| 25 febbraio 2019, 19:40

Il ritorno de L'ULULATO DEL BUBO - "Nella staffetta maschile bisognerà giocare d'azzardo"

I Mondiali di Seefeld sono in pieno svolgimento. Archiviate le gare del primo fine settimana, la manifestazione iridata si appresta a vivere la sua seconda settimana.

Il ritorno de L'ULULATO DEL BUBO - "Nella staffetta maschile bisognerà giocare d'azzardo"

I Mondiali di Seefeld sono in pieno svolgimento. Archiviate le gare del primo fine settimana, la manifestazione iridata si appresta a vivere la sua seconda settimana dove, a partire da domani, verranno assegnate tre medaglie al giorno.

Andiamo allora ad analizzare le competizioni in programma a partire da martedì 26 in compagnia di Fulvio Valbusa, nel consueto appuntamento con “L’ululato del Bubo”.

 

Bubo, siamo a metà del guado. Sei gare iridate in archivio, altrettante ancora da disputare. Cosa possiamo dire di quanto visto sinora a Seefeld?
“Tutto secondo pronostico, o quasi. Nel senso che non abbiamo assistito a grandi sorprese, eccezion fatta per l’argento della Slovenia nella team sprint femminile. Fra i protagonisti più attesi i norvegesi e le norvegesi hanno tutti risposto ‘presente’, mettendosi subito al collo medaglie d’oro a raffica. Le sprinter svedesi hanno comunque vinto una gara, mentre tutta la squadra russa ha dimostrato grande competitività. Per adesso i delusi sono Sergei Ustiugov e Charlotte Kalla, tuttavia hanno ancora tempo per riscattarsi”.  

Un tuo giudizio sulle performance italiane?
“Federico Pellegrino partiva come seconda forza in campo nella sprint e ha conquistato l’argento. Poi, il tandem con Francesco De Fabiani era sulla carta il terzo più quotato nella team sprint e non a caso è arrivato il bronzo. Insomma, le medaglie che potevano arrivare sono arrivate. Bene, anzi benissimo così, perché comunque non erano scontate. Fra le donne sono piacevolmente impressionato da Elisa Brocard, davvero fantastica nella sprint dove ci ha messo il cuore ed è andata anche oltre le proprie possibilità, nonché dalla buona prova di Anna Comarella nello skiathlon. Per la prima sinora un Mondiale a incorniciare, per la seconda un’ottima base di partenza  in ottica futura”.

A proposito di futuro, volgiamo lo sguardo a ciò che verrà. Martedì 26 si disputa la 10 km a tecnica classica femminile. Non c’è nulla di scritto nello sport, però come si può indicare una favorita diversa rispetto a Therese Johaug?
“Non si può! Theresina ha dato una grandissima dimostrazione di forza nello skiathlon e sicuramente sarà la donna da battere anche nella 10 km in alternato”.

Per l’argento e per il bronzo invece c’è decisamente più incertezza, chi ti aspetti in alto?
“Nello skiathlon abbiamo visto Østberg e Neprayeva molto pimpanti, soprattutto in tecnica classica. Hanno tutto per salire nuovamente sul podio, ma avranno anche la fatica della team sprint nelle gambe a differenza di alcune avversarie. Per questo domenica mi ha stupito la presenza di Pärmäkoski, considerando che non aveva chance di medaglia. Pensavo che la finlandese decidesse di riposare un giorno in più in vista dell’impegno di martedì, dove è sicuramente una candidata ai metalli. Sai cosa ti dico? Mi voglio sbilanciare e indico Ebba Andersson come la favorita per l’argento. Se davvero il suo forfait dallo skiathlon è stato solo precauzionale, come hanno detto gli svedesi e come credo io, allora dobbiamo aspettarcela molto competitiva nella 10 km. Restando in casa Svezia, sabato Charlotte Kalla non mi ha assolutamente convinto a tecnica classica. Se le premesse sono queste, non la vedo sul podio neppure martedì. Però conosciamo bene il suo valore e potrebbe avere più energie da mettere in pista non avendo partecipato alla team sprint. Infine vorrei citare Astrid Jacobsen, grande atleta e persona splendida, afflitta però  da tante sfortune. Il suo quarto posto nello skiathlon sa un po’ di beffa, quindi mi auguro di vederla a medaglia nella 10”.

Se ti chiedessi di fare un paio di nomi a sorpresa che potrebbero far saltare il banco per un posto sul podio?
“La russa Anastasia Sedova se dovesse ripetere la performance di sabato. Inoltre, un anno fa, avrei puntato a occhi chiusi su una medaglia di Teresa Stadlober nella 10 km a tecnica classica di casa sua. Però quest’inverno non si è ripetuta sui livelli di quello passato e forse nel suo caso il malanno alla vigilia dei Mondiali è stato davvero debilitante”.

Spostiamoci a mercoledì e alla 15 km maschile. Chi vedi sul gradino più alto del podio?
“Caro Francesco, qui mi aspetto grande spettacolo, perché la gara potrebbe rivelarsi uno splendido braccio di ferro tra Iivo Niskanen e Alexander Bolshunov. Il finlandese è maestro nel preparare i grandi appuntamenti e lo vedo leggermente favorito, però il russo avrà sicuramente tanta rabbia in corpo dopo essersi visto battuto sul fino di lana sia nello skiathlon che nella team sprint. Inoltre si ricorderà bene della 50 km olimpica, dove arrivò secondo proprio dietro a Niskanen e vorrà sicuramente prendersi la rivincita. Secondo me questi due sulla carta hanno qualcosa in più di tutti gli altri e sarei sorpreso se il vincitore non fosse uno di loro”. 

Quindi due nomi spiccano sul resto del gruppo. Per il resto, chi sono gli uomini da tenere d’occhio?
“Sicuramente tutti i norvegesi non si rassegneranno a recitare la parte dei comprimari. Occhio soprattutto a Didrik Tønseth, che farà il suo esordio proprio nella 15 e potrebbe essere più fresco di altri, nonché a Martin Johnsrud Sundby, all’eterna ricerca di quella medaglia d’oro individuale che gli è sempre sfuggita. Anche il resto dei russi non vanno sottovalutati, così come Alexey Poltoranin. Attenzione al kazako, perché in una gara distance in alternato ha sempre il tiro mancino nelle sue corde. Infine sono curioso di vedere Calle Halfvarsson. Sinora in questo Mondiale tante parole e pochi fatti, credo debba dare una svolta alla sua manifestazione iridata”. 

Andiamo a giovedì, staffetta femminile. Qui direi grande sfida tra Norvegia e Svezia.
“Assolutamente sì e sono curioso di vedere quali saranno le scelte degli staff tecnici. Soprattutto la Norvegia può schierare la staffetta in tanti modi diversi e, in questo caso, secondo me dovranno davvero ponderare bene le scelte. La Svezia, con l’innesto di Frida Karlsson, ha un quartetto da paura che può veramente vincere la medaglia d’oro. Kalla e Andersson sono intoccabili e se faranno come alle Olimpiadi, dove hanno messo Stina Nilsson a chiudere, allora credo che per la Norvegia la miglior risposta sia mettere Maiken Caspersen Falla in quarta. In tal senso Bjørgen era una sicurezza, ma l’immensa Marit si è ritirata e bisogna trovare una nuova soluzione. Io mi giocherei la sprinter e, considerando che Johaug e Østberg non si discutono, per il posto rimanente effettuerei un ballottaggio tra Jacobsen e Weng”.

Qualcuno può mettere in discussione l’egemonia scandinava?
“Forse la Russia, ma ha bisogno di una gara superlativa da parte di tutte le proprie atlete. Sinceramente non credo possano sfidare norvegesi e svedesi, ma sono le favorite per il bronzo. La Finlandia quest’anno non mi pare alla loro altezza”.

Prospettive italiane?
“Una medaglia mi sembra fuori portata, però credo si possa ottenere un buon piazzamento. Vedo cinque nazioni superiori, però con le altre ce la possiamo giocare. Se tutte le ragazze dovessero esprimersi sui propri limiti, e magari qualche avversaria sbagliare la gara, si potrà raccogliere una posizione di prestigio”.  

Venerdì invece sarà il turno della staffetta maschile. Qui direi che tutti i riflettori saranno puntati su Norvegia e Russia.
“Non si scappa, Norvegia e Russia possono schierare dei quartetti troppo più forti rispetto agli altri. Non sappiamo ancora chi gareggerà e in quale frazione, ma visto il clima di polemica che si è generato negli ultimi giorni tra questi due Paesi, mi aspetto scintille. Sia a Lahti che a PyeongChang hanno avuto la meglio i norvegesi, ma quest’anno per la prima volta i russi potranno contare sia su Ustiugov che su Bolshunov. Mi frego le mani se penso allo spettacolo che potrà regalarci questa lotta fra titani e sono curioso di capire cosa deciderà di fare la Russia, soprattutto se vorranno rischiare il tutto per tutto, sparigliando le carte per cercare di staccare la Norvegia ed evitare di portarsi Klæbo in volata. Non credo andrà così, ma l’idea mi intriga”.

Quali sono le prospettive dell’Italia?
“Inutile nascondersi dietro un dito, non siamo all’altezza di Norvegia e Russia. Però siamo nel gruppo di chi si giocherà il bronzo assieme a Svezia, Finlandia e Francia. Chiaro, sarà dura salire sul podio, però qualche chance c’è. Ricordiamoci che in staffetta è fondamentale azzeccare l’ordine dei frazionisti e in tal senso noi possiamo contare su Pellegrino e De Fabiani, che sono due jolly perché possono essere schierati a piacimento. Vedremo chi saranno i loro compagni di avventura, tuttavia mi sono già fatto un’idea personale riguardo la strategia da seguire. Per l’Italia è fondamentale non staccarsi in classico, quindi mi prenderei il rischio di schierare Pellegrino al lancio. Mi rendo conto che se si dovesse andare a spasso sarebbe sprecato, però come ho detto c’è anche l’ipotesi che si vada a tutta sin dai primi metri. Nel qual caso Chicco sarebbe fondamentale per permettere al quartetto azzurro di non perdere terreno. Inoltre, alla luce di quanto visto nelle sprint, metterei De Fabiani in ultima frazione perché in caso di arrivo in volata potrebbe giocarsi le sue possibilità. Sono azzardi, lo so, però partendo in difesa credo siano necessari per provare a salire sul podio”.

Sabato è il giorno della 30 km femminile a skating. Qui, come in tutte le prove distance riservate alle ragazze, c’è solo un nome che può essere indicato per il successo.
“Tocca essere ripetitivi, ma non può essere altrimenti. Therese Johaug non è favorita, ma stra-favorita per la medaglia d’oro. Se non succederanno cose strane, l’unica incertezza sarà l’ampiezza del margine con cui si imporrà il folletto norvegese”.

Chi sono i nomi più caldi per l’argento e il bronzo?
“Dico di fare attenzione alla statunitense Jessica Diggins. La mia favorita per l’argento è lei, perché è ben conscia di giocarsi le chance migliori proprio nell’ultima competizione in programma, quindi penso possa aver calibrato il Mondiale per arrivare al picco in chiusura. La metto alla pari con Charlotte Kalla, che se sta bene in una prova distance a skating è sempre una candidata al podio. Però non bisogna dimenticare come in passato di tanto in tanto abbia sofferto in questo format. L’esatto contrario di Astrid Jacobsen, che sarà meno quotata della svedese, ma nelle 30 km si è esaltata in più di un’occasione. Vedremo, infine, quale sarà la dimensione di Ebba Andersson, alla quale forse manca un po’ di esperienza per gestirsi su un chilometraggio così lungo. Comunque saremo a fine Mondiale, quindi i valori potranno essere un po’ diversi rispetto alle gare precedenti e le sorprese saranno dietro l’angolo. Ricordiamoci che l’anno scorso a PyeongChang è salita sul podio Stina Nilsson!”

Infine, domenica, gran finale con la 50 km maschile. Cosa ci dici al riguardo?
“È un po’ come lo skiathlon, ci sono davvero tanti atleti in grado di vincere a seconda di come verrà impostata la competizione. Diciamo che la gara sarà a skating, quindi sarà più difficile fare selezione come avvenuto alle Olimpiadi ed è più probabile un arrivo di gruppo. In quel caso Klaebo, se ci sarà, potrebbe anche provare a fare il colpaccio. Chiaramente deve sperare in una gara tattica, perché altrimenti avrà poche possibilità. Comunque fare un pronostico è davvero impossibile, il Mondiale è una manifestazione molto dispendiosa e vincerà chi avrà risparmiato più energie. Può accadere davvero di tutto”.

Anche in chiave italiana?
“L’unica piccola chance può essere Francesco De Fabiani in una giornata perfetta. Cioè se lui starà bene, se i materiali saranno velocissimi (come peraltro sempre successo nella prima settimana) e se lo schema  di gara sarà favorevole, ovvero se ci sarà una competizione dove regnerà sovrano l’attendismo, allora potrebbe anche pensare di dire la sua grazie al suo spunto. Ci sono poche possibilità, però non sono pari a zero. Quanto basta per tenere accesa una fiammella di speranza che potrebbe innescare un fuoco d’artificio azzurro per chiudere col botto”.

  

Francesco Paone

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