| 10 dicembre 2018, 20:05

Il ritorno de L'ULULATO DEL BUBO. "Bisogna osare di più con i giovani"

Dopo il lungo letargo estivo, Bubo Valbusa è tornato ad analizzare per noi la Coppa del Mondo di sci di fondo.

Il ritorno de L'ULULATO DEL BUBO. "Bisogna osare di più con i giovani"

Dopo il lungo letargo estivo, Bubo Valbusa è tornato ad analizzare per noi la Coppa del Mondo di sci di fondo.

Il quarantanovenne di Bosco Chiesanuova, campione olimpico con la staffetta a Torino 2006 e oggi commentatore tecnico per l’emittente televisiva Eurosport ha fatto le carte al massimo circuito dopo le prime tre tappe stagionali.  

Andiamo allora a sentire le sue opinioni in merito a quanto visto nei weekend andati in scena sinora.


Allora Bubo, cosa possiamo dire su questo inizio di Coppa del Mondo? Partiamo dalle donne, dove abbiamo visto il grande ritorno di Therese Johaug che nelle prove distance ha ricominciato a dettare legge.
“Il fatto non mi sorprende. Therese ha 30 anni, quindi è al top della carriera, e dopo due inverni di stop forzato sicuramente ha una gran voglia di riscatto. L’abbiamo visto in queste settimane in cui ha ricominciato a mietere vittorie. Credo proprio che, se non si ammalerà, la Coppa del Mondo sarà sua. Viste le difficoltà di Weng l’unica in grado di darle fastidio nella classifica generale potrebbe essere Østberg, ma solo se dovesse riuscire a marcare punti pesanti nelle sprint. D’altronde le svedesi di punta non parteciperanno al Tour de Ski, quindi sono tagliate fuori”.

Hai citato la Svezia. Una delle protagoniste di questo inizio stagione è Ebba Andersson, che a ventuno anni se la gioca già quasi alla pari con i mostri sacri della disciplina.
“Anche lei non è una sorpresa, si parla da anni di questa ragazza che è stata anche definita l’erede di Charlotte Kalla. Chiaramente le manca ancora qualcosina rispetto alla più anziana e blasonata connazionale, ma è anche di un decennio più giovane! Prima o poi diventerà lei la più forte, è solo questione di tempo”.

A proposito di Svezia, sui media scandinavi si parla parecchio della possibilità che il movimento svedese possa scalzare quello norvegese dal ruolo di leader mondiale. Tu cosa ne pensi?
“La quantità e la qualità delle ragazze svedesi sono sotto gli occhi di tutti, soprattutto in questo inizio di stagione, ma io credo che quella da te citata sia una lettura superficiale. Sicuramente nelle sprint la Svezia adesso sta meglio della Norvegia, ma guardando a tutto tondo mi pare che le norvegesi siano ancora superiori. Diciamo che il movimento svedese può pensare di sfidare quello norvegese, ma mi sembra affrettato ipotizzare un cambio della guardia al vertice delle gerarchie mondiali. D’altronde arriveranno anche i ricambi norvegesi, come per esempio la giovanissima Skistad”.

Rimanendo sul settore femminile abbiamo visto una Russia brillante e una Finlandia in difficoltà.
“La Russia ha una nuova generazione di atlete molto interessanti, tutte under-25 che non dico possano riportarla ai fasti degli anni ‘90, ma sicuramente consentiranno di togliersi parecchie soddisfazioni. La Belorukova ha un gran fisico e nelle sprint ha già dimostrato di potersela giocare ad armi pari con chiunque, mentre Neprayeva zitta zitta è una fondista completa ed è sempre lì in alto nelle posizioni che contano. Però loro due sono solo la punta dell’iceberg, l’intera squadra si sta rialzando dopo anni molto difficili. Invece sulla Finlandia fatico a trarre conclusioni. Certo Pärmäkoski il suo lo sta facendo, ma dietro di lei c’è buio pesto eccezion fatta per qualche piccola fiammella di luce. Vedo tante atlete in difficoltà in casa suomi e francamente è difficile capirne il motivo. Aspetterei qualche settimana prima di dare un giudizio in merito”.

Veniamo alle vicende di casa nostra. Cosa possiamo dire di questo primo scorcio di stagione del fondo italiano al femminile?
“A Ruka le sprinter Lucia Scardoni e Greta Laurent hanno dato ottimi segnali, quindi sono curioso di rivederle a Davos. Nelle distance a parte Elisa Brocard invece abbiamo fatto tanta, anzi direi troppa, fatica. Soprattutto nella staffetta di domenica in tecnica classica si è accumulato un distacco molto elevato che mi ha lasciato perplesso, perché comunque le ragazze sono arrivate fresche in Scandinavia. Voglio essere sincero, mi è parso che ad alcune atlete mancasse un po’ di quel mordente e di quella cattiveria agonistica necessari per essere competitivi al livello della Coppa del Mondo. Vorrei però lanciare una riflessione generale riguardo la squadra italiana. Femminile, ma non solo”.

Prego, qual è la tua riflessione?
“Noi abbiamo una squadra che va in controtendenza con le altre nazioni. Bisogna azzardare di più e lanciare senza paura le giovani. Perché altri lo fanno e noi no? Sì, hanno numeri maggiori, posso capirlo. Però noi non possiamo permetterci di ‘gestire’ le nuove generazioni, lo abbiamo fatto fin troppo. È necessario buttare nella mischia chi deve farsi le ossa. D’altronde il fondo non è più uno sport solo per gente d’esperienza. L’anno scorso la Coppa del Mondo maschile è stata vinta da Klæbo, quest’anno c’è un Bolshunov agguerritissimo. La stessa Ebba Andersson di cui abbiamo già parlato è arrivata nel massimo circuito in maniera prepotente. Parliamo di ragazzi di 21-22 anni già al top. Magari qualcuno mi dirà che questi sono fenomeni, ma nel weekend abbiamo visto fare bene anche la ventenne finlandese Eveliina Piippo, schierata senza paura. La mia impressione è che la tendenza sia quella di vedere sempre più giovani competitivi, quindi bisogna osare di più. Questa è la mia idea e, anche se dovessi scontrarmi con altre correnti di pensiero, non la cambierò. Soprattutto perché siamo all’inizio di un nuovo quadriennio olimpico e di conseguenza non bisogna ragionare solo sul presente, bensì anche sul futuro, buttando già un occhio a Pechino 2022”.

In tal senso le convocazioni italiane per Davos sembrano andare in questa direzione. Vedremo Zelger, Gabrielli, Hellweger, Canclini e Comarella.
“Bene, anzi benissimo. Spero non sia un episodio, ma si segua la politica di dare sempre spazio ai giovani e ai giovanissimi in maniera tale che si possano fare le ossa ai massimi livelli, capendo da subito cos’è la Coppa del Mondo e cosa significa gareggiarvi”.

Abbiamo giocoforza introdotto anche l’argomento settore maschile, quindi spostiamoci tra gli uomini. Il tuo pensiero su questo inizio di stagione in casa Italia?
“Noi abbiamo una certezza chiamata Federico Pellegrino che può garantire risultati pesanti e ha già raccolto una vittoria. Questa per lui può veramente essere una grande stagione, perché ci saranno tantissime sprint a skating compresa quella dei Mondiali. Credo abbia veramente la possibilità di fare l’accoppiata oro iridato – Coppa del Mondo sprint, perché Chicco a tecnica libera è il numero uno e anche Klæbo per poter competere con lui dovrà essere al top sia fisicamente che mentalmente. Il resto della squadra azzurra invece è difficile da decifrare. Sì c’è stato qualche lampo di De Fabiani qua e là, ma complessivamente siamo mancati. Vedremo come andranno le prossime tappe”.

Allargando l’orizzonte, il fondo maschile sembra essere diventato una lotta tra titani fra Norvegia e Russia, che nel weekend hanno sbaragliato la concorrenza.
“La Norvegia dimostra di avere una volta di più un movimento senza eguali. Hanno perso Northug, Klæbo non è al top, Sundby non sembra più quello di un tempo eppure continuano a vincere con i Røthe, i Tønseth e gli Iversen. Questa è sicuramente una dimostrazione di forza, ma la Russia può lanciare il guanto di sfida ai norge. Bolshunov può davvero pensare di vincere la Coppa del Mondo e sono pieni di giovani già estremamente competitivi, senza dimenticare che a breve recupereranno anche Ustiugov. Insomma, nel prossimo futuro non sarà semplice per le altre nazioni competere con questi due giganti e a parte qualche individualità si rischia di rimanere stritolati, Svezia compresa”.

Chiudiamo guardando a Davos, quali sono i temi forti della prossima tappa di Coppa del Mondo?
“In casa Italia indubbiamente riflettori puntati sulla sprint e su Chicco Pellegrino, che da queste parti ha già vinto due volte, quindi speriamo possa arrivare il tris. Inoltre mi auguro che i giovani e le giovani possano avere un buon impatto. Più in generale sono molto curioso di vedere il ritorno in azione di Klæbo e soprattutto l’esordio stagionale di Ustiugov, penso ci sarà da divertirsi! Fra le donne invece vedremo se proseguirà la dittatura di Johaug, oppure se qualcuna riuscirà a interrompere l’imbattibilità di quel diavoletto di Theresina”.

Francesco Paone

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