Sci di fondo | 28 febbraio 2019, 18:57

Mondiale di Seefeld, rilasciati tre dei cinque fondisti arrestati: "Hanno ammesso l'utilizzo di doping"

Secondo quanto riferito dalla polizia locale Hauke e Baldauf sono già liberi, stessa sorte presto anche per Poltoranin: gli atleti hanno ammesso di aver fatto uso di doping sanguigno; ancora in carcere i due estoni, sono sotto interrogatorio

Mondiale di Seefeld, rilasciati tre dei cinque fondisti arrestati: "Hanno ammesso l'utilizzo di doping"

SEEFELD - Max Hauke, Dominik Baldauf, arrestati ieri per il sospetto uso di doping prima e durante il Mondiale di Seefeld, sono stati rilasciati. Presto la stessa sorte toccherà anche al kazako Aleksej Poltoranin. I tre hanno ammesso di aver fatto uso di doping sanguigno, come riferito dalla polizia austriaca.

“Gli atleti hanno ammesso di aver fatto uso di doping sanguigno – si legge nel comunicato della polizia austriaca – e hanno prodotto delle informazioni complete. A questo punto, dato l’attuale stato dell’indagine, non c’è alcun motivo di credere che i sospettati possano influenzare le indagini e non sussistono quindi i motivi per la detenzione”.

I due atleti estoni, Karel Tammjärv e Andreas Verpaalu, invece, sono ancora in detenzione e i loro interrogatori sono in corso. Anche gli altri due arrestati a Seefeld, con il sospetto di complicità con il medico tedesco Mark Schmidt e accusa di commercio di doping, per il momento restano in carcere.

Al sito norvegese Dagbladet, Vincenz Kriegs-Au, ufficio stampa del Bundeskriminalamt, la polizia federale austriaca, non ha voluto specificare quale dei due atleti Baldauf o Hauke sia stato pescato con l’ago nel braccio durante il raid di ieri.

Secondo la polizia locale questa rete del doping andrebbe avanti da almeno cinque anni. I cinque atleti rischiano fino a tre anni di carcere per il reato di “frode sportiva”, ma i tre stranieri potrebbero essere processati nelle rispettive nazioni di appartenenza. L’Agenzia Antidoping austriaca potrebbe decidere di squalificare Baldauf e Hauke per quattro anni ma la pena potrebbe essere ridotta se i due dovessero collaborare.

Giorgio Capodaglio

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