duro per essere la miglior atleta possibile. So che la vita non è giusta e piena di delusioni, ma è importante guardare il lato positivo, godere delle opportunità che ho e lavorare duro per sfruttarle al meglio".

Cosa suggerirebbe alla FIS per velocizzare lo sviluppo della Combinata a livello femminile ?
"Penso che la FIS abbia effettivamente svolto un incredibile lavoro negli ultimi anni per sviluppare questo sport. Sono impressionata dal livello di organizzazione e dall'impegno messo per le ragazze. I premi in denaro equiparati per gli uomini e le donne nella Continental Cup del prossimo inverno mi mostra davvero quanto la FIS nell'era moderna stia puntando su di noi e valutando alla pari le donne nello sport. Penso che la FIS deve continuare nella direzione in cui sono già attivi da due anni a questa parte. Spero di vedere gli allenatori delle squadre nazionali incoraggiare le giovani ragazze che vogliono iniziare con il nostro sport. E spero anche di vedere le varie Federazioni Nazionali finanziare le donne proprio come gli uomini, questa penso sia la cosa più importante".

Dopo aver praticato in passato salto , telemark , biathlon , fondo etc , sarà la Combinata Nordica ora il vostro sport definitivo?
"Tutti gli sport che ho praticato in passato mi hanno reso l'atleta che sono oggi. Ho gareggiato a livello internazionale nel biathlon, sci di fondo , salto speciale e ora in combinata. Dirò che il mio piano per i prossimi anni è quello svilupparmi in entrambi: salto con gli sci e combinata nordica. Per mia fortuna e riconoscenza la USA Nordic mi sta supportando al meglio".

Perchè ti piace cosi tanto la combinata nordica?
Semplicemente combina i miei due sport preferiti. Amo il brivido del volo e la soddisfazione di essere forte e andare veloce sugli sci.

In questa prima stagione di Combinata nordica lei già gareggia con ragazze anche 8-10 anni più giovani? Le fa impressione?
È bello vedere diverse fasce di età in questo sport. Si vede questo in ogni disciplina invernale al livello più alto. L'età non importa, ciò che e' vitale è solo lo spirito di un atleta. Apprezzo tutti coloro coi quali gareggio che mi spingono a fare del mio meglio".
 

Quali sono i suoi obiettivi per la prossima stagione ?
"I miei obiettivi sono abbastanza alti per la prossima stagione. Vorrei vincere la generale di Continental Cup in combinata ed essere selezionata per il team USA di salto con gli sci che gareggerà ai mondiali di Seefeld".

Trova corretto avere un solo format per le ragazze con un salto e 5km di fondo?
No, penso che sarebbe divertente vedere anche un format con due salti. Oppure ridurre i secondi di gap nel salto e modificare gli attuali 15 punti che danno un minuto di ritardo. In questo modo la combinata femminile al momento favorisce sempre i saltatori più forti. Penso che avere un mix di competizioni sia importante. Non tutto deve essere esattamente lo stesso come i maschi. È importante cambiare il format man mano che lo sport cresce. In questo momento penso sia appropriato avere principalmente 5km per le donne. Tuttavia, le mass start e le staffette sarebbero davvero divertenti. Anche una staffetta mista per me sarebbe davvero speciale."

Che tipo di ragazza è al di fuori delle competizioni ? Descriva un pò la tua personalità.
"Penso che per questo dovrai chiedere ai miei amici. Forse , Nina Lussi e' la persona più indicata . Fuori dalle gare non rinuncio mai alle cose che amo. Mi piace fare lunghe escursioni all'aria aperta, mangiare ciambelle, festeggiare, provare a rendere il mondo un posto migliore e passare i miei pochi giorni di tempo libero con la mia famiglia e gli amici".

Prendiamo al volo l'invito che Tara ci offre e giriamo la domanda alla sua grande amica, nonchè compagna di nazionale USA di salto speciale Nina Lussi che così ci risponde: "Non credo che Tara abbia ancora trovato il limite delle sue capacità e credo che anche quando lo troverà, si spingerà oltre i limiti. Al di fuori dello sport, è sempre pronta per un'avventura. È la persona che chiama con un preavviso di 5 minuti per andare a pescare al largo della costa della Slovenia o fare sci d'acqua mattutino prima dell'allenamento. Aiuta a mantenere il senso della realtà e ti ricorda quanto siamo fortunati a chiamare ciò che ci diverte nello sport, un lavoro. Insieme abbiamo attraversato il globo e posso dire onestamente che, quando siamo insieme, non esiste la noia. Sono entusiasta di vederla continuare la sua carriera nella combinata nordica perché ho visto i suoi occhi illuminarsi al massimo quando finalmente ha potuto avere la possibilità di cimentarsi conteporaneamente nei sui due sport preferiti : salto e sci di fondo".

Paolo Romanò

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