Nella giornata di martedì 25 giugno l’Ibu ha comunicato la squalifica di due biathleti russi, Aleksandr Pechenkin e Alexander Chernyshov, formalmente accusati di aver violato il regolamento antidoping all’inizio del mese di dicembre, sulla base delle analisi del database relativo al Laboratorio antidoping di Mosca. In parole povere si parla di un filone del rapporto McLaren.
Il periodo incriminato va tra il 2012 e il 2015 e la mannaia della federazione internazionale si è abbattuta pesantemente su questi due peones del circuito. Infatti Pechenkin, ventisette anni, ha disputato solamente nove gare di Coppa del Mondo nell’arco di tutta la sua carriera, raccogliendo un 18° posto come miglior risultato. Il ventiseienne Chernyshov invece nel massimo circuito non vi è neppure mai arrivato, gareggiando anzi occasionalmente solo a livello di Ibu Cup, dove non è mai entrato tra i primi dieci.
Queste due figure oggettivamente marginali nel panorama del biathlon hanno ricevuto una pena draconiana. Pechenkin ha visto cancellati tutti i risultati ottenuti dal 7 gennaio 2012 al 6 gennaio 2016, ricevendo inoltre una squalifica sino al 5 novembre 2022. In totale una sanzione di 8 anni tra passato e futuro per un atleta già ritiratosi. Situazione simile per Chernyshov, il quale perde ogni conseguimento raggiunto dal 17 luglio 2014 in poi, venendo inoltre squalificato sino al 21 giugno 2023, raggiungendo la ragguardevole cifra di nove di bando.
Cosa cambia a livello di storia del biathlon? La squalifica di Chernyshov è letteralmente ininfluente, mentre per quanto riguarda Pechenkin verranno modificati alcuni podi di Ibu Cup e quello della staffetta degli Europei 2015, dove la Russia perderà la medaglia d’oro.
Insomma, sembrerebbe che l’Ibu si sia preoccupata di lanciare una bomba atomica su un formicaio. In realtà la situazione è ancora più intricata. Pechenkin e Chernyshov erano stati sportivamente incriminati il 2 dicembre 2018 assieme a Svetlana Sleptsova ed Evgeny Ustyugov, due nomi decisamente più pesanti, visto che si parla di atleti capaci di vincere gare di Coppa del Mondo e ori olimpici in staffetta.
Decisioni prese dall’Ibu nei loro riguardi? Al momento nessuna. Sorge spontaneo chiedersi la ragione del fuoco di fila verso due figure davvero marginali e il silenzio assoluto nei confronti di chi invece la storia del biathlon l’ha scritta per davvero. A questo punto è evidente come la medaglia d’oro olimpica della Russia nella staffetta maschile di Sochi sia a rischio, visto che Ustyugov faceva parte del quartetto vincitore.
Insomma, si tratta dell’ennesimo caso di mala gestione di un “cold case” relativo al doping da parte dell’Ibu. Al riguardo non va dimenticato come il destino di Olga Zaitseva, Iana Romanova e Olga Vilukhina, a loro volta citate nel rapporto McLaren, sia in sospeso da anni e non sia mai arrivata una sentenza in merito. Verrebbe da dire “campa cavallo, che l’erba cresce”.
Ibu, nuovo pasticcio sul doping russo. Squalificati due peones, silenzio sui big

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