Biathlon | 04 febbraio 2019, 21:09

Biathlon - L'attacco di Tikhonov: "Loginov fu costretto a doparsi ma non può parlare"

Il vincitore di quattro ori olimpici per l'Unione Sovietica ha parlato di Loginov: "Ho provato a convincerlo a dare spiegazioni ai suoi avversari ma ancora non ha fatto questo grande passo"

Biathlon - L'attacco di Tikhonov: "Loginov fu costretto a doparsi ma non può parlare"

Dal suo ritorno alle gare Aleksandr Loginov è sempre al centro dell’attenzione, con gli stessi colleghi che continuano a puntare il dito contro di lui. Il russo, squalificato per positività all’EPO, non avendo superato un controllo antidoping a Oestersund nel 2013, non ha mai fatto chiarezza su quanto accaduto, anche se dà l’impressione di soffrire la poca stima che gli altri biatleti hanno nei suoi confronti.

Martin Fourcade l’ha invitato più volte a fare i nomi di chi l’ha spinto a infrangere le regole, mentre Johannes Bø ha affermato un mese fa che avrebbe dovuto scusarsi.
Ora, nel corso di un’intervista rilasciata a Sport Express, è stato l’ex vice presidente dell’IBU, ma soprattutto vincitore di quattro ori olimpici per l’Unione Sovietica, Aleksandr Tikhonov.

Come al solito il suo intervento è stato tutt’altro che banale, un attacco diretto alla federazione russa e gli allenatori.
«Non ho prove – ha esordito l’olimpionico sovietico – ma oggi posso dire che Irina Starykh e Aleksandr Loginov ricevettero l’ordine di doparsi. Sono stati costretti a farlo e persino l’allenatore di Loginov non è responsabile».

Tikhonov ha quindi ammesso di essersi mosso direttamente per convincere Loginov a parlare e fare i nomi dei responsabili: «Oggi Loginov non può dire la verità – ha spiegato – copre i nomi degli alti funzionari responsabili di questo caso. Nel 2013 è stato il migliore, ma doveva diventare ancora più forte per far vincere la sua nazione a Sochi. Ho già provato a convincerlo a dare spiegazioni ai suoi avversari del circuito mondiale. Poteva farlo senza menzionare i nomi dei funzionari responsabili, ma oggi si rifiuta di fare questo grande passo. Proverò di nuovo a chiamarlo perché altrimenti il suo rapporto con gli altri e la sua immagine non miglioreranno mai»

G.C.

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